Mancanza di intimità, scarso uso del profilattico, menopausa precoce… I dati del Congresso Europeo di Sessuologia rendono uno spaccato che fa molto riflettere
La World Association for Sexual Health (WAS) ha concluso i lavori del Congresso Europeo di Sessuologia che si è tenuto a Bologna alla fine del mese di maggio 2024. Più di 500 partecipanti hanno portato ricerche e studi specifici sulla Sessualità degli adolescenti, degli adulti (dai 20 ai 90 anni), degli anziani, senza dimenticare la sessualità dopo una chirurgia neoplastica o la chirurgia andrologica e gli impianti di protesi peniene: una vasta carrellata di esperienze europee che fanno riflettere non poco. I giovani adolescenti, ad esempio, se da un lato vivono la sessualità come “prestazione” con scarsa o immatura complicità affettiva, dall’altro lamentano un’assenza del desiderio sessuale o un desiderio fluttuante e non permanente (Congresso Società Italiana di Sessuologia –SIA- Palermo, giugno 2024). Le ragazze che afferiscono al nostro Centro di Medicina Sessuale IRCCS San Raffaele, a Milano, denunciano dolore alla penetrazione (vaginismo) o difficoltà nell’eccitazione (anorgasmia) per inesperienza e timore di sentire dolore.
Ancora scarso l’uso del profilattico
Dall’Osservatorio Giovani e sessualità, realizzato ogni anno da Durex su un campione di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni, emerge che nel 2023 solo il 43% ha dichiarato di usare regolarmente il preservativo, contro il 57% del 2019. Le motivazioni rimandano per lo più all’idea che introdurre il profilattico durante il rapporto sessuale renda la prestazione meno virile. Mentre il 28% dei ragazzi mostra reticenza verso il profilattico “perché interrompe la prestazione”, e il 21% ha difficoltà a parlare dell’argomento con la partner. Si stima che tra gli 11 e i 13 anni si cerchi il primo rapporto sessuale con una scarsa conoscenza sulla prevenzione. Se poi aggiungiamo l’uso indiscriminato di alcol e droghe di varia entità, il quadro mostra giovani disorientati e inconsapevoli anche della più minima norma di prevenzione. Quanti giovani adolescenti nella pubertà sanno praticare l’autopalpazione del testicolo, prima neoplasia giovanile. Forse nemmeno gli specialisti osano parlarne ai ragazzi e ai genitori, mentre le ragazze, al primo menarca, viene spesso insegnata l’autopalpazione della mammella.
È fondamentale parlarne
Gran parte della letteratura scientifica propone linee guida di prevenzione e di anamnesi sessuologica per aprire un dialogo neutro e non giudicante. La reticenza degli Specialisti a parlarne con i propri pazienti nascerebbe dall’imbarazzo e dalla scarsa preparazione in tal senso, eccetto gli addetti ai lavori: ginecologi, andrologi, urologi, endocrinologi. Non è un caso che la figura del Sessuologo sia uno Specialista di seconda consultazione. Nonostante si siano fatti passi molto avanti l’uso della pornografia è dilagante a tutte le età. La dipendenza da essa conduce non a caso a disfunzione erettile, disfunzione ejaculatoria (precoce o assente) e a pregiudizi di una sessualità puramente genitale. Molte ragazze e donne si annoiano nei preliminari e, al pari di certe scenografie cinematografiche, desiderano esclusivamente coito e penetrazione. Molte persone ignorano, per mancanza di un’educazione sessuale in divenire, che ad esempio la risposta sessuale maschile cambi dopo i 35 anni. Si avvicina notevolmente all’intimità femminile. Il tatto anche per l’uomo diventa il primo senso di eccitazione durante i preliminari. Preliminari su tutto il corpo escludendo le parti genitali: perché il flusso sanguigno richiede più tempo per riempire il membro maschile e il tempo dell’erezione si abbrevia. Non certo per vecchiaia, ma perché un uomo dopo i 35 anni ha sicuramente acquisito un’esperienza sufficiente e desideri giocare più che avere un’erezione massima. Ma, al di là di tutto, il pregiudizio rimane: in uomini e donne. In molte coppie il gioco è assente o spesso superato, escluso. O finalizzato ad una gravidanza: vuoi perchè gli amici hanno già figli vuoi perchè la famiglie d’origine desiderano un nipote. C’è anche da dire che non sempre le tappe femminili si adeguano alla qualità di vità ulteriormente migliorata in questi ultimi anni. Sempre più ginecologi incontrano pazienti tra i 30 e i 40 anni, che riscontrano una menopausa precoce e così gli andrologi denunciano sempre più partner oligospermici (con sperma scarsamente fertili).
