Lo sapevate che esiste il pesce di stagione? Proprio così. Quando si pensa alla stagionalità degli alimenti, la mente va sempre alla frutta e alla verdura. In realtà anche il mondo ittico ha la sua stagionalità e conoscerla permette di fare scelte consapevoli che fanno bene alla nostra salute e a quella del Pianeta. «Comprare pesce di stagione fa bene per diverse ragioni» conferma la dottoressa Emanuela Mosca, dietista. «Innanzitutto quella economica, perché le varietà di stagione hanno un costo più basso di quelle che devono sostenere spese di importazione, trasporto e conservazione. C’è poi un motivo ambientale, ovvero rispettare maggiormente l’ambiente e il suo equilibrio e non correre il rischio che alcune specie si possano estinguere. Per essere veramente sostenibili, inoltre, sarebbe opportuno preferire dei pesci a ciclo vitale breve e di piccola taglia (che tra l’altro sono meno inquinati da possibili metalli, come il mercurio».

Dottoressa Mosca, da cosa dipende la stagionalità nel caso del pesce?

La stagionalità del pesce varia a seconda della disponibilità nei mari locali, della filiera del pescato e del ciclo vitale e fase produttiva di ogni specie. Ad esempio nel Mar Adriatico e Tirreno il fermo pesca va da agosto ai primi di ottobre. Il Mar Mediterraneo, però, offre davvero tante opzioni ittiche in tutti i mesi dell’anno, soprattutto di pesce azzurro (alici, sardine, aguglie, tonno, sgombro, lampuga, ricciola…) ricchi di Omega 3 e acidi grassi, che hanno effetti benefici sul funzionamento del cuore e del sistema circolatorio. Quando scegliamo il pesce da acquistare, ci preoccupiamo anzitutto che sia fresco, dimenticando spesso l’importanza dei fattori di stagionalità e provenienza. Per questo, anche nel caso del pesce, è fondamentale leggere bene l’etichetta.

 

Occhio al marchio blu pesca sostenibile MSC
MSC - Marine Stewardship Council è un’organizzazione internazionale non profit impegnata nella promozione della pesca sostenibile che raccomanda di acquistare pesce pescato sostenibile, facilmente riconoscibile dal marchio blu. Il marchio blu pesca sostenibile MSC indica che i prodotti derivano da un’azienda di pesca certificata che segue lo standard MSC per la sostenibilità ambientale della pesca, ovvero che quel pesce è stato pescato da una popolazione ittica in salute e con una pesca che riduce il proprio impatto. Il numero di prodotti a marchio blu è passato dai 100 del 2002 a 20.447 prodotti nel 2022 in 62 Nazioni del mondo.

 

Ma quali sono le informazioni che devono essere riportate sull’etichetta del pesce?

Come da una normativa europea introdotta nel 2014, le indicazioni che devono esserci obbligatoriamente, sia che si tratti di prodotti pescati sia allevati sono:

> specie ittica, cioè nome (sia quello commerciale sia quello scientifico) del pesce, del mollusco o del crostaceo in vendita;
> metodo di produzione, se si tratta di un animale allevato o pescato;
> provenienza, con il luogo preciso in cui è stato pescato o allevato;
> attrezzi usati per la pesca;
> se è pesce scongelato. L’etichetta deve riportare se il prodotto è stato scongelato, indicazione molto importante per il consumatore che a quel punto sa che non potrà più utilizzare la stessa tecnica di conservazione;
> termine minimo di conservazione/data di scadenza. Nel primo caso si troverà la scritta “da consumarsi preferibilmente entro il” mentre nel secondo caso ci sarà una più categorica data di scadenza del prodotto;
> Allergeni. Deve essere chiara l’eventuale presenza di allergeni, segnalati attraverso un tipo di carattere differente che balza subito all’occhio dei consumatori.

Nel caso di prodotti trasformati e pre-imballati si trovano in etichetta anche altre specifiche:

> Elenco degli ingredienti in ordine decrescente di peso;
> quantità degli ingredienti (in percentuale);
> peso netto;
> condizioni di conservazione e impiego;
> il nome o la ragione sociale e l’indirizzo dell’operatore del settore alimentare;
> dichiarazione nutrizionale (aggiunta dal 13 dicembre 2016) che include il valore energetico e la quantità di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale per 100 g o 100 ml;
> se è confezionato in atmosfera protettiva: dicitura che deve comparire se il prodotto è stato imballato in taluni gas;
> data di congelamento o data di primo congelamento;
> acqua aggiunta;
> proteine aggiunte da altre specie animali;
> se è pesce ricomposto, ovvero prodotti in cui sono state unite diverse parti di pesce legate insieme grazie ad altri ingredienti, tra cui additivi ed enzimi alimentari;
> contrassegno di identificazione, cioè il nome del paese, il numero di riconoscimento dello stabilimento di produzione e il marchio CE, o la sua traduzione in altre lingue dell’UE, devono figurare quando l’alimento è prodotto nell’UE. Per i prodotti importati sono obbligatori soltanto il nome del paese e il numero di riconoscimento dello stabilimento di produzione;
> data di confezionamento. Questa data va indicata per i molluschi bivalvi vivi e deve includere il giorno e il mese.

L’etichetta del pesce, inoltre, ha un codice che identifica il mare dove è stato pescato (21 per l’Oceano Atlantico Nord Occidentale; 27 per l’Oceano Nord Orientale; 37.1 per il Mar Mediterraneo occidentale; 37.1.1 per il Mare delle Baleari; 37.1.3 per il Mar di Sardegna; 37.2 per il Mar Mediterraneo centrale; 37.2.1 per il Mar Adriatico; 37.2.2 per il Mar Ionio; 37.3 per il Mar Mediterraneo orientale; 37.3.1 per il Mar Egeo; 37.3.2 per il Mar di Levante; 37.4 per il Mar Nero; 51 per l’Oceano Indiano Occidentale; 57 per l’Oceano Indiano Orientale). 

 

A cura di Sara Carrara
con la collaborazione di Dott.ssa Emanuela Mosca
Biologo Nutrizionista con Laurea in
Alimentazione e Nutrizione Umana
Brignano Gera d’Adda (BG)