“Essere come cane e gatto”: un detto vecchio come il mondo che sta a indicare che due persone non possono fare a meno di litigare. Ma sarà proprio vero che i nostri amici a quattro zampe, cani e felini, non possono andare d’accordo?

«Certo si sa, i proverbi celano sempre un fondo di verità, ma non è detto che sia sempre così. Cani e gatti infatti possono pacificamente convivere e arrivare addirittura a condividere gli stessi spazi» dice Paolo Bosatra, educatore cinofilo. «L’importante è adottare alcuni accorgimenti che possano facilitare il rapporto». Soprattutto se è il gatto ad arrivare quando c’è già un cane in casa. Se succede il contrario, ovvero se c’è già un micio, infatti è tutto più semplice: il gatto è un predatore, esattamente come il cane, ma il cane non fa parte delle sue prede naturali. Inoltre, pur essendo un animale territoriale, può essere disposto a condividere un territorio con altri animali purché non gli procurino fastidi.

Cosa si può fare, allora, per aiutare il nostro cane ad accettare la presenza di un compagno felino?
Il miglior trucco è ovviamente quello di abituare il cane fin da cucciolo alla presenza di un gatto. Solitamente non bisogna fare nulla per ottenere il rispetto reciproco: il cucciolo insegue il gatto per giocare, il gatto scappa oppure lo affronta soffiando ed eventualmente tenendolo alla larga con alcune decise zampate. Se una di queste va a segno, il cane capisce che non è il caso di tornare e comunque che è meglio evitare di farsi troppo sotto. Con il passare del tempo entrambi aumenteranno reciprocamente la tolleranza e non è raro che il gatto inizi addirittura ad accettare di buon grado le avances del cucciolo. Il resto viene da sé, fino a trovarli poi a dormire beatamente insieme nello stesso giaciglio.

E se il cane è già adulto?
Il micio spesso, dopo un'iniziale paura, prende confidenza con l'ambiente e inizia addirittura a proporre il gioco al cane. A questo punto starà al nostro amico scegliere se accondiscendere o allontanarlo. Può poi verificarsi una terza opzione, ovvero che tra i due non scocchi mai la scintilla. A questo punto vi sarà una strana convivenza, quasi come da “separati in casa”, con i due che si spartiscono il territorio: si ignoreranno a vicenda e con il gatto che solitamente inventa abili stratagemmi per non farsi vedere dal cane, utilizzando quegli spazi in cui Fido non può arrivare, come gli scaffali, i davanzali, gli armadi, i tavoli etc..

Fin qui sembra tutto facile, allora dove possono insorgere i problemi?
Le difficoltà, a volte insormontabili, potrebbero insorgere innanzitutto se il cane non è mai stato abituato alla presenza di un micio (va sottolineato, ad esempio, che i bravi allevatori tengono con sé uno o più gatti, in modo da abituare fin da subito i cuccioli alla loro presenza) e se dimostra una spiccata predatorietà. Bisogna premettere che i cani sono i pronipoti dei lupi e quindi sono (come i gatti del resto) dei predatori. L'istinto predatorio però cambia di soggetto in soggetto e anche nella medesima cucciolata possono esserci notevoli differenze. Nelle prime settimane di vita i cuccioli imparano a giocare tra di loro e nel loro gioco sono a volte ben visibili tratti di predatorietà. Anche noi, una volta portato a casa il cane, possiamo istigarlo a essere predatori giocando con lui in maniera inappropriata, acquistandogli giocattoli che stimolano questo istinto: tutti gli squeezy toys, ovvero i pupazzetti che fischiano, peggio ancora se a forma di animaletto, sono piccole prede artificiali che richiamano in lui l'atto di uccidere la preda (motivo per il quale questi giochi sono comunque sconsigliabili, anche a prescindere dall'eventuale convivenza con i gatti). In questi casi la situazione diventa più delicata e difficile e richiede maggiori attenzioni (vedi box).

Ma esistono razze meno “tolleranti” nei confronti dei gatti?
La predatorietà, come accennato, varia da soggetto a soggetto, quindi è difficile dire se una razza possa essere potenzialmente più “pericolosa”. Certo però ci sono razze, come ad esempio i piccoli terrier, che storicamente stazionano nelle stalle delle scuderie in quanto abilissimi stanatori e cacciatori di topi, che hanno un istinto di predatori più spiccato, motivo per il quale possono non essere troppo “amichevoli” nei confronti di altri animali, gatti compresi.

Se non scatta la scintilla
Se la convivenza tra cane e gatto non parte con i migliori auspici, bisogna avere pazienza e procedere a piccoli passi. Innanzitutto occorre lasciarli liberi di studiarsi e comprendere reciprocamente le diverse personalità, psicologie e linguaggi, mantenendoli però a distanza di sicurezza. Per evitare incontri ravvicinati e possibili scontri o motivi di litigio è opportuno predisporre spazi autonomi dove i due animali siano in grado di mangiare, bere e riposare in autonomia. Dovranno avere quindi ciotole distinte collocate a debita distanza, cucce e giacigli separati e giocattoli differenti, possibilmente in stanze diverse. Contemporaneamente dovremo dare al cane premi e coccole ogni volta che il gatto sarà nella stessa stanza, in modo da condizionarlo positivamente nei suoi confronti, e lo stesso ogni volta che il cane risponderà alla presenza del micio in modo tranquillo e non aggressivo. In genere, con il tempo, il cane si renderà conto che il gatto è diventato parte integrante del branco e sarà più facile per lui accettarlo.

 

a cura di ELENA BUONANNO

HA COLLABORATO PAOLO BOSATRA
Educatore cinofilo
- Presidente e fondatore della A.S.D. L’Allegra Cagnara -