Il bruciore agli occhi è un fastidio comune, soprattutto per chi trascorre molto tempo davanti alla TV o allo schermo del computer, ma a volte può associarsi a una sensazione di “sabbia” negli occhi e infiammazione. Se a questi sintomi si abbina una lacrimazione diversa dal solito potrebbe trattarsi di quella che viene definita “malattia dell’occhio secco”.

Il film lacrimale non riesce più ad autoregolarsi

La malattia dell’occhio secco, o dislacrimia, interessa la superficie oculare ed è caratterizzata da una perdita dei meccanismi di autoregolazione (omeostasi) del film lacrimale, con conseguente insorgenza di fastidio oculare. Il film lacrimale, infatti, è paragonabile a una pellicola fluida, trasparente, che ricopre la superficie anteriore dell’occhio e svolge importanti funzioni di lubrificazione, protezione e nutrizione della superficie oculare: se il volume della lacrima diminuisce o le lacrime evaporano eccessivamente per un’alterazione dei loro componenti, la protezione della superficie oculare si riduce e compaiono fenomeni di irritazione, che possono diventare cronici. I sintomi possono essere vari, non specifici, di diversa intensità ed essere percepiti da ogni persona in modo differente: sensazione di bruciore, di corpo estraneo (o “sabbia”) e, nei casi più gravi, di dolore a livello oculare che si associa spesso a fotofobia (sensibilità alla luce), blefarospasmo (chiusura involontaria dell’occhio), calo visivo e diversi segni di infiammazione a livello di congiuntiva, palpebre e cornea. Spesso la dislacrimia si accompagna a lacrimazione eccessiva come riflesso alle alterazioni della superficie oculare, tuttavia non si assiste a un miglioramento della situazione perché mancano le componenti essenziali del film lacrimale. 

Una malattia dalle tante cause

Le cause che portano all’insorgenza della malattia dell’occhio secco sono numerose. L’età è il maggior fattore di rischio e si riscontra soprattutto nelle donne. Altri fattori sono interventi chirurgici oculari precedenti, presenza di malattie oculari o sistemiche, come ad esempio quelle dermatologiche, o alcune malattie autoimmuni come la sindrome di Sjögren, l’artrite reumatoide e il diabete. Anche l’assunzione cronica di alcuni farmaci, come ad esempio trattamenti ormonali o antidepressivi, può favorire la comparsa di dislacrimia.

Fattori esterni negativi

Numerosi fattori esterni possono causare l’infiammazione dell’occhio e peggiorare la dislacrimia, come: inquinamento o particolari condizioni microambientali, l’uso scorretto e prolungato di lenti a contatto, stare per molto tempo davanti a un monitor, l’utilizzo di alcuni prodotti cosmetici o di colliri contenenti conservanti, anche per patologie croniche come il glaucoma (malattia del nervo ottico che può portare alla perdita della vista).

Obiettivo: ristabilire l’equilibrio del film lacrimale

Il trattamento ha l’obiettivo di ripristinare il film lacrimale corretto e di mantenerlo stabile nel lungo periodo, sia agendo sui fattori di rischio esterni che sono modificabili o eliminabili, sia andando a integrare le componenti mancanti della lacrima attraverso sostituti lacrimali. La terapia oculare topica è, nella maggior parte dei casi, da utilizzarsi più volte ogni giorno. Qualora questa iniziale impostazione terapeutica non fosse sufficiente, si dovrà ricorrere a terapie associative con antinfiammatori - a volte anche immunosoppressivi - o parachirurgiche, con una stimolazione ghiandolare mirata al fine di ripristinare una corretta produzione dei componenti del film lacrimale. Nei casi che non rispondono alle terapie citate, si può ricorrere a soluzioni chirurgiche come il posizionamento, definitivo o temporaneo, di un millimetrico “tappo” a livello del puntino lacrimale inferiore, con l’obiettivo di permettere una maggior permanenza della lacrima, già scarsamente prodotta o efficace, a livello della superficie oculare. In caso di sintomi di secchezza oculare è essenziale consultare il proprio oculista di fiducia per una corretta diagnosi della malattia dell’occhio secco. Grazie a test specifici possono essere valutate sia la quantità sia la qualità delle lacrime al fine di impostare il trattamento più idoneo. Attualmente questi test sono computerizzati, non invasivi e di rapida esecuzione.

A cura del Dott. Fabio Mazzolani
Specialista in Oculistica
Direttore Sanitario Centro Oculistico Bergamasco