Si parla spesso delle difficoltà che i ragazzi con DSA incontrano a livello scolastico ma cosa succede dopo il Diploma o la Laurea e, in generale, quando i nostri ragazzi si affacciano nel mondo del lavoro? Quali sono le principali difficoltà che un aspirante lavoratore con DSA potrebbe incontrare nella fase di inserimento nel mondo lavorativo?

Le principali difficoltà potrebbero riguardare la scelta del ruolo professionale adatto, la stesura di un curriculum vitae e i colloqui di selezione.

Possono esserci ostacoli nel processo di selezione che creano una condizione di svantaggio per chi ha un DSA?
Sì, in alcuni casi esistono diversi ostacoli già a partire dai processi di selezione: i test e le procedure di assunzione e selezione richiedono spesso abilità di letto-scrittura e altre capacità che risultano spesso più difficoltose delle competenze richieste dal ruolo professionale per il quale si concorre. Inoltre, frequentemente, le procedure di assunzione e selezione si basano molto sulle competenze linguistiche: questo può comportare un sovraccarico della memoria di lavoro e vissuti di ansia per chi ha un DSA.

Quali possono essere le difficoltà maggiori che un giovane con DSA potrebbe incontrare abitualmente nel mondo del lavoro?
Non dobbiamo dimenticarci come le difficoltà di apprendimento abbiano ricadute anche nel mondo lavorativo: a partire da quello che può essere il classico affaticamento nella lettura, scrittura e calcolo. Si potrebbe incontrare criticità nella lettura a prima vista, nel dover decodificare una grande quantità di materiale scritto da leggere (nel caso ad esempio nella preparazione di riunioni, conferenze e progetti ecc.), nella scrittura corretta e leggibile di e-mail, appunti, promemoria e messaggi presi al telefono, così come nel compilare fatture, moduli, fogli di calcolo, nell’eseguire calcoli a mente o anche nel pronunciare, leggere, scrivere e copiare cifre in modo accurato.
Oltre alle abilità più strumentali sul piano degli apprendimenti non bisogna dimenticare che il DSA porta con sé delle fatiche a livello neuropsicologico. Si potrebbero, quindi, avere difficoltà nelle abilità organizzative legate alla dimenticanza di appuntamenti, al confondere orari e luoghi di riunioni o seminari e alla difficoltà nel rispettare le scadenze, fragilità nella memoria a breve termine e nell’attenzione sostenuta quindi nel mantenere la concentrazione prolungata su uno stesso compito, nel ricordare quanto detto alle riunioni o nel prendere appunti, nell’elaborazione di informazioni quando non vi sono supporti visivi o uditivi, al disagio negli aspetti procedurali legati a deficit nella memoria di lavoro (ad es. eseguire calcoli a mente) o nell’abilità di sequenziamento come sistemare documenti in un ordine preciso, infine, criticità nella pianificazione e organizzazione delle attività personali e professionali e nella gestione del tempo.

Possono esserci anche altri aspetti che non dipendono direttamente dalle caratteristiche della persona con DSA ma dall’ambiente lavorativo e dall’organizzazione del lavoro?
Sicuramente lavorare in un ambiente troppo rumoroso potrebbe non risultare molto semplice per chi ha già difficoltà a concentrarsi, così come l’eccessivo carico di mansioni o la scarsa definizione di ruoli e compiti o il dover automatizzare frequentemente nuove routine può risultare complesso per chi ha un DSA. Non dimentichiamoci, infine, gli aspetti psicologici: anche questi fattori influenzano l’esperienza lavorativa e la percezione di autoefficacia, in particolare legata alla bassa autostima, scarsa fiducia in sé e la frustrazione correlata ad esiti negativi e stress.

