L’autotrapianto di capelli è una soluzione davvero ottima per coloro che desiderano porre rimedio ad un diradamento più o meno accentuato, non è certamente per caso se questa metodologia, pur essendo relativamente “giovane”, ha già raggiunto un altissimo livello di diffusione

Come si può notare visitando il sito www.clinicbiorigeneral.com, appartenente ad una nota clinica specializzata, le principali tecniche a cui si può ricorrere per realizzare un autotrapianto sono 3 e in quest’articolo le andremo a scoprire, non prima di aver specificato alcune informazioni preziose.

Che cos’è l’autotrapianto

Partiamo dalla domanda di fondo: che cos’è l’autotrapianto? Come suggerisce lo stesso nome, l’autotrapianto è un trapianto di capelli endogeni, ovvero prelevati dal medesimo organismo del paziente.

Nello specifico, i capelli vengono prelevati dalle zone non soggette a caduta, ovvero quelle della parte inferiore della testa, per essere poi impiantati nei punti che necessitano di infoltimento.

Tramite un autotrapianto si può evitare che la fronte divenga troppo alta, si possono infoltire aree circoscritte, come nel caso di una stempiatura, e si può avere altrettanto successo anche laddove si debbano infoltire aree ben più ampie, come ad esempio l’intera parte superiore del capo.

I principali vantaggi dell’autotrapianto

Come si diceva, l’autotrapianto è una soluzione eccellente per chi vuol recuperare una capigliatura folta ed esteticamente piacevole, e se si afferma questo è per molteplici ragioni.

Il fatto che vengano utilizzati capelli del medesimo paziente, anzitutto, scongiura il rischio di rigetti: nei trapianti di capelli esogeni i rigetti da parte dell’organismo hanno sempre rappresentato uno degli ostacoli più grandi, ecco perché il perfezionamento di questa metodologia ha rappresentato una grandissima innovazione nel mondo della medicina estetica.

Impiantare capelli prelevati dall’organismo della medesima persona assicura un risultato perfettamente naturale, dal momento che vi è una perfetta omogeneità tra la zona infoltita e la zona donatrice, anche dal punto di vista cromatico, senza trascurare l’aspetto psicologico: tantissimi pazienti infatti accettano molto più agevolmente, e con una maggiore autostima, un risultato estetico ottenuto senza ricorrere ad elementi esogeni.

Come non menzionare inoltre l’estrema precisione del risultato finale, il fatto che l’intervento sia abbastanza rapido ed indolore, che è possibile riprendere le proprie attività quotidiane già dopo pochi giorni dall’effettuazione dell’operazione, e tanto altro ancora.

Le principali tecniche di esecuzione

Sulla base di quanto detto, dunque, è evidente il motivo per cui l’autotrapianto sia ormai divenuto un vero punto di riferimento.

Sebbene si effettui sempre, in tutti i casi, l’impiantamento di capelli del medesimo paziente, l’autotrapianto può essere eseguito con tecniche differenti.

Tutte queste tecniche sono efficaci e non ve ne è una in assoluto migliore rispetto ad altre: la scelta di quella più appropriata viene concordata con il medico chirurgo, sulla base delle varie peculiarità che contraddistinguono il singolo caso.

Andiamo dunque a scoprirle.

Tecnica FUE

La tecnica FUE, acronimo di Follicular Unit Extraction, prevede che le unità follicolari vengano prelevate dalla zona donatrice tramite un apposito strumento, chiamato punch.

Le unità follicolari (ognuna delle quali può contenere da 1 a 4 capelli) vengono poi impiantate nelle aree da infoltire grazie a delle apposite incisioni cutanee, precedentemente effettuate.

Tecnica FUT

La tecnica FUT, acronimo di Follicular Unit Transplantation, prevede che vengano prelevate dalle aree donatrici delle piccole porzioni di cute, chiamate strip.

Le strip sono poi sottoposte ad una dissezione, al termine della quale vengono conservate esclusivamente le unità follicolari, che possono poi essere impiantate nelle zone da infoltire.

Tecnica DHI

Quella denominata DHI, acronimo di Direct Hair Implantation, non è una tecnica a sé stante, ma una variante della FUE.

Anche in questo caso, infatti, vengono prelevate delle unità follicolari dalle aree donatrici, tuttavia esse, dopo essere state caricate su speciali strumenti chirurgici come il choi implanter pen, possono essere impiantate direttamente nell’area da infoltire, senza ricorrere ad incisioni precedentemente effettuate.

Non è raro che, negli autotrapianti, si ricorra ad una tecnica mista, in cui la DHI convive con la FUE standard.

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