Gabriella aveva tutto dalla vita. Un marito, Roberto, che l'adorava, un lavoro di successo, una bella casa. Finalmente, dopo tante sofferenze, era di nuovo felice. Non poteva desiderare di più. Poi, improvvisamente, una tragica fatalità le porta via il suo amore e con lui la voglia di vivere. Roberto muore in un incidente stradale. A Gabriella cade il mondo addosso. Tutto il dolore che grazie a lui era riuscita a "cancellare", in un istante, riemerge più forte di prima, devastante. «Ho perso mia mamma quando avevo solo cinque anni. Si è sacrificata per salvarmi la vita da una macchina che stava per investirmi» racconta Gabriella Belotti, 52 anni di Gorlago, con la voce commossa. «Dopo la sua morte, ho vissuto anni difficili. Papà era meraviglioso, ma era anziano e non poteva occuparsi a tempo pieno di me. Così mi mandò in collegio, ma soffrivo lontano da lui». Finito il collegio Gabriella torna finalmente in famiglia. È l'inizio di una nuova vita. Ma dura poco: dopo soli otto mesi suo papà muore per un infarto. Il suo cuore, già segnato dalla perdita di sua madre, va in pezzi. «Ero furiosa con Dio. Lo accusavo di non avermi mai voluto bene. E così buttai via tutto quello che poteva ricordarmelo e cominciai a vivere come se non esistesse nulla dopo la morte». A venti anni sembra però che una nuova luce si accenda nella sua vita. Si innamora di un uomo e si sposano. Con lui forse può trovare un po' di serenità, quella famiglia che il destino le ha portato via. E invece, ancora una volta, quella pace tanto agognata rimane un miraggio. Divorziano dopo poco tempo e Gabriella si "perde". «Avevo un vuoto enorme dentro che cercavo di colmare con il lavoro, i soldi, gli oggetti materiali. Non mi interessava più nient'altro. Né gli altri, né l'amore». Finché un giorno, nel 2000, incontra Roberto Crivellari, giovane vice-presidente di un'azienda di segnaletica stradale. Ed è amore a prima vista. «Grazie a lui la corazza che mi ero costruita per difendermi dalla sofferenza ha cominciato a cadere e lentamente il mio cuore ha ricominciato ad aprirsi alla vita, quella vera. È stato un incontro di due anime, che sono diventate una sola». Gabriella e Roberto decidono di aprire anche un'attività insieme. «Ero felice come mai avrei potuto pensare di esserlo. A completare la famiglia c'era anche Briciola, una dolcissima barboncina bianca». Passano sette anni e Roberto, che al contrario di Gabriella è credente, vuole ufficializzare la loro unione. È come vivere in una favola. Ma, di nuovo, un destino crudele mette fine a sogni e progetti. Roberto muore in un incidente stradale. Sono passati solo diciotto mesi dal matrimonio. è un'ennesima prova, troppo dura da superare. Gabriella si ritrova sola con la loro cagnolina e non riesce più a rialzarsi. Quella casa senza Roberto è ormai come una "tomba per vivi". Il suicidio le sembra l'unica via d'uscita ma Briciola la salva. E inspiegabilmente Roberto torna nella sua vita con coincidenze e segni. «Era come se stesse cercando di parlarmi. Ogni evento importante mi riconduceva sempre alla data della sua morte o ad altre della nostra vita insieme. E poi vedevo cuori di pietra ovunque, impressi nella natura, soprattutto in Sardegna, dove avevamo comprato una casa insieme, il suo ultimo regalo. All'inizio pensavo di essere impazzita. Stentavo a crederci. Poi mi sono arresa. Dio sapeva che non avrei seguito lui, ma Roberto sì e così lo ha mandato da me per salvarmi». Il segno decisivo arriva proprio mentre è in Sardegna. «Mi sono ritrovata in una casa che aveva all'ingresso due grandi cuori di pietra. Poi, percorso il vialetto, sono arrivata fino a un giardino dedicato a Gesù e alla Madonna, Regina di Salvezza, con in mezzo una statua di Sant'Antonio, protettore degli orfani e delle vedove, di cui Roberto teneva un'immaginetta nel portafogli. Infine la sera mi sono imbattuta per caso a un evento dedicato alla Madonna di Medjugorje e allora ho cominciato a capire». Dopo un mese Gabriella decide di partire per andare a Medjugorje. È la rivelazione. È come se tutto a un tratto fosse diventato chiaro. «Impossibile spiegare. Sulla collina delle apparizioni ho vissuto qualcosa di straordinario che ha cambiato tutta la mia vita. Al ritorno, dello strazio e del dolore che mi stava uccidendo non vi era nessuna traccia,quel Dio che avevo rinnegato per tutta la mia vita ora era la mia salvezza, sentivo pace nel cuore. In un attimo ho scoperto un amore più grande di quello terreno. Dio è diventato il centro del mio mondo. Credere in Lui mi ha salvato». Da quel momento per lei inizia una nuova vita, scandita dalla preghiera e dai tanti viaggi a Medjugorje. «Dio ha trasformato la mia esistenza. Ora non ho più bisogno di circondarmi di cose materiali, ho iniziato a praticare il perdono, a usare il dialogo e l'amore e non il rancore. E ho iniziato a testimoniare quanto è grande il suo amore». Il suo radicale cambiamento di vita Gabriella l'ha voluto raccontare anche in un libro, "Tu sei qui!", per aiutare chi si ritrova nel tunnel della disperazione come lo era lei a trovare una speranza. Come Michele, un giovane marito e padre malato di tumore al fegato. «Mi ha cercato dopo che un'amica gli aveva regalato il mio libro. Voleva che lo aiutassi a fare un percorso di fede. Sapeva che non c'era più nulla da fare, ma voleva vivere quello che gli restava nel modo migliore per lui e la sua famiglia. Ora, anche se lui non c'è più, resta il suo esempio di forza e coraggio. Grazie a lui sua moglie e i suoi due figli, nonostante il dolore, possono guardare al futuro sapendo di non essere soli. Proprio come non lo sono mai stata nemmeno io. Ora lo so» conclude Gabriella.

Credere? Terapia per lo spirito
cura di Don Giuseppe Belotti, psicologo-psicoterapeuta, direttore dell'Associazione di Psicologia e Psicoterapia "Il Conventino"
L'essere umano non è solo carne e materia, è il risultato di tante reazioni e relazioni, non solo biologiche e biochimiche ma umane e spirituali. La salute mentale e fisica deriva anche da queste relazioni. Basta pensare a quando ci si innamora: entrano in circolo tutta una serie di sostanze biochimiche, come le endorfine, che danno benessere non solo a livello psicologico ma anche fisico. Tra le relazioni che instauriamo c'è anche quella con Dio che spesso si scopre o si riscopre nei momenti più difficili. Quando si soffre, si vive un lutto, ci si ammala, tutti gli idoli in cui avevamo risposto la nostra fede e fiducia (successo, benessere, giovinezza etc.). improvvisamente si frantumano, il "mosaico" della vita che si era costruita si smonta. E così o si vede il suicidio come unica via d'uscita o emergono le grandi domande su quale sia davvero il senso della vita. La fede non cambia le cose, non fa guarire corpo e mente, quello è il compito della medicina e della psicologia, ma aiuta a rimettere le tessere in ordine in un disegno comprensibile, a leggere la vita in modo diverso, a vedere il bene anche nei momenti più bui, a trovare la forza per affrontarli.

a cura di ELENA BUONANNO