Quando le cose intorno mutano, quando si avviano cambiamenti inevitabili, ci si mette in gioco se si accetta di modificare qualcosa di sé, se si è disposti a rivedere e modificare gli schemi che si è soliti percorrere avviando una evoluzione, una trasformazione di sé e del contesto.

Mettiamoci in gioco” è il titolo, che suona come un’esortazione, che l’associazione “Amici della Pediatria” ha scelto per un nuovo progetto che intende avviare dei cambiamenti di carattere organizzativo per rispondere al meglio alle trasformazioni di ordine sociale e di contesto che negli ultimi anni si sono a!acciate: la presenza di un elevato numero di pazienti preadolescenti e adolescenti, l’aumento di famiglie straniere, la variazione dei tempi di degenza, la necessità di un dialogo sempre più stretto con la direzione sanitaria.

Introdurre dei cambiamenti nel modello organizzativo significa rendere l’azione dei settanta volontari dell’associazione più e"cace e coerente, ma significa anche rivolgere quella cura alle motivazioni, alle conoscenze, alle competenze, alla crescita, ai gesti e ai comportamenti dei volontari che sia in grado di tradursi, poi, in maggior cura e miglior qualità nelle relazioni con i pazienti e le loro famiglie oltre che in un miglioramento complessivo dell’azione volontaria.
Per tali ragioni il progetto “Mettiamoci in gioco” intende:
- rispondere alle domande di formazione e di supporto dei volontari, che quotidianamente vivono le relazioni con i minori degenti e con le famiglie, attraverso dei momenti formativi e avviando una collaborazione stretta con gli educatori professionali a"nché si realizzi una reciproca contaminazione tra conoscenze, competenze ed esperienze;

- sviluppare nuove forme e nuove progettualità per essere accanto ai bambini e alle loro famiglie, consolidando il lavoro educativo con i bambini dagli zero ai tre anni, ideando nuove azioni rivolte a preadolescenti e adolescenti, avviando percorsi attenti ai bisogni delle famiglie, sempre più sovente di origine straniera, in cui le di!erenti culture vengano valorizzate;

- potenziare il grado di umanizzazione del reparto, intensificando il dialogo con la direzione sanitaria.

Il monitoraggio del progetto è a"dato ad un gruppo di coordinamento composto da sette volontari referenti che svolgono un ruolo di tutoraggio nei confronti degli altri settanta volontari, la presidente dell’associazione, la coordinatrice psicologa, l’educatore professionale e una figura sanitaria.

Il progetto si svolgerà presso il reparto di USC di Pediatria dell’ospedale di Bergamo nei seguenti ambiti: pediatria generale. ematoncologia pediatrica e trapianti d’organo pediatrici.

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