Semplice, veloce e affidabile permette in pochi minuti di diagnosticare una delle intolleranze più diffuse.
Più di 1 italiano (adulto) su 2, secondo le stime, proprio non riesce a digerire il lattosio, cioè lo zucchero tipico del latte, con la conseguenza che ogni volta che ne beve una tazza o mangia un pezzo di formaggio si ritrova alle prese con dolori addominali e gonfiore. Sintomi che spesso, però, non è facile inquadrare immediatamente, perché comuni anche ad altri problemi, come ad esempio il colon irritabile. Come fare allora ad avere la certezza che si tratti davvero di un'intolleranza? «Per avere risultati attendibili praticamente al 100% basta un test rapido, non invasivo, affidabile e a basso costo» spiega il dottor Nicola Gaffuri, gastroenterologo. «Si chiama breath test o, in italiano, test del respiro: il paziente deve soffiare in un palloncino e subito dopo deve bere venti grammi di lattosio, per poi ripetere il test altre sei volte ogni mezz'ora, per una durata totale di circa tre ore. L'obbiettivo è misurare la quantità di idrogeno che viene espirata prima e dopo la somministrazione di lattosio, evidenziando così un'eventuale carenza di lattasi (l'enzima deputato alla digestione del lattosio) che è alla base dell'intolleranza a questo zucchero».

Dottor Gaffuri, ma che legame c'è tra l'idrogeno e l'intolleranza?
Quando l'enzima lattasi è presente e funziona regolarmente, il lattosio, che è formato da due molecole di zucchero unite, viene scisso (cioè diviso) in due zuccheri semplici, cioè il glucosio e galattosio, in modo da poter essere digerito e quindi assorbito dalla mucosa intestinale. Tutto questo avviene senza che sia prodotto idrogeno. Quando invece c'è una carenza significativa di lattasi, il lattosio arriva indigerito nel colon, dove la flora batterica attiva la fermentazione e quindi la produzione di idrogeno, anidride carbonica e metano. Questi gas vengono assorbiti nel sangue e in parte arrivano fino ai polmoni da cui vengono espirati. La presenza di idrogeno nell'aria espirata è segno quindi di una mancanza di lattasi.

È necessaria una preparazione all'esame?
In genere la procedura viene eseguita al mattino dopo almeno 6-8 ore di digiuno. Nella settimana precedente non devono essere assunti antibiotici, probiotici, fermenti lattici o lassativi che potrebbero alterare l'esito.

Lo possono fare anche i bambini?
Sì. Essendo non invasivo e per nulla pericoloso possono sottoporsi a questo test sia i più piccoli sia le donne in gravidanza.

La lattasi? Diminuisce con l'età
Il motivo per cui l'intolleranza al lattosio è così frequente negli adulti dipende dal fatto che la produzione e l’attività dell'enzima lattasi iniziano a diminuire nella maggior parte delle persone intorno ai due anni di vita. Questo succede perché i mammiferi, uomini compresi, sono geneticamente programmati per digerire e assorbire il latte solo per il periodo dell’allattamento dalla madre, per perdere poi progressivamente questa capacità col passaggio alla vita adulta.

a cura di Viola Compostella
con la collaborazione del Dott. Nicola Gaffuri
Responsabile del Servizio di Endoscopia Digestiva di Humanitas Gavazzeni di Bergamo