La calvizie maschile, più precisamente definita alopecia androgenetica, colpisce moltissimi uomini in misura e ad età diverse, ma può oggi trovare soluzione a prezzi dell'impianto di capelli ragionevoli. Vediamo quindi che cosa è necessario sapere per prendere in considerazione la possibilità di sottoporsi a un trapianto di capelli.

 

Le ricerche hanno dimostrato che a causare l’alopecia androgenetica è una predisposizione genetica che si combina con il passare del tempo (invecchiamento) e con il tasso degli ormoni androgeni, ma anche lo stress o altre condizioni esterne possono concorrere alla perdita dei capelli. Colpisce circa l'80% dei maschi nel corso della vita.

La calvizie, soprattutto se si manifesta in età non avanzata, è per molti uomini motivo di insoddisfazione rispetto al proprio aspetto fisico e può influire pesantemente sull’autostima, sfociando in una tendenza a isolarsi e rinunciare alla vita sociale. E’ più che legittimo cercare una soluzione alla perdita dei capelli se diventa un aspetto pesante nella percezione di noi stessi, in accordo con quanto anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha suggerito negli ultimi anni: la salute non deve essere considerata semplicemente come assenza di malattia ma come benessere psicofisico.

Il metodo più affermato in tutto il mondo è oggi il cosiddetto trapianto FUE ("Follicular Unit Extraction", cioè  “Estrazione dell’Unità Follicolare”), tecnica messa a punto da due chirurghi plastici brasiliani, (professor Carlos Uebel e professor Munin Curi) che consiste nell’estrazione di follicoli piliferi da una zona donatrice per poi impiantarli nella zona calva o che necessita di rinfoltimento. Il chirurgo estrae e impianta un follicolo alla volta, per cui il costo e la durata di questo trattamento dipende sempre dal numero di follicoli interessati, che a sua volta dipende dall’ampiezza della zona calva che andrà rinfoltita. L’ordine di grandezza dei follicoli trapiantati è di alcune migliaia. Se il numero di follicoli trasferiti non è elevatissimo l’intervento viene realizzato in varie ore nella stessa giornata, solo nel caso di un numero molto elevato di follicoli da trasferire potrebbe svolgersi in più volte. Se è necessaria una seconda sessione in generale avviene almeno dopo sei mesi dalla prima. La tecnica, che va eseguita da mani esperte, non lascia cicatrici come avveniva con tecniche più invasive usate in passato e richiede solo l’anestesia locale.

Ma vediamo quali elementi vanno considerati prima di prendere la decisione di sottoporsi a un trapianto di capelli. Come per ogni altro trattamento medico o estetico il paziente deve essere bene informato sulla tecnica utilizzata e sui risultati che si possono realisticamente ottenere. In generale nei trattamenti estetici i due principali motivi di insoddisfazione dei pazienti sono le aspettative al di sopra di quello che è il risultato atteso dal trattamento scelto e la percezione da parte del paziente di difetti non reali o minimi, che quindi non potranno mai essere corretti.

Nell’ambito di una corretta informazione pre-intervento il primo passo è identificare se il paziente è effettivamente un candidato adatto al trapianto. Esiste una scala della calvizie detta di Norwood: per proporre il trapianto il candidato dovrebbe essere oltre la fase 2 di 7 di questa scala, definita come “leggera recessione dell’attaccatura dei capelli intorno alle tempie”, oppure avere cominciato a perdere i capelli da almeno 3 anni. Altri due requisiti sono la stabilizzazione della calvizie e la presenza di aree con densità sufficiente per essere donatrici di follicoli. Di solito queste aree sono situate alla nuca e ai lati della testa.

Così come il paziente deve essere ben informato e ricevere risposte a tutte le sue domande e dubbi l’èquipe che effettuerà il trapianto deve essere a conoscenza con precisione delle condizioni di salute del paziente, in particolare se questo soffre di diabete, malattie reumatiche, ipertensione, se assume farmaci di uso continuativo o se è affetto da malattie della pelle, come psoriasi, eczema, etc.  che interessano anche il cuoio capelluto. In quest’ultimo caso dovrà curare le patologie della pelle prima di programmare l’intervento di trapianto dei capelli.

Come per ogni intervento vengono prescritti degli esami del sangue su richiesta dell’èquipe e si dovrebbe ridurre/sospendere l’assunzione di alcool e il fumo di sigaretta da una settimana prima dell’intervento. Allo stesso modo non vanno usati prodotti per i capelli o shampoo speciali in preparazione al trapianto, ma il paziente si deve presentare con i capelli ben lavati il giorno precedente con uno shampoo normale. Prima del trapianto per un buon risultato i capelli vengono tagliati corti. E’ necessario presentarsi per l’intervento indossando una capo di vestiario abbottonato in modo che quando ci si riveste non sia necessario fare passare l’indumento dalla testa, sfregando sul cuoio capelluto.

Il trapianto si svolge ambulatorialmente con anestesia locale, il paziente dovrà essere informato che, lasciando la clinica al termine del trattamento, potrebbe sentire qualche fastidioal venir meno dell’anestesia (senso di tensione o lieve dolore) che potranno essere gestiti con la prescrizione di antidolorifici. Si osservano anche crosticine o arrossamenti del cuoio capelluto che sono da consoderarsi del tutto normali.

Globalmente il trapianto non è una procedura dolorosa, grazie all’anestesia locale e all’eventuale antidolorifico nel post intervento, un po’ come andare dal dentista per un trattamento conservativo. Generalmente viene consigliato un certo riposo dopo l’intervento, dalle attività lavorative e sportive, si deve inoltre evitare l’uso di caschi, cappelli etc. e non lavare i capelli per circa una settimana.

Perché non si allarmi inutilmente è molto importante che il paziente sia a conoscenza che tra la seconda e la dodicesima settimana dopo l’impianto i capelli impiantati andranno incontro a una naturale caduta, nulla di cui preoccuparsi. Questo non significa che il trapianto è fallito, è esattamente il contrario: il capello cade ma il follicolo trapiantato è attivo, infatti dopo circa 3-4 mesi i nuovi capelli cominciano a crescere. La densità continuerà a migliorare fino a giungere a regime dopo uno-due anni circa dal trapianto.

Il paziente potrebbe chiedersi se dopo un certo tempo non assisterà di nuovo a fenomeni di caduta. La risposta in generale è no, i risultati sono duraturi, poiché i follicoli prelevati provengono da aree donatrici che non vengono influenzate dall'azione dell’ormone DHT (diidrotestosterone) che il principale responsabile della alopecia androgenetica. Le aree donatrici (nuca e lati) sono infatti zone del cuoio capelluto che in generale vengono risparmiate dalla alopecia androgenetica.

A cura di Lella Fonseca
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