Se in un’epoca non troppo lontana le sale d’attesa erano semplicemente dei luoghi di transito, di passaggio verso quella che poi sarebbe stata l’esperienza vera e propria da affrontare, la visita nel caso degli studi medici, degli ambulatori o altri contesti legati alla cura della persona, oggi si può affermare con certezza che pensare uno spazio d’attesa adeguato è un’operazione basilare per far sentire i pazienti a proprio agio.

Una comodità che va interpretata sia in senso fisico, per esempio stando seduti in una posizione agevole, che psicologico: a tanti la figura del medico o la visita che stanno per affrontare spaventa. La sala d’attesa, grazie al modo in cui è costruita, può contribuire almeno in parte ad alleviare la tensione o l’agitazione percepita dai pazienti, aiutandoli a pensare ad altro in quegli istanti, più o meno lunghi.

L’anticamera dello studio medico

Sottovalutare l’arredamento e la conformazione di una sala d’attesa è un errore grave perché il paziente, una volta varcata la soglia e mentre attende il suo turno, si fa già un’idea di quello che lo aspetterà: se l’ambiente non viene presentato con le giuste accortezze, la prima impressione avuta si riverserà inevitabilmente anche sullo spazio successivo, quello dello studio medico o dell’ambulatorio. Non deve più essere l’ultimo pensiero di chi allestisce insomma, ma l’importanza dev’essere commisurata al resto del contesto.

Già dalla sala d’attesa di uno studio medico è possibile ricostruirne professionalità e affidabilità. Arredarla inserendo alcune migliorie significa creare un’opportunità per il medico, o per gli ambulatori in generale, da non ignorare se si vuole conquistare la fiducia del paziente sin dai primi istanti. Accoglierlo nel modo giusto vuol dire non solo arredare la sala d’attesa seguendo precise logiche, ma anche occuparsi di lui dal punto di vista psicologico, distraendolo ed evitando che il nervosismo si accumuli.

Un arredamento specializzato

Da dove iniziare per arredare una sala d’attesa? Considerando quanto detto finora, si può valutare il tipo di specializzazione conseguita dal medico dello studio: se i suoi pazienti sono prettamente adulti, colori neutri e mobili minimali ed essenziali risultano ottimali per costruirla. Altrimenti, se il professionista in questione è per esempio un pediatra e quindi si occupa di bambini, domineranno tinte vivaci, tanti disegni e piccoli tavoli su cui farli giocare per ingannare l’attesa e renderli spensierati. È importante, soprattutto nel loro caso, mantenere leggere l’atmosfera, trattandosi delle prime volte in cui entrano a contatto con la figura del medico, verso la quale potrebbero sviluppare una sorta di timore.

Oltre alle sedute per la sala d’attesa, altri elementi classici e immancabili sono un tavolino, su cui distribuire riviste per ingannare il tempo, attaccapanni e la scrivania di chi fissa gli appuntamenti. Sulle pareti è possibile appendere poster con informazioni utili per i pazienti rispetto alle visite specializzate che andranno a compiere, tutti sintomo di professionalità: nella sala d’attesa di uno studio dentistico per esempio, può esserci un manifesto dove si parla di apparecchi ortodontici e, attraverso anche l’ausilio di immagini, vengono mostrati il prima e il dopo l’intervento. Anche lasciare sui tavolini o portariviste dépliant aggiornati e coerenti con il tipo di attività svolta nello studio permette ai pazienti di tranquillizzarsi e sapere a cosa vanno incontro. Infine pure l’illuminazione vuole la sua parte: meglio optare per la luce naturale e bilanciare diverse fonti luminose per quanto riguarda la luce artificiale: luci fredde e asettiche sono rivelatori di pulizia e professionalità, le luci calde invece giocano sui principi della cromoterapia, rendendo gli avventori più inclini all’attesa.

L’attesa mettendosi comodi

L’ultimo elemento, ma di certo non meno importante, è rappresentato dalle sedute, ovvero sedie e poltroncine. Mai sceglierne di bassa qualità: devono essere comode, senza spigolature o appigli, con rivestimenti facili da pulire e durevoli nel tempo. I tempi d’attesa possono diventare lunghi, e se già c’è agitazione, sedute fastidiose non faranno altro che peggiorarla. Le sedie per sale d’attesa devono anche essere facili da disinfettare, così come il resto dei mobili presenti, realizzati in materiali capaci di resistere anche a prodotti aggressivi, con meno cuciture e punti di presa possibili, meglio se traspiranti. Di solito le sedie imbottite sono le più comode e favoriscono una postura corretta. Devono avere uno schienale comodo, capace di sostenere la schiena. Naturalmente, nella scelta della seduta, va considerato anche il tipo di utenza che frequenta lo studio e le difficoltà che potrebbe incontrare (anziani o persone con disabilità su tutti). La seduta scelta, per dare continuità allo stile, può essere abbinata al bancone presente in reception. Essendo contesti dove potenzialmente potrebbero circolare virus o malattie, le sale d’attesa necessitano di essere ben ventilate: uno spazio fresco e pulito aiuterà i pazienti a rilassarsi e ad aspettare con calma il proprio turno. Quale miglior modo per mettere a proprio agio i pazienti se non con un po’ di musica? Basterà una piccola cassa per diffonderla, creando un ambiente gradevole e rilassante.

Per concludere con un consiglio non legato all’arredamento, può aiutare i pazienti a tranquillizzarsi avere una stima sui tempi di attesa: se sono incerti, lo stress aumenterà automaticamente e le tempistiche appariranno più lunghe del dovuto. Comunicarle, sia in minuti che in numero di persone prima di loro, li farà sentire a proprio agio.

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