“Un verde ramarro correva al ruscello” oppure “tigre contro tigre”, alzi la mano chi non è stato mai invitato a pronunciare uno dei classici scioglilingua che tradizionalmente vengono proposti per verificare l’abilità di produrre la lettera R, uno dei fonemi più particolari e difficili da eseguire nella nostra lingua ma anche uno dei più presenti nelle parole del nostro vocabolario. Intorno ai 4 anni si stima che un 20% circa dei bambini non la sappiano ancora dire. C'è qualcosa che possiamo fare per favorirne la comparsa? 

Per prima cosa osserviamo noi stessi: come pronunciamo la erre? Da manuale di fonetica la /r/ è un fonema vibrante alveolare sonoro, ciò significa che viene prodotta con la punta della lingua posizionata dietro gli incisivi superiori, in una posizione tonica ma nello stesso tempo elastica, tale per cui il flusso d'aria proveniente dai polmoni possa mettere la lingua in vibrazione (avete capito bene: la lingua non ha al suo interno un motorino che vibra, è l'aria che la fa muovere passando) mentre le corde vocali stanno producendo la voce e quindi stanno anch'esse vibrando. Il resto della lingua va mantenuta ben contenuta dentro l'arcata dentale superiore in modo che non ci siano sfiati laterali e tutta l'aria possa essere convogliata, attraverso un canale centrale, verso la punta. Facile, no? 

Per la maggior parte dei bambini la /r/ arriva in maniera naturale e già un buon 50% è in grado di farla vibrare entro i 3 anni. Alcuni bambini per quest'età avranno invece già adottato spontaneamente una /R/ con vibrazione posteriore, la cosidetta R moscia o R francese: in questo caso non è la punta della lingua a vibrare ma è una porzione mediana o posteriore che va ad incontrare il fondo del palato o le pareti faringee. Perché una o perché l'altra? Dipende dalle dimensioni e dall'assetto delle fibre muscolari linguali (la lingua è un idrostato muscolare composto da un reticolo di muscoli intersecati tra di loro, una decina tra intrinseci ed estrinseci) e, altro aspetto molto importante per la R, dalla conformazione del frenulo sublinguale (quel filettino che vediamo sotto la lingua se la risucchiamo sul palato): se il frenulo è troppo corto difficilmente otterremo una R di punta e sarà da valutare l'eventuale necessità di un piccolo intervento chirurgico (tendenzialmente col laser ma in alcuni casi anche col bisturi) da parte di un medico specializzato.

Fin qui abbiamo parlato degli aspetti più meccanici ma non dobbiamo dimenticare che il livello di attenzione che il bambino ha verso la sequenza dei suoni che sente e produce può ritardare o favorire la loro corretta successione mentre parla. Questo aspetto crea un'importante differenza, per il logopdista, tra una questione puramente fono-articolatoria (non riesco a dire bene quella lettera ma la riconosco e so dove andrebbe messa nelle parole) e una quaestione fonologica (faccio fatica a capire dove esattamente dovrei mettere questo suono nelle parole, posso confonderlo con altri suoni). Nel primo caso basterà allenare i muscoli e la coordinazione della lingua, eventualmente con l'aiuto di uno spazzolino elettrico speciale, nel secondo caso si faranno dei giochi anche a livello di discriminazione uditiva per imparare a sentire e riconoscere la erre all'interno di stringhe di suono via via più complesse.

Nelle parole che usiamo quotidianamente possiamo trovare la R in prima posizione oppure tra due vocali, talvolta doppia o vicina ad altre consonanti (ramo, fiore, torre, pranzo, braccio, treno, drago, crudo, grande, fresco, porta, parco, merlo, morso, marcia...) le combinazioni sono veramente tantissime e ogni bambino potrebbe trovare più semplice eseguire la R in una certa sequenza di suoni piuttosto che in un'altra. Generalmente i bambini che non producono ancora la R tendono a sostituirla con la L oppure la omettono cioè non la dicono. 

Come capire se il nostro bambino è un buon candidato per sviluppare in autonomia la classica erre di punta? Se al posto della R dice la L ma facendogli dire velocemente TLA TLA TLA si sente in realtà un TRA TRA TRA e il bambino percepisce la differenza tra questi suoni, vedrete che la erre non tarderà ad arrivare, potreste facilitarne la comparsa tonificando la lingua con degli schiocchi (come quando si imita il suono del trotto del cavallo). Se invece il bambino ha sviluppato in autonomia una R posteriore e mentre parla la usa già in tutte le posizioni (iniziale, mediana, doppia, preconsonantica, postconsonantica) in maniera fluida e comoda... va benissimo così! Accettiamo e valorizziamo questa sua abilità: con la erre moscia si può fare tutto, anche diventare logopedista; se si desidera si sarà sempre in tempo a provare a dire anche la erre di punta, con il supporto adatto e l'allenamento necessario.

Quando è meglio rivolgersi ad un logopedista? Se verso i cinque anni vostro figlio ancora sostituisce la R con la L oppure non marca proprio la posizione della erre nelle parole è utile portarlo da uno specialista che potrà valutare il quadro fonetico-fonologico generale ed eventualmente proporre delle attività utili in primo luogo a favorire l'attenzione sulla corretta catena dei suoni, abilità fondamentale per poter poi imparare a leggere e scrivere efficacemente.

A cura di Francesca Brignoli
Logopedista

A cura di Francesca Brignoli
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