Lo scorso 21 gennaio ha ottenuto la cittadinanza italiana. Nel nostro Paese dal 2010, ha tre figli e lavora con i malati psichici. «Da oggi abbiamo quattro nuovi cittadini italiani, la bella famiglia di Thomas Jaison. Una famiglia di origine indiana che si è perfettamente integrata nella nostra comunità». Sono parole postate su Facebook, lo scorso 20 gennaio, dal sindaco di Tavernola, Ioris Pezzotti. Che aggiunge: «Questa è la positiva e auspicabile immigrazione, che dobbiamo aiutare e incentivare, nel rispetto delle nostre leggi e della nostra Costituzione. Erigere muri culturali, di razza, di religione o barriere fisiche non ci porterà da nessuna parte. I fenomeni migratori vanno governati con capacità, saggezza e, non deve mai mancare anche un briciolo di umanità che non fa mai male agli altri, ma soprattutto a noi stessi».

Thomas, 38enne, è uscito dalla sala consiliare di Tavernola col sorriso, insieme alla moglie Nimmy John di 36 anni, anch’ella indiana, il piccolo Alexander di 7, Chiara di 5 e Olivia, quasi 2 anni, tutti nati in Italia. Poi è andato direttamente all’anagrafe per evadere alcune formalità di rito. In mano teneva un cabaret di mignon che ha offerto all’impiegata e alle persone che entravano. Una giornata di festa, insomma, e non solo per i nuovi concittadini. Che «sono brave persone, laboriose», ha specificato Pezzotti. Ora tocca alla moglie Nimmy, che nei tempi di rilascio della cittadinanza sarà facilitata dal fatto che suo marito è cittadino italiano.

Tricolore e Costituzione sono stati consegnati a Thomas, e lui li ha mostrati agli amici tavernolesi Pamela, Nicoletta, Antonia e Gigi, Olga, presenti alla cerimonia. Un bel traguardo per l’infermiere diplomato in India: il suo titolo è stato riconosciuto anche in Italia dopo cinque mesi di frequenza della scuola dell’Ordine professionale infermieristico ad Alessandria, dove era giunto il 10 marzo 2010, ospite di un connazionale. Ma lo stesso novembre si è trasferito a Tavernola.

Sul Sebino Thomas ha iniziato immediatamente a lavorare per la “Casa di Nicola”, comunità sulla collina che ospita persone affette da gravi disturbi psichici. Nata dal desiderio di Lucia e Angelo Malfer di ricordare il figlio Nicola, scomparso nel 2001, gestita dalla cooperativa Interactive e coordinata da Cinzia Acquaro, accoglie 20 persone di età media tra i venti e i trent’anni.

Nimmy, invece, lavora dal 2014 alla Casa di riposo “Buonomo Cacciamatta onlus-1836”, nella frazione di Cambianica. Costruita appositamente per accogliere gli anziani,
la RSA è all’avanguardia nell’area della telemedicina avanzata. Destinata a ospiti anziani stabili, accreditata per 48 posti letto, ha anche un nucleo di 12 posti letto dedicati al progetto sperimentale delle “Cure Intermedie”, per le degenze dopo i ricoveri ospedalieri e gode di una bella posizione, con vista sul lago d’Iseo. «Qui – dice il presidente della casa di riposo, Rosario Foresti, a L’Eco di Bergamo – tutti la stimano per la sua professionalità e per il suo carattere allegro e solare che fa star bene gli ospiti».

La coppia si è sposata nel 2013. Nimmy è contentissima, si trova bene qui: prima lavorava come infermiera in Arabia Saudita. I due si dividono la cura della prole facendo i turni e nel 2022 hanno comprato casa a Cambianica, dopo alcuni cambi di alloggio.

Appena arrivato sul Sebino, Thomas condivise un appartamento alla cascina Ronco con una collega di lavoro africana. Glielo affittò l’ex dirigente scolastica Cristina Bettoni. «Persone serie, rispettose a cui ben volentieri ho dato la mia casa – ha commentato -. Come volentieri ho prestato a Thomas 700 euro per recarsi in India a conoscere la futura moglie, visto che non aveva ancora ricevuto lo stipendio. Prestito che mi ha restituito interamente al ritorno, unito a un sacchetto di frutti indiani». 

A cura di Claudio Gualdi