Proprio come gli uomini, con l’avanzare dell’età anche i cani maschi, adulti e interi (cioè non castrati) possono andare incontro a patologie della prostata, l’unica ghiandola sessuale accessoria presente nel cane maschio. Secondo alcuni studi ben l’80% dei cani sopra i 10 anni soffrirebbero di una malattia prostatica. La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, si risolve completamente. Ma quali sono le più frequenti? E quali i sintomi a cui prestare attenzione? Ne parliamo con la dottoressa Eulàlia Pàmies, medico veterinario.

La prostata si posiziona sulla superficie dorsale e laterale dell’uretra, subito dietro il collo della vescica ed è composta da due lobi simmetrici e lisci, palpabili attraverso l’ispezione digito-rettale. La sua funzione è secernere il liquido prostatico che nutre, lubrifica e accompagna gli spermatozoi formando il liquido seminale. 

Dottoressa Pàmies, quali sono le patologie della prostata più frequenti nei cani?
Le patologie della prostata sono comuni nel cane, e in ordine di frequenza sono: l’iperplasia prostatica benigna, le cisti prostatiche, la prostatite, gli ascessi prostatici e le neoplasie della prostata.
> L’iperplasia prostatica benigna. È molto frequente nel cane maschio intero nella età anziana anche se non è raro trovarla nei giovani adulti dai 5 anni in poi. La prostata aumenta gradualmente di volume e nella maggior parte delle volte non si osservano sintomi. Solo in una piccola percentuale di casi, circa il 10%, si possono avere disturbi come tenesmo (sensazione di bisogno costante e fastidioso di defecare) o difficoltà nella defecazione e costipazione. I sintomi legati alla minzione, come l’urina a spruzzo presenti nell’iperplasia nell’uomo, invece sono improbabili nel cane, ma ci può essere presenza di sangue nelle urine. Questa patologia non causa dolore né infertilità. Alla palpazione rettale la prostata appare aumentata di volume anche di tre o quattro volte, tuttavia il migliore metodo per la diagnosi di questa patologia è l’ecografia. Essendo l’origine dell’iperplasia prostatica benigna su base ormonale, la castrazione del cane risulta risolutiva e la prostata torna alle sue dimensioni normali nel giro di quattro mesi dopo l’intervento chirurgico. Nei cani destinati alla riproduzione in cui è importante preservare la fertilità si opta per la terapia conservativa a base di ormoni antianandrogeni: in questo modo la libido e la qualità dello sperma non sono compromesse ma la componente liquida dello eiaculato è notevolmente ridotta ed è preferibile usare lo sperma fresco non congelato e valutare la fecondazione artificiale.
> Le cisti prostatiche. Si tratta di cisti da ritenzione dovute a un mancato deflusso del secreto prostatico, dovute alle alterazioni della prostata in corso di pierplasia benigna e quindi conseguenza di quest’ultima. Possono essere di multipli o singole e di dimensione variabile. I sintomi sono sovrapponibili a quelli dell’iperplasia prostatica benigna. Una volta curata l’iperplasia, anche le cisti gradualmente regrediscono.
> La prostatite. Con questo termine s’indicano le infiammazioni della ghiandola prostatica dovute alla risalita di batteri dalle vie urinarie più frequentemente nelle prostate già affette da iperplasia prostatica microcistica. I sintomi nella prostatite acuta possono essere molto diversi: dolore addominale e scolo prepuziale ematico o purulento, febbre, anoressia, letargia. La diagnosi è basata sugli esami clinici e in particolare sull’esame delle urine con urinocultura. Il trattamento deve essere rapido e aggressivo, anche perché se non curata può avere conseguenze fatali. È importante impostare una terapia antibiotica generica anche prima di avere il risultato dell’esame colturale per evitare la formazione di ascessi prostatici difficili da risolvere. La terapia antibiotica è lunga (anche 4-8 settimane) e deve essere interrotta solo al controllo negativo dell’urinocultura, per evitare che evolva in prostatite cronica molto più difficile da curare e per la quale può rendersi necessaria la castrazione (chirurgica o medica).
> I tumori della prostata. Fortunatamente rari nel cane, si riscontrano più frequentemente negli animali sterilizzati. In questo caso, la prostata, alla palpazione rettale risulta lievemente ingrandita, con superfice irregolare e dolente. Per la diagnosi definitiva è necessario un prelievo eco guidato di tessuto. Le forme più frequenti sono maligne e il trattamento (chirurgico e medico) viene proposto solo in alcuni casi. È invece sempre necessaria, per tutti i tumori, una terapia antalgica per alleviare la sofferenza dell’amico a quattro zampe.

Ma esiste un modo per prevenire queste malattie?
Spesso le patologie prostatiche non presentano sintomi nelle fasi iniziali, è dunque importante tenere monitorato il proprio animale, soprattutto in età anziana, attraverso controlli periodici e, qualora il veterinario lo ritenga indicato, ecografie e prelievi del sangue per indagare la CPSE (Canine Prostatic Specific Esterase), un enzima simile al PSA (Prostatic Specific Antigen) utilizzato nell’uomo. Per concludere non dobbiamo avere paura dei problemi della prostata del cane, perché nella maggior parte dei casi con una buona gestione si risolvono completamente. 

A cura di Elena Buonanno
con la collaborazione della dott.ssa Eulàlia Pàmies
Medico Veterinario
Ambulatorio Veterinario Dott. Bonfanti Dott. Pàmies di Alzano Lombardo