Quali sono i meccanismi che entrano in gioco nell’apprendimento in adolescenza? L’adolescente si trova a gestire richieste scolastiche più complesse e può scontrarsi con fatiche inaspettate, che talvolta lo disorientano e alimentano un senso di inefficacia. Come affrontarle? 

 

Quali sono le variabili che influenzano l’apprendimento dell’adolescente?
Il cervello degli adolescenti è soggetto a profonde trasformazioni (es. pruning sinaptico) che permettono un’elaborazione più efficiente delle informazioni e lo rendono adattabile: ciò costituisce un’ottima predisposizione ai nuovi apprendimenti. Tuttavia la ristrutturazione cerebrale espone ad una maggiore vulnerabilità a fattori traumatici o tossici (es. alcool, droghe), che possono ridurre le potenzialità di sviluppo.  Questi cambiamenti rendono l’adolescente più impulsivonelle scelte che compie e maggiormente sensibile alle gratificazioni immediate: queste tendenze portano talvolta a sottostimare le conseguenze a lungo termine legate allo scarso impegno scolastico, a favore di riscontri più immediati e gratificanti (es. videogiochi, uscite con gli amici …). 
L’adolescenza è anche il momento della costruzione identitaria, nella quale gioca un peso fondamentale la percezione di sè come studente, costruita su giudizi e feedback ricevuti (“che studente sono? capace o incapace? popolare o anonimo?”). Per questi motivi è importante monitorare anche l’influenza di variabili emotive e relazionali, che sostengono oppure amplificano eventuali fatiche scolastiche.

Come è possibile sostenere l’apprendimento in adolescenza?
In primis è importante favorire un dialogo aperto con il ragazzo, affinchè genitori e insegnanti possano osservare ed accogliere le sue difficoltà. Questa è la condizione essenziale per poter agganciare il ragazzo ad un possibile intervento di supporto, volto a comprendere la natura delle fatiche emerse e possibili azioni per gestirle al meglio.
La motivazione ad apprendere può essere sostenuta solo in contesti significativi per l’adolescente, che riconosce il valore e l’utilità del confronto con l’adulto (insegnante, tutor, genitore) che insegna e lo sostiene. Talvolta si possono creare circoli viziosi: quando un ragazzo sperimenta continue esperienze di insuccesso scolastico per difficoltà che non sono riconosciute, tende a sviluppare un senso impotenza appresa e di conseguenza tende a disinvestire nello studio.
In altri casi, pur non essendoci specifiche difficoltà, i ragazzi possono considerare gli impegni scolastici con superficialità con conseguenti ricadute sul profitto. Può essere utile offrire occasioni di apprendimento nelle quali si possa mettere in gioco il loro bisogno di creatività e autonomia, ricercando modalità personali e maggiormente stimolanti di approccio al compito.  Se l’apprendimento esce dalla dimensione individuale e viene sostenuto dalle dinamiche di un gruppo di lavoro (es. cooperative learning, classe capovolta..), si può far leva sulla necessità dei ragazzi di sperimentarsi nelle relazioni, che possono costituire anche una rete di sostegno.

Quali sono i segnali di una possibile difficoltà o disturbo?
In adolescenza possono manifestarsi difficoltà di apprendimento che precedentemente erano passate inosservate perché si innalza il livello di richieste e le modalità di compensazione messe in atto (talvolta anche in maniera inconsapevole dal ragazzo) potrebbero non essere sufficienti. A fronte di un impegno costante nello studio si potrebbe osservare lentezza nel finire i compiti o le prove, difficoltà a memorizzare o eseguire compiti in parallelo, per esempio prendere appunti mentre l’insegnante spiega. Disinteresse e scarso investimento nello studio possono essere anche la spia di difficoltà emotive e comportamentali, anch’esse meritevoli di approfondimento.

Quando è utile ricorrere ad una valutazione psico-diagnostica?
E’ utile intraprendere un percorso di valutazione quando permangono dubbi circa le fatiche d’apprendimento che si osservano, soprattutto se non sono legate ad un momento transitorio, ma si presentano in modo costante e si riscontrano anche nella storia scolastica precedente. La valutazione permette di mettere a fuoco i punti di forza/fragilità del ragazzo e riscontrare eventuali Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) o evolutivi (FIL, ADHD..). La finalità della valutazione non è esclusivamente diagnostica, ma permette di accrescere nel ragazzo e nei genitori la consapevolezzadelle sue caratteristiche di apprendimento. Conseguentemente si potranno intraprendere i supporti più idonei: terapie psicologiche, potenziamento del metodo di studio, percorsi di orientamento o ri-orientamento scolastico.

Per info o appuntamenti:
Dott.ssa Elisa Tomasoni – psicologa
elisa.tomasoni@centroetaevolutiva.it
Centro per l’Età Evolutiva
Via Dei Partigiani 5- Bergamo
www.centroetaevolutiva.it

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