La complessità Sessuale comprende anche l’orientamento sessuale
Nei giovani, ad esempio, la mancanza di una forma di attrazione sessuale prevalente verso l’altro sesso e/o lo stesso sesso, induce molti di loro a parlarne con i genitori o con il medico di famiglia o in Centri dedicati all’educazione Sessuale per gli adolescenti. In questi e in tutti i casi ogni paziente ha diritto ad un progetto clinico individualizzato per acquisire consapevolezza di sé, su misura, in un lavoro di equipe fra Specialisti dove l’individuo è per lo più un terapeuta inconsapevole e non un paziente come tanti. C’è ancora da sottolinare che un uomo incontra un andrologo dopo i 40 anni, in caso di sintomi e disfunzioni sessuali. La prevenzione richiede ancora un lungo ed intenso lavoro nelle scuole, nei centri sportivi, nei luoghi di riunione sociale, presso il Medico di Famiglia. Il che porta a vivere lo Specialista non solo perchè costretti da un sintomo e con una buona dose di preoccupazione. La prevenzione dovrebbe essere una forma di autocultura che comprende la salute fisica, psicologica, sociale, relazionale dell’individuo, come dichiara L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Cosa è successo dopo il Covid
IL COVID 19 SARS è stato un elemento condizionante la sessualità in genere. Nelle coppie, non abituate a condividere la quotidianità, il desiderio sessuale si è per lo più affievolito. Gli individui con orientamento omosessuale, non potendo accedere ai Centri Sanitari Specifici per via della pandemia, hanno frequentato solo persone conosciute ed è venuta meno una parte importante dell’erotismo occasionale. Il 14 settembre 2024 si celebrerà la giornata del Benessere Sessuale sostenuto dalla World Association for Sexual Health (Was). Un appuntamento importante per tutti, individui, Specialisti, famiglie, coppie e mezzi di comunicazione. Spesso si confonde il benessere sessuale con la prestazione. Questa tendenza oggi può essere migliorata con una maggiore consapevolezza del rapporto con il proprio corpo, con una migliore interazione con il mondo esterno, con un’attenzione alla prevenzione non solo fisica ma anche psicologica. Ogni sbalzo di umore, di desiderio sessuale, di dipendenza alimentare, alcolica, etc è un modo per comunicare con noi stessi e rivedere la qualità di vita quotidiana. Non perchè sbagliamo ma perchè l’abitudine ci porta a diffidare del cambiamento. Anche questi segnali possono essere un’invito a rivedere le nostre scelte in termini di salute, estetica, piacere. Riferirsi ad uno Specialista richiede un centimetro di coraggio sopra la paura, ma superato questo momento, potremmo vederci e sentirci meglio di quanto avessimo pensato.
L’obiettivo dell’educazione
L’obiettivo dell’educazione sessuale è consentire ai giovani di acquisire conoscenze, atteggiamenti, competenze e valori per fare scelte appropriate nel loro comportamento sessuale e quindi sperimentare una vita sessuale sana e appropriata all’età. Ciò dovrebbe impedire loro di contrarre o trasmettere infezioni sessualmente trasmissibili, incluso il virus dell’immunodeficienza umana, di causare o subire gravidanze indesiderate e di essere autori o vittime di violenza. Dovrebbe migliorare la comprensione e rispettare la diversità, contribuendo così a una società migliore. L’educazione sessuale in quanto tale è stata ampiamente riconosciuta come essenziale per la salute sessuale, ma il contenuto e i principi che costituiscono la base di questa educazione sono cambiati nel tempo e differiscono ampiamente tra i paesi d’Europa.
A cura della Dott.ssa Elena Vittoria Longhi
specialista in Sessuologia, Terapia della Famiglia e Psiconcologia
Centro di Medicina Sessuale, IRCCS San Raffaele e Università Vita & Salute, Milano