Per scelta o per necessità, la gravidanza è un traguardo conquistato in età sempre più avanzata. Ecco come affrontarla nel migliore dei modi, scongiurando i rischi per la salute per la madre e per il nascituro.
L’età per la maternità si alza
Negli ultimi anni, l’età delle donne in stato di gravidanza si è alzata sempre di più, soprattutto nei Paesi ricchi. Analogamente, in Italia, l’età media delle madri alla prima gravidanza è di 32.2 anni, così come le donne straniere residenti nel nostro Paese - che in passato avevano un’età media alla prima gravidanza molto più bassa - hanno raggiunto oggi un’età media di 29.2 anni. Per molte donne, i motivi del progressivo rinvio nel tempo della prima gravidanza sono legati alla volontà di perseguire una buona realizzazione personale e professionale: completare gli studi e di raggiungere una soddisfacente posizione lavorativa con autonomia economica. Più raramente, invece, si aspetta a fare figli per la mancanza di un partner consenziente.
A cosa servono le banche di gameti
In questo scenario, anche in Italia si sta iniziando a parlare sempre di più dell’utilizzo delle banche di gameti, una soluzione per quelle giovani donne che vogliono depositare e conservare i propri ovuli di buona qualità per utilizzarli attraverso la fecondazione assistita in età più avanzata, ovvero quando la capacità riproduttiva sarà declinata. Gli ovuli, quindi, saranno quelli dell’età giovanile, mentre l’utero e il corpo della donna purtroppo saranno “maturati”, con tutto ciò che ne consegue. Fino ad oggi, questa possibilità era riservata solo alle ragazze che, a causa di gravi e debilitanti malattie, dovevano essere sottoposte a trattamenti che potevano danneggiare le ovaie perciò era importante, prima della terapia, mettere in sicurezza gli ovociti per garantire un futuro riproduttivo alla paziente.
Come cambia il corpo con la gravidanza
La gravidanza, anche nelle migliori condizioni, sottopone il corpo della donna a un carico di lavoro intenso paragonabile addirittura a un trekking di media difficoltà. Allo stesso modo, anche i cambiamenti che subisce il suo corpo sono tantissimi. Non solo il cuore ha un sovraccarico di lavoro del 40% - che se in una ragazza giovane e sana non ha alcuna conseguenza, in una donna in età più avanzata può essere molto impegnativo - ma il carico di lavoro provocato dalla crescita dell’utero e del feto coinvolge tutti gli organi: dal fegato ai polmoni, fino a il sistema cardiovascolare, scheletrico, endocrino, renale, digestivo.
Over 35: i possibili rischi
Con l’avanzare dell’età materna (si intende oltre i 35 anni), aumenta anche il rischio di avere complicanze durante la gravidanza e il momento del parto e, purtroppo, molte donne non hanno piena consapevolezza di questo. Oltre al carico di lavoro sull’organismo provocato dalla gravidanza, l’età avanzata è spesso associata a un aumento di peso - che non è un dato positivo - e alla più frequente ricorrenza di alcune patologie come la preeclampsia (ovvero l’aumento della pressione arteriosa) e il diabete gestazionale. Non solo, con l’avanzare dell’età aumenta anche il rischio di partorire con taglio cesareo, di avere un bambino più piccolo rispetto alla media o di partorire prematuramente. Anche la frequenza delle anomalie cromosomiche, come ad esempio la Trisomia 21 (più comunemente conosciuta come la Sindrome di Down) tende progressivamente ad aumentare in proporzione diretta con l’età materna: proprio per questo motivo, da molti anni in Italia le donne in gravidanza oltre i 35 anni hanno diritto gratuitamente, previa richiesta, agli accertamenti per la diagnosi prenatale delle anomalie cromosomiche fetali. Infine, dopo i 40 anni aumenta anche il rischio di aborto spontaneo e si riduce la possibilità di un concepimento naturale - che dopo i 45 anni praticamente si azzera, al di là delle rarissime eccezioni. Purtroppo, anche la mortalità perinatale e in utero è lievemente superiore nelle gravide di età avanzata.
L’importanza dello stile di vita
Poiché spesso il procrastinare l’età della gravidanza è inevitabile per motivi personali e sociali, quello che il medico può fare è informare le donne su tutto ciò che è utile e realizzabile per ridurre l’impatto dei fattori di rischio legati all’età: contenere la crescita di peso in gravidanza, fare attività fisica, controllare alimentazione, glicemia e pressione e rispettare tutto quanto il medico curante consiglierà di fare. Se invece non esistono motivi reali per rinviare
la gravidanza, è buona norma informare la donna su quanto l’età sia un elemento di fondamentale importanza per un buon esito della maternità.
A cura del dott. Claudio Crescini
Specialista in Ostetricia e Ginecologia, Adjunct professor Humanitas University Milano
Consulente ostetrico-ginecologico
ASST Bergamo Est, Bergamo