Avete letto pile di libri e manuali. Vi siete documentate in internet. Avete chiesto consigli alle amiche che sono già mamme. Bene, ma siete davvero sicure di sapere tutto quello che serve sulla gravidanza e il parto? Ogni gravidanza è una storia a sé. E non sempre quello che vale per una donna funziona anche per un'altra. Ecco perché, anche oggi all'epoca di internet, può essere opportuno frequentare un corso di accompagnamento alla nascita, un'occasione preziosa, soprattutto se si è al primo figlio (ma non solo), per acquisire informazioni "tecniche" sul travaglio e sul parto e condividere ansie e dubbi con le compagne di corso, alleggerendo così la naturale tensione che vivono tutte le mamme. Gli incontri, di solito otto-dieci con cadenza settimanale, si possono frequentare a partire dalla ventottesima settimana, presso ospedali, consultori, centri privati. L'importante è che ci si affidi sempre a realtà dove si possa essere seguite da ostetriche esperte e competenti.

A "lezione" di istinto materno
Gli obbiettivi di un corso di accompagnamento alla nascita sono aiutare la futura mamma a conoscere e riconoscere cosa sta succedendo dentro di lei in modo che possa sentirsi meno vulnerabile, offrire strumenti per il rilassamento e la gestione della paura del dolore, acquisire una maggiore consapevolezza del proprio corpo e delle proprie risorse. «Durante il corso lavoriamo per creare uno spazio in cui le donne possano lasciarsi andare all'istinto, in cui possano essere guidate per far emergere le proprie capacità materne» spiega Antonella Brignoli, ostetrica. «Le nozioni teoriche, su come avvengono il travaglio e il parto etc., sono ovviamente importanti, ma non bastano. Spesso le donne vivono la gravidanza in modo troppo razionale e così arrivano in travaglio, dimenticando che la natura fa già il suo corso e il nostro compito è assecondarla affinché vada tutto per il meglio».

L'importanza di condividere, per non sentirsi sole
«Durante gli incontri, pur essendoci temi e contenuti già predefiniti, si lascia che le mamme si raccontino le loro difficoltà, le loro gioie, le loro perplessità. Condividere le esperienze le aiuta a non sentirsi sole e a rendersi conto che tutto quello che vivono e provano, anche gli aspetti "negativi" in realtà fanno parte della normalità» continua l'ostetrica. «Inoltre, spesso, tra le donne si creano rapporti e amicizie che continuano anche dopo la nascita dei figli, una rete di sostegno ancora più importante oggi che la famiglia allargata non esiste più e spesso le mamme si ritrovano ad affrontare questa bellissima ma delicata fase della loro vita senza il supporto e i consigli di nonne e zie come succedeva una volta».

I papà? Sempre più presenti, anche al momento del parto
In compenso oggi i papà sono sempre più coinvolti e presenti anche durante la gravidanza e il parto. «Molti assistono a tutte le fasi della gravidanza fino dentro alla sala parto. Danno sostegno alle mogli e alle compagne, le aiutano anche nel travaglio, vogliono essere all'altezza del loro ruolo di uomini e di padri» osserva l'ostetrica. «Questo è sicuramente un bene, visto che non sarà solo la vita della mamma a cambiare dopo l'arrivo del figlio, ma anche gli equilibri di coppia. Non a caso sempre più spesso vengono proposti anche corsi di accompagnamento alla nascita di coppia, in modo da accompagnare i neogenitori nel percorso e affrontare problematiche specifiche del rapporto a due (tra le più frequenti la ripresa della sessualità dopo il parto)».

I timori delle donne di oggi
Ma quali sono le domande e le preoccupazioni delle future mamme che emergono con più frequenza durante il corso? «La paura maggiore è senza dubbio il dolore» osserva l'ostetrica Brignoli. «Nella nostra cultura il dolore è difficilmente accettato. Invece è importante aiutare a capire che ha un ruolo e una funzione di allarme e di stimolo e quindi non può né deve essere annullato completamente: oltre all'epidurale esistono anche altri modi per accompagnare le mamme in un parto meno doloroso». Un altro tema "gettonato" è l'allattamento e in particolare il timore di non avere abbastanza latte o che il bambino non si attacchi come dovrebbe. Grande interesse, poi, ultimamente, lo riscuote il parto in acqua. «L'acqua attenua il dolore, aiuta il rilassamento e favorisce l'adattamento del neonato alla vita extrauterina. Inoltre l'utilizzo della vasca, della musica e degli olii essenziali crea una dimensione e un ambiente che favorisce il naturale evolversi del parto» conclude l'ostetrica. Tanti timori, paure, ma anche curiosità e gioie da condividere, per vivere la gravidanza e il parto nel modo più sereno e consapevole possibile.

A cura di Elena Buonanno
con la collaborazione di Antonella Brignoli  
Ostetrica presso
ASST Giovanni XXIII di Bergamo