A un anno dall’inizio della pandemia è stata riconosciuta primaria l’attività delle aziende che si occupano di  trasporti urgenti, anche se nei primi mesi dell’emergenza sanitaria era stato sottovalutato il loro operato.

Con l’avvio della campagna vaccinale, l’attenzione verso la logistica distributiva e organizzativa dei medicinali in generale è cresciuta: lo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi ha fatto intendere, attraverso una serie di azioni, di averne compreso l’importanza, nominando come Commissario all’emergenza il generale Francesco Paolo Figliulo, già Comandante Logistico dell’Esercito prima di assumere l’attuale carica. Non solo: la bozza relativa al piano vaccinale pone al centro l’aspetto logistico, in quanto un’efficace vaccinazione di massa può derivare solo dall’esecuzione meticolosa di una serie di mansioni, quali lo stoccaggio e la distribuzione dei farmaci. 

Il coordinamento tra i vari organi coinvolti, tra cui le ditte di autotrasporto, diventa dunque uno dei punti su cui lavorare per effettuare la consegna dei medicinali, garantendo la massima qualità della merce spedita e l’estrema professionalità degli addetti incaricati del trasporto.  

La crescita delle spedizioni healthcare in Italia

Un’analisi effettuata dall’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano ha mostrato come la logistica dell’healthcare sia stata fondamentale sin dalle prime fasi dell’emergenza Coronavirus, e lo sarà ancor di più in futuro. Dal rapporto che è stato elaborato emerge come le consegne di medicinali urgenti siano state garantite con la medesima continuità e puntualità del pre-pandemia, senza subire eccessivi contraccolpi,  considerata la difficile situazione da gestire, sottolineando come il settore dei trasporti sia determinante nel funzionamento del sistema salute. A livello nazionale, la Lombardia  si occupa del 72% dei flussi logistici: da questa regione partono e arrivano gran parte dei farmaci, grazie alla presenza di centri distributivi considerevoli che permettono di servire il Settentrione e non solo.  Il 46% dei flussi raggiunge gli ospedali, mentre un quarto le farmacie, infine il 28% viene recapitato in mano ai grossisti. Con l’avvento dell’emergenza sanitaria si è fatto spazio un 1%, che si stima continuerà a crescere, relativo alla consegna dei medicinali a domicilio

Gestione delle temperature e digitalizzazione

I trasporti di medicinali urgenti richiedono il rispetto di determinate temperature durante gli spostamenti. La creazione del vaccino per contrastare il Covid-19 ha fatto sì che aumentasse il volume di farmaci da gestire a regime di temperature basse, portando a un incremento dei prodotti che, durante le fasi di movimento, devono essere mantenuti al di sotto del grado zero. Resta tuttavia maggioritaria la quota di farmaci da conservare all’interno di un range che va dai 9° ai 25°C. Una differenza sostanziale rispetto alle temperature entro cui bisogna salvaguardare i prodotti farmaceutici durante il trasporto è riscontrabile anche tenendo in considerazione i riceventi: negli ospedali giungono merci di maggior valore e che vanno conservate a temperature tra i 2°-8° C

Come molti altri settori, quello dei trasporti di medicinali ha subito dei cambiamenti causati dalla nascita delle tecnologie digitali, che hanno incentivato la possibilità di monitorare i prodotti e tenerne controllata la temperatura, impedendo il loro danneggiamento, da evitare nel modo più assoluto soprattutto in periodi critici come quello attuale, durante i quali i rallentamenti devono essere banditi. L’obiettivo per il futuro è migliorare la tracciabilità dei farmaci, nonché potenziarne le consegne a domicilio. 

Distribuzione dei farmaci: come è cambiata durante la pandemia

Le farmacie e le aziende farmaceutiche, nel corso dell’emergenza, si sono rivelate un elemento imprescindibile per il funzionamento del sistema distributivo dei medicinali: la DPC (distribuzione per conto) ha dalla sua il vantaggio di poter disporre di un numero considerevole di punti dislocati sul territorio, che possono occuparsi della consegna dei farmaci a domicilio, mantenendo al contempo una logistica impeccabile, a differenza dell’erogazione diretta, che prevede il coinvolgimento delle strutture aziendali del Servizio Sanitario Nazionale. La pandemia ha fatto sì che venisse privilegiato da Regione Lombardia il primo modello illustrato in quanto, soprattutto nelle prime fasi, le farmacie erano uno dei pochi presidi aperti al pubblico, consentendo alla filiera del farmaco di non bloccarsi, anche attraverso sistemi come la ricetta elettronica, che ha permesso di evitare assembramenti negli studi medici e di semplificare l’organizzazione della distribuzione senza lasciare i pazienti in balia dei loro problemi ma, anzi, assicurando loro una cura continua soprattutto per chi soffriva di malattie croniche

Visto il successo derivato dalla consegna dei medicinali attraverso le farmacie, la Lombardia guarda al futuro con la consapevolezza dell’importanza di questo luogo all’interno della grande macchina logistica dei trasporti urgenti che concerne il comparto sanitario, mirando a rendere qualsiasi tipologia di farmaco sempre più vicina al paziente, soprattutto se di età avanzata o con problemi permanenti. 

Oltre alla consegna dei medicinali, la farmacia potrà inoltre offrire servizi originariamente svolti da altre strutture, come appunto le vaccinazioni.

È con queste premesse che è nata l’idea di effettuare il vaccino anti-Covid in queste realtà e sarà sempre con queste che il sistema dei trasporti di medicinali dovrà rapportarsi nel prossimo futuro. 

a cura di Marco Bianchi
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