Quali possono essere invece i punti di forza dei ragazzi con DSA in ambito lavorativo?
I ragazzi con DSA hanno nella maggior parte dei casi un’intelligenza normale o superiore alla norma, possiedono una visione d’insieme, un’elaborazione cognitiva di tipo globale oltre ad un ragionamento dinamico e non convenzionale, apprendono dall’esperienza del fare, possono avere un talento visuo-spaziale, un pensiero per immagini, una buona memoria visiva oltre a grandi doti di intuizione e creatività. Molti ragazzi hanno ottime relazioni interpersonali e capacità empatiche, e, anche a causa delle difficoltà che hanno dovuto affrontare nel percorso scolastico, grandi capacità di adattamento.

Esistono delle specifiche tutele in ambito lavorativo per i ragazzi con DSA?
La legge 170/2010 “Nuove norme in materia di Disturbi Specifici di Apprendimento in ambito scolastico” stabilisce nell’art.2 al punto h di “assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito scolastico e professionale.” Ad oggi però solo alcuni Regioni garantiscono pari opportunità nei contesti di lavoro; attualmente l’unica tutela è la possibilità di utilizzare gli strumenti compensativi durante i concorsi pubblici regionali.

Esistono progetti per l’inserimento lavorativo delle persone con DSA?
Per promuovere l’inserimento lavorativo delle persone con DSA l’Associazione Italiana Dislessia, in rete con la Fondazione Italiana Dislessia, ha creato il Progetto Dyslexia@work, un’iniziativa gratuita rivolta ai giovani con DSA tra i 16 e i 30 anni, con l’obiettivo di guidare i ragazzi verso il loro primo inserimento nel mondo del lavoro. Questo progetto di ricerca-azione consiste in alcuni incontri informativi rivolti a giovani con DSA (oltre che a genitori, datori di lavoro e a tutte le persone interessate), un corso di orientamento professionale rivolto ai giovani con DSA in cerca della loro prima occupazione e colloqui di career counseling.

I progetti riguardano anche le Aziende?
Anche le aziende devono impegnarsi nel realizzare un ambiente di lavoro inclusivo, a tal proposito la Fondazione Italiana Dislessia ha promosso il marchio Dyslexia Friendly e il progetto “DSA: Progress for work”. Tale marchio rappresenta un riconoscimento per tutte le aziende sensibili al tema dell’inclusione lavorativa che prevede la partecipazione ad un percorso di formazione del personale che si focalizza sulla valutazione dei candidati con DSA e sulla valorizzazione delle prestazioni dei candidati.

Il ragazzo con DSA è obbligato a comunicare in azienda il proprio disturbo?
No, è una scelta personale. Sicuramente è stato rilevato come i lavoratori con DSA che hanno avuto successo in ambito lavorativo hanno dimostrato di avere un’ottima consapevolezza del disturbo e di come questo influenza le diverse attività, conoscono i loro punti di forza, sono in grado di definire e attuare un piano di azione orientato al raggiungimento di un obiettivo, conoscono e sanno far valere i propri diritti, hanno trovato la professione idonea alle loro caratteristiche, hanno un forte senso di controllo sugli eventi legati alla carriera e hanno una percezione positiva del proprio disturbo.

Aziende e candidati a chi si possono rivolgere per avere aiuti in merito?
Le aziende possono rivolgersi al Comitato Lavoro di AID comitatolavoro@aiditalia.org mentre per lavoratori e aspiranti lavoratori è attivo l’Help-line Adulti e Lavoro di AID lavoro@aiditalia.org

E per un aiuto più personalizzato?
Presso il Centro per l’Età Evolutiva è attivo un percorso che orienta gli aspiranti lavoratori con DSA verso una scelta professionale personalizzata, individuando i potenziali ostacoli alla riuscita professionale di candidati e lavoratori con DSA e fornendo assistenza a partire dal processo di selezione e lungo tutto il percorso di sviluppo e crescita professionale.

Per info o appuntamenti:
Dott.ssa Flavia Ottoboni
Psicologa e Consulente per la Carriera
flavia.ottoboni@centroetaevolutiva.it
Per maggiori informazioni:
Centro per l’Età Evolutiva
Via Dei Partigiani 5- Bergamo
www.centroetaevolutiva.it

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