Come figlia di una persona con perdita uditiva mi sento di poter dare qualche buon consiglio a persone che come me si sono ritrovate ad avere un familiare affetto da ipoacusia, da lui stesso non accettata. Cosa può fare un figlio per aiutare un padre o una madre con perdita uditiva?

 Nella quotidianità vi sarà più volte capitato di:

  • Dover parlare a voce sempre più alta per farvi sentire
  • Chiedergli di abbassare il volume della televisione
  • Avere la sensazione che lui/lei non abbia sentito alcune parti della conversazione
  • Notare frequenti alterazioni dell’umore
  • Suonare più volte il campanello della porta di casa o far squillare spesso il telefono, senza avere una risposta

Aspetti che avrete sicuramente avuto modo di notare maggiormente durante i pranzi e le cene infinite dei giorni scorsi. In ambienti rumorosi risulta ancora più difficile per una persona con perdita uditiva orientarsi e comprendere ciò che viene detto all’interno di una conversazione per poter partecipare attivamente.

Consigli utili per aiutare una persona cara che soffre di ipoacusia:
1. All’interno di ogni famiglia c’è sempre quella persona con cui il genitore interessato si sente più a suo agio (può essere anche un amico/a). Un consiglio può essere quello di individuare questa persona e affidargli il compito di avviare un primo approccio al tema.
2. Creare un rapporto di fiducia è importante: non far sentire la persona a disagio, menomata o in difetto.
3. Se l’interessato ha consapevolezza della perdita uditiva, si potrebbe cercare di capire le motivazioni reali che stanno alla base della scelta di non approfondire l’argomento. 
4. Assenza di giudizio ed empatia: ogni persona ha le sue paure e le sue fragilità che non vanno minimizzate o ridicolizzate.
5. Se il genitore non ha consapevolezza della sua perdita uditiva, gli si potrebbe proporre di fare una valutazione uditiva per prendere coscienza del problema. Utili nella conversazione possono essere l’utilizzo di esempi concreti. 
6. Se l’interessato non volesse risolvere il problema, ricordiamoci che ognuno di noi è libero di poter decidere della propria vita come meglio crede. Forzare un intervento non serve a nulla. Se la persona non si sente pronta ad affrontare il disturbo, ad insistere si rischia solamente di acquistare un prodotto che verrà poi tenuto nel cassetto e non utilizzato.
7. Ogni persona ha il suo tempo per prendere consapevolezza e decidere di affrontare una condizione di disagio; questo tempo va rispettato.

Molte persone affette da ipoacusia hanno difficoltà a parlare dei propri problemi di udito: mettere un apparecchio acustico non è la stessa cosa che indossare un paio di occhiali e spesso non è una questione di prezzo. Le persone sono disposte a spendere anche 2.000 euro per un impianto da un dentista, ma sarebbero in difficoltà a spendere altrettanto per un apparecchio acustico, come mai?
Noi, come figli, cosa possiamo fare per aiutare i nostri genitori a prendere consapevolezza dei rischi legati a una ipoacusia non trattata?

Difficoltà che può incontrare un figlio davanti a un genitore con perdita uditiva: 
- Il familiare potrebbe non avere consapevolezza della propria ipoacusia e quindi non ritenere necessario approfondire l’argomento.
- Il genitore potrebbe essere consapevole di avere una difficoltà uditiva, ma non sentirsi pronto a risolvere il problema o magari semplicemente non volerlo risolvere.
- Vostro padre potrebbe avere difficoltà ad accettare l’idea di stare invecchiando e di perdere la propria autonomia e indipendenza, quindi potrebbe ignorare il disturbo e trascurarlo a lungo.
- Vostra madre potrebbe sentirsi a disagio all’idea di mostrare alle amiche l’apparecchio acustico acquistato.

L’esperienza di Angelo*
Angelo è un signore di 73 anni che nella vita ha prestato servizio per più di 40 anni presso l’azienda *** come conducente di mezzi pubblici. Una decina di anni fa ha iniziato ad accorgersi di avere una piccola perdita uditiva, probabilmente dovuta alle diverse sollecitazioni avute sul posto di lavoro (in passato l’attenzione per la sicurezza era sicuramente minore rispetto ad oggi). Nel tempo i familiari notavano un peggioramento del disturbo, sempre minimizzato e sottovalutato dal diretto interessato. Alcuni segnali: il volume della televisione era sempre molto alto, Angelo non sentiva il telefono, il citofono o il campanello della porta di casa. Inoltre chiedeva spesso ad amici e familiari di ripetere ciò che avevano detto. Una valutazione uditiva fatta al Centro Acustico Acusan aveva riscontrato un problema serio di perdita uditiva poco comune. Nonostante fosse molto soddisfatto della visita, non chiese nulla all’audioprotesista che diede questo riscontro alla figlia: “Di solito, chi non chiede nulla è perchè non vuole risolvere il problema”. 
La risposta di Angelo ai familiari: “So di avere un problema ma io l’apparecchio acustico non lo metto!”. Con la moglie era sempre molto nervoso quando si toccava l’argomento, la figlia era l’unica all’interno della famiglia a cui aveva confidato le motivazioni reali della sua difficoltà: l’idea di farsi vedere in pubblico con un ausilio, la fatica di venire a Bergamo per le visite di controllo, la spesa economica (in quanto voleva essere d’aiuto alla figlia che aveva appena comprato casa). Tutto questo era un peso per lui.

Angelo aveva altre patologie che trascurava, non solo il disturbo dell’udito. Dopo un’anno e mezzo dalla valutazione al centro acustico, senza pressioni né forzature, comunicò alla figlia l’intenzione di iniziare il percorso con l’audioprotesista. 


* Il nome è stato cambiato per tutelare la privacy del paziente

A cura della Dott.ssa Bonfanti Cristina
Centro Acustico AcuSan
Via Angelo Maj 11M - Bergamo
Tel. 035 235881
Email: acusanbg@gmail.com
Sito web: https://acusanbg.wixsite.com/centro-acustico

Il Centro Acustico AcuSan è:
• Convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale e con l'INAIL
• Collabora con il comune di Bergamo
• Collabora con l'associazione ANMIC per le pratiche di invalidità assistendo gratuitamente le persone nell'iter burocratico per la fornitura delle soluzioni uditive tramite il Servizio Sanitario Nazionale
• Referente dell'Associazione Bergamasca Acufeni
• Promuove attività di educazione sanitaria sul tema dell'ipoacusia e della riabilitazione neuro-uditiva

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Perdita di udito e accesso al Servizio Sanitario Nazionale