Vertigini, capogiri e disturbi di equilibrio sono sintomi che possono avere molte e diverse cause: malattie infiammatorie, infezioni, patologie vascolari o patologie cardiocircolatorie, oltre a malattie dell’orecchio interno o del sistema nervoso centrale, ma anche problematiche della colonna vertebrale e del sistema muscolo-scheletrico (cervicalgia alterazioni posturali e muscolari). Il primo passo è ricercarne l’origine in modo da poter affrontare la patologia alla base nel modo corretto. A integrazione dei farmaci e su indicazione medica, in alcuni casi un aiuto importante può venire da una particolare tipologia di riabilitazione chiamata vestibolare. Ma di cosa si tratta? Ne parliamo con Claudio Gasbarro, fisioterapista e osteopata.

In quali casi, in particolare, può essere indicata la riabilitazione vestibolare?

La riabilitazione vestibolare può essere utile, ad integrazione della terapia farmacologica prescritta dal medico specialista (in genere otorinolaringoiatra), in caso di vertigini e più in generale di disturbi dell’equilibrio causati da malattie dell’orecchio interno o del sistema nervoso centrale (vedi box), ma anche da problematiche della colonna vertebrale e del sistema muscolo-scheletrico (cervicalgia, disfunzioni temporo-mandibolari, alterazioni posturali e muscolari).

Qual è l’obiettivo di questo tipo di riabilitazione?

L’obiettivo della riabilitazione vestibolare non è la guarigione della patologia sottostante, ma il ripristino delle funzioni alterate e dei naturali processi di controllo della postura e dell’equilibrio, con una continua integrazione fra più sistemi simultaneamente per massimizzare il potenziale residuo della persona. Inoltre, aiuta a correggere possibili atteggiamenti o posture errate, insorti come conseguenza della patologia, che potrebbero comportare un ulteriore peggioramento dello stato di salute con l’insorgenza di ulteriori disturbi come la cervicalgia o la cefalea miotensiva.

 

Sintomi e Cause
La vertigine, che può avere una durata variabile da pochi secondi fino ad ore o addirittura giorni, è un sintomo soggettivo caratterizzato per lo più da una sensazione di instabilità, oppure che l’ambiente circostante ruoti attorno a sé durante i movimenti rotatori del capo. Questa sensazione può essere associata ad altri sintomi come cefalea, vomito, nausea o diplopia (visione doppia). Lo scaturirsi di un evento vertiginoso può essere dovuto a diverse cause che si possono dividere in:
> centrali, dovute a problematiche a carico di diversi apparati o sistemi del corpo, ad esempio il sistema nervoso centrale, come ictus o emorragie cerebrali, neurinoma del nervo acustico, alcune particolari forme di sclerosi multipla periferiche;
> periferiche, legate a problematiche di pertinenza dell’orecchio interno come la sindrome di Menieré, la labirintite, la neurite vestibolare, la vertigine parossistica posizionale benigna o la vertigine cervicogenica.

 

In cosa consiste in pratica?

Solitamente un percorso improntato alla rieducazione vestibolare prevede un minimo di 8-10 sedute da programmare con cadenza bisettimanale. Durante i singoli trattamenti, il terapista, in continuo confronto con lo specialista, propone una serie di esercizi e di test per monitorare la stabilità del paziente. Fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati è procedere con esercizi di difficoltà crescente, iniziando a lavorare in posizione seduta per poi procedere in stazione eretta ed eventualmente anche su apposite superfici instabili. Nello specifico si effettuano di esercizi:

> per il controllo della muscolatura oculo-motrice;
> di svincolo oculare durante i movimenti del capo;
> propriocettivi e di cambio di posizione;
> esercizi deambulatori in condizioni speciali.

Gli esercizi oculomotori hanno il compito di aiutare il paziente a migliorare il controllo degli occhi così da ottimizzare la capacità di prendere un punto fisso e diminuire il rischio di caduta. Successivamente, attraverso altri appositi esercizi, il terapista insegna alla persona a mantenere focalizzati gli occhi su un punto fisso mentre esegue specifici movimenti del capo senza distogliere lo sguardo dal punto-obiettivo situato dinnanzi a lui. Una volta raggiunti i primi risultati si inseriscono esercizi propriocettivi mono e bipodalici e prove di cambi posturali a difficoltà crescente prestando sempre attenzione a non stimolare una eccessiva sintomatologia vertiginosa.

Cosa s’intende per esercizi propriocettivi?

Si tratta di esercizi che vanno a stimolare il sistema propriocettivo, ovvero la capacità di percepire e riconoscere la posizione del nostro corpo e degli arti nello spazio indipendentemente dall’utilizzo della vista, così da allenarlo a fornire risposte rapide ed adeguate in situazioni destabilizzanti.

Spesso le vertigini sono legate a problemi di cervicale. La riabilitazione può aiutare anche in questi casi?

Nei casi in cui la vertigine sia di origine cosiddetta cervicogenica, la fisioterapia assume un ruolo importante poiché l’origine dei disturbi è da ricercarsi nell’alterazione della biomeccanica del tratto cervicale. Mediante apposite manovre di terapia manuale ed esercizi analoghi a quelli visti precedentemente, il terapista potrà aiutare la persona a ripristinare la corretta funzione dei muscoli e delle articolazioni del collo garantendo un rapido sollievo con un evidente beneficio già dopo i primi trattamenti.

 

A cura di Claudio Gualdi
con la collaborazione di Claudio Gasbarro
Fisioterapista ed Osteopata
Centro Forme di Curno