Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è conosciuto da secoli, ma solo da una ventina d’anni le ricerche hanno posto l’attenzione sulla dimensione infantile della patologia. Il DOC ricorre tra bambini e adolescenti molto più frequentemente di quanto non si credesse in passato. Esso riguarda, infatti, una percentuale che va dall’1 al 4% della popolazione in età evolutiva.

 

Il DOC in bambini e adolescenti, come accade per gli adulti, è caratterizzato dalla presenza di ossessioni, cioè pensieri, immagini o impulsi intrusivi (che emergono improvvisamente e spontaneamente nella mente) da cui il soggetto si sente perseguitato, e compulsioni, ovvero comportamenti ripetitivi messi in atto per diminuire l’ansia provocata dalle ossessioni.

Da un punto di vista fenomenologico il DOC può presentarsi in molte varianti. In generale, le manifestazioni più comuni del DOC in età evolutiva sono:

-la paura di contaminazione, caratterizzata dal timore dello sporco, dei germi e di essere contagiati da materiali infetti. Tale paura spinge il bambino/adolescente a continui rituali di lavaggio (personale, degli abiti, degli oggetti, degli ambienti) e a rigidi comportamenti di evitamento (non toccare certi oggetti, non stringere la mano, non frequentare luoghi potenzialmente contaminati ecc.).

-il dubbio, ovvero il timore di non aver compiuto adeguatamente le proprie mansioni, di aver commesso errori o di aver fatto male a qualcuno. I bambini possono essere angosciati di non aver scritto tutti i compiti, di aver commesso degli errori nello svolgimento e, in alcuni casi, di aver fatto male alla mamma o al papà. Questi dubbi li spingono a controllare ripetutamente che tutto sia stato fatto nel modo corretto. Il controllo può essere effettuato fisicamente (per es. ricontrollando lo svolgimento dei compiti) oppure ripercorrendo con la mente tutti i passaggi.

-ordine e simmetria, ovvero la tendenza a ordinare gli oggetti “perfettamente” o a compiere le azioni in modo simmetrico, ripetendole fino a raggiungere il “modo giusto”. In alcuni casi tutti gli oggetti devono avere un ordine preciso e seguire una sequenza logica (per dimensione, tipologia, colore e così via) costringendo i bambini/adolescenti ad una continua verifica e ricerca della perfezione. Questo comportamento può essere talmente invasivo e fastidioso da bloccare lo svolgimento delle azioni quotidiane: il bambino/adolescente può impiegare ore a svolgere attività che richiederebbero normalmente pochi minuti.

A tutti noi sarà capitato di sperimentare, almeno una volta nella vita, pensieri o comportamenti analoghi a quelli appena descritti. Ciò che differenzia il DOC non è infatti la qualità del pensiero, ma la “quantità” e il modo in cui si risponde ad esso: la persona si sente invasa e perseguitata dai pensieri e dalle immagini che “gli entrano” in testa e si sente costretta a compiere compulsioni nel tentativo disperato di allontanare da sé questo tormento.

I genitori, quando il DOC emerge in età evolutiva, possono trovarsi in difficoltà nel distinguere il limite tra normalità e patologia e nell’interpretare correttamente una serie di sintomi. Inoltre, in molti casi, i genitori commettono, in buona fede, degli errori che alimentano il disturbo: così la mamma che lava più volte tutti i vestiti o il papà che si toglie le scarpe prima di entrare in casa per calmare l’ansia del figlio, contribuiscono inconsapevolmente al mantenimento del disturbo. Senza alcun aiuto, il DOC progredisce e l’atmosfera familiare rischia di deteriorarsi alimentando la sofferenza del bambino/adolescente con DOC e di chi lo circonda.

Il disturbo ossessivo compulsivo, se non curato, tende alla cronicizzazione, e nel tempo può risultare invalidante: il soggetto affetto da DOC a causa dei continui rituali tende a trascorrere molto tempo ad espletare le suddette azioni; inoltre i continui evitamenti di luoghi e persone ritenuti responsabili di contagi o disastri conducono inevitabilmente all’isolamento e danneggiano il funzionamento sociale dell’individuo.

Il processo diagnostico del DOC è in carico ad un professionista della salute mentale (psicologo dell’età evolutiva, neuropsichiatra infantile) che provvede, durante i colloqui clinici con il bambino/adolescente e i suoi genitori, alla raccolta dell’anamnesi personale e familiare, alla somministrazione di test e interviste diagnostiche e alla valutazione sistematica di tutti gli elementi sintomatologici che gli consentano di accertare o meno la presenza del DOC.

Le linee guida internazionali indicano nella terapia farmacologica e nella terapia cognitivo-comportamentale i trattamenti più efficaci. L’ intervento cognitivo-comportamentale è finalizzato a breve termine a ridurre la quantità e la frequenza dei sintomi e, più a lungo termine, a rendere il soggetto meno vulnerabile ai meccanismi cognitivi che hanno contribuito alla genesi e al mantenimento del disturbo. Negli ultimi anni la terapia cognitivo-comportamentale classica è stata integrata con terapie di nuova generazione come l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e la Mindfulness che si stanno rivelando molto promettenti. L'utilizzo di metafore ed esercizi esperenziali, ampiamente utilizzate da queste nuove terapie, hanno un ottimo impatto nella cura del bambino e dell'adolescente che presentano il DOC.

 

A cura di Ilaria Rota
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