Il fegato è un organo fondamentale per il corretto funzionamento del nostro l’organismo, nonché il più versatile, poiché svolge molteplici funzioni utili alla digestione, al metabolismo, alla difesa immunitaria, alla modulazione della glicemia, alla coagulazione e all’eliminazione delle sostanze tossiche.

È quindi facile comprendere come da un fegato in cattiva salute possano conseguire un’infinità di manifestazioni patologiche dalle caratteristiche più disparate. Tuttavia, nonostante l’importanza di questo organo, raramente ci prendiamo cura di esso come dovremmo. Infatti, sebbene moltissimi dei disturbi imputabili a un affaticamento epatico possano essere risolti con una semplice cura depurativa, si pensa spesso a curare il sintomo, circoscritto al punto in cui si è manifestato, senza prima risolvere il problema alla radice.

I sintomi più comuni dell’intossicazione epatica

Ad esempio, uno dei sintomi più comuni legati all’intossicazione epatica è la presenza di sensazione di gonfiore, crampi addominali, pesantezza e cattiva digestione, spesso accompagnati anche da alitosi, eruttazioni continue e bocca amara. Ecco, quindi, che prima di agire con una cura sintomatica a livello gastrointestinale, sarebbe opportuno considerare l’impiego di un depurativo. Un altro caso in cui si deve sospettare, in modo forse meno intuitivo, a uno stato di steatosi epatica (i.e. “fegato grasso”) può essere quello in cui si avverte un’eccessiva stanchezza, sintomo che appare come campanello di allarme per diverse patologie ma che, quando è legata a qualche squilibrio relativo al fegato, è spesso accompagnata da scarsa lucidità mentale, debolezza e sonnolenza, specialmente dopo i pasti. Una simile condizione può avere ripercussioni anche sul piano umorale, al punto che la presenza di rabbia, irritabilità, malinconia o eccesso di pensieri ossessivi possono essere indice di un sovraccarico epatico. Un altro sintomo che può essere ricondotto ai disturbi del fegato è quello relativo a un intenso prurito o a una pelle eccessivamente secca: infatti, se il fegato è tanto affaticato da non riuscire ad assolvere completamente all’eliminazione delle tossine, il nostro organismo tende a espellerle tramite la cute, causando prurito, dermatiti, forfora ed eruzioni. Il protrarsi di questi problemi cutanei rappresenta un messaggio chiaro da parte dell’organismo: il fegato è intossicato.

Le cause dell’affaticamento

Ma prima di parlare di depurativi per il fegato, occorre forse capire come si rendano necessari. È quindi fondamentale comprendere da cosa possa nascere un affaticamento epatico e come possa essere evitato. L’eccessivo consumo di alcol, di farmaci (soprattutto senza che ve ne sia un reale bisogno), di alimenti fritti, di grassi (in particolare quelli saturi, contenuti in latticini, margarina e carni grasse), di sale e di cibo affumicato e grigliato sono tutti comportamenti che possono affaticare notevolmente il metabolismo epatico e quindi, alla lunga, il fegato stesso. Un regime alimentare sano, unitamente ad un’adeguata attività fisica, è il requisito essenziale per mantenere il fegato in salute.

L’aiuto dei depurativi

Tuttavia, eccessi alimentari, stress, ma anche cambi di stagione, possono affaticare o intossicare il fegato, tanto da dover ricorrere all’utilizzo di un depurativo, che si può assumere principalmente in forma di sciroppo, soluzione idroalcolica (tinture madri), soluzioni idrogliceroalcolica (gemmoderivati), infuso o tisana. I depurativi epatici possono contenere estratti provenienti da diverse piante ed erbe con proprietà depurative e disintossicanti. Ne analizziamo, di seguito, le principali:

> Cardo mariano (Sylibum marianum L.): è un prezioso epatoprotettivo per il contenuto di silimarina, che grazie alle sue proprietà antiossidanti e antiradicaliche blocca il processo infiammatorio, proteggendo gli epatociti. Inoltre, la silibina in essa contenuta stimola la sintesi delle proteine a livello del fegato, determinandone la rigenerazione, e riduce l’accumulo di collagene, che può favorire lo sviluppo di fibrosi;

> Carciofo (Cynara scolymus L.): le foglie del carciofo stimolano il metabolismo epatico e il flusso di bile (effetto coleretico e colagogo), con conseguente detossicazione di possibili agenti tossici presenti nell’organismo, facilitando così anche la digestione (soprattutto dei grassi);

> Tarassaco (Taraxacum officinale Weber): i flavonoidi e i terpenoidi contenuti nel rizoma e nella radice sono dotati, oltre che di importanti proprietà colagoghe e coleretiche, anche di effetti diuretici, ipoglicemizzanti e ipocolesterolemizzanti, naturalmente coadiuvanti per il metabolismo e per il benessere del fegato;

> Bardana (Arctium lappa L.): pianta dall’azione depurante su fegato e pelle, ideale in caso di sfoghi cutanei causati da intossicazione del fegato.

In conclusione, l’utilizzo di questi estratti da soli o in combinazione con altri dotati di proprietà complementari (ortica, olivo, aloe, rooibos, orthosiphon, curcuma) devono rappresentare una scelta primaria, e non collaterale, per garantire il benessere del fegato e dell’intero organismo.

A cura del dott Luca Giacherio
Farmacista
Farmacia Giacherio, Ranica (Bg)

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