Il coniglio è ormai, a tutti gli effetti, il “terzo” animale da compagnia dopo il cane e il gatto. È però un animale molto più delicato rispetto a queste altre due specie e, purtroppo, la maggior parte delle patologie (e delle cause di morte) di questo animale è legata a una non corretta gestione nell’ambito domestico. Scopriamo quali sono le malattie più diffuse e come prenderci cura nel modo corretto di questo “pet” con l’aiuto della dottoressa Elena Tirloni, medico veterinario.

Dottoressa Tirloni, di che tipo di patologie soffrono i conigli più frequentemente?

In ordine di frequenza, le patologie più comuni nel coniglio sono:

> le patologie gastrointestinali;
> le patologie respiratorie;
> le patologie dentarie;
> le patologie dell’apparato genito-urinario.

Cominciamo allora da quelle gastrointestinali. Quali sono le cause?

Il coniglio è un erbivoro stretto: ciò significa che in natura la sua alimentazione prevede l’assunzione di erba, piante erbacee spontanee, radici e cortecce. In cattività, purtroppo, questi animali non hanno sempre la possibilità di accedere a un giardino e di conseguenza la loro alimentazione è strettamente legata a ciò che fornisce loro il proprietario. L’alimento base è rappresentato dal fieno (quando non è possibile somministrare erba fresca), che deve essere sempre a disposizione. La fibra “lunga” contenuta in questo alimento favorisce una regolare peristalsi (movimento dell’intestino). Altri alimenti che possono essere somministrati sono le verdure (verdure in foglia, sedano, finocchio e carote in piccola quantità) e il mangime “pellettato”, di buona qualità e assolutamente privo di semi e cereali. Un’alimentazione non corretta, lo scarso movimento ed eventuali condizioni “stressanti” (il coniglio, in natura, è una preda e tende a spaventarsi molto facilmente) possono favorire la comparsa di patologie gastrointestinali. Le più frequenti sono il rallentamento o blocco della peristalsi gastrointestinale e le enteriti (diarrea).

Il rallentamento o blocco gastrointestinale si può manifestare in forma acuta o subacuta. Nella forma acuta, generalmente, il coniglio smette di mangiare, può essere meteorico (avere la pancia gonfia di gas), tende a stare fermo in posizione antalgica, cioè in posizione a “sfinge” con la schiena incurvata, e generalmente smette anche di defecare.

Talvolta può anche verificarsi una morte improvvisa. Nelle forme subacute l’animale diminuisce gradualmente l’assunzione di cibo, tende a muoversi di meno e la defecazione è diminuita con feci più piccole e in minore quantità. Se la situazione non viene risolta, può evolvere in un blocco gastrointestinale grave con possibile morte del soggetto. La diarrea, che generalmente compare in forma acuta, può essere conseguenza di un’alimentazione non adeguata o di parassitosi intestinali (i coccidi sono i parassiti più comuni).

Da cosa dipendono, invece, le malattie respiratorie?

Il coniglio è un animale che può respirare unicamente attraverso il naso: non può utilizzare anche la bocca come possono invece fare il cane o il gatto. È evidente quindi come qualsiasi affezione delle cavità nasali possa generare gravi disturbi: sbalzi di temperatura, ambiente molto polveroso, utilizzo di una lettiera non adeguata (come la sabbia per gatti) nella gabbia o una scarsa igiene della gabbia stessa (che può determinare una produzione di gas ammoniacali dai residui di urine) possono favorire le patologie respiratorie. Queste sono solitamente sostenute da batteri come Pastorella spp. o Bordetella bronchiseptica e tendono spesso a cronicizzare favorendo la formazione di un muco denso nelle cavità nasali che il coniglio non riesce a espellere. Ciò impedisce una normale respirazione e forti stress o manipolazioni non adeguate possono anche portare l’animale a morte improvvisa.

E quelle dentarie?

Le patologie dentarie vengono distinte in patologie congenite e acquisite. Quelle congenite sono molto frequenti nei conigli di razza “Ariete”, mentre quelle acquisite sono generalmente correlate a un’alimentazione non adeguata o a traumi. I denti dei conigli sono caratterizzati da una crescita continua per tutta la vita dell’animale. Se da un lato ciò favorisce la ricrescita di quei denti eventualmente rotti a seguito di un trauma (conigli che cascando si traumatizzano il muso, che mordono le sbarre della gabbia per attirare attenzione etc.), d’altra parte favorisce anche la crescita di punte dentarie “mal orientate”, verso la lingua o le guance, che possono provocare ferite nella bocca e portano l’animale a sospendere l’alimentazione per via del dolore. In questi casi solitamente i conigli sospendono l’assunzione del fieno, prediligendo verdure e mangime (che devono masticare meno), presentano scolo di saliva dalla bocca, le feci diventano più piccole e “asciutte” fino alla completa perdita dell’appetito.

Veniamo, infine, alle patologie genito-urinarie. Quali sono e come si riconoscono?

Le patologie genito-urinarie più frequenti sono rappresentate dall’urolitiasi (calcoli a carico di reni e/o vescica) e dal carcinoma uterino. Il coniglio elimina il calcio contenuto negli alimenti solo ed esclusivamente attraverso le vie urinarie. L’eccesso di calcio nella dieta (broccoli, cavoli, coste, tarassaco, erbe aromatiche ne sono molto ricchi) ed eventuali infezioni delle vie urinarie possono favorire la formazione di calcoli. In questo caso, generalmente il coniglio presenta difficoltà nell’urinare, si imbratta di urina la regione perineale e può presentare tracce di sangue nelle urine. Il carcinoma uterino, invece, è il tumore più frequente in questa specie. Una significativa percentuale delle femmine che non vengono sterilizzate presenta il rischio di sviluppo di questo tumore dopo i tre anni d’età e ciò diminuisce ovviamente tantissimo la loro aspettativa di vita. Purtroppo i sintomi compaiono solitamente quando il tumore ha già dato origine a metastasi a carico di altri organi: si possono osservare difficoltà respiratorie (dispnea), presenza di sangue nelle urine (che può derivare dalla vescica, dai reni o dall’utero), riduzione dell’appetito e depressione. La prognosi in questi casi è solitamente infausta a breve termine. La sterilizzazione precoce, entro l’anno di età, è la migliore prevenzione.

Che consigli possiamo dare per prevenire tutte queste malattie?

Da quanto detto si può comprendere come la maggior parte delle patologie del coniglio tenuto come “pet” sia conseguenza di una gestione non corretta da parte del proprietario e di come la maggior parte di esse sia evitabile attraverso un’adeguata prevenzione e visite periodiche e regolari da un Medico Veterinario che abbia specifica preparazione e competenza su questa specie.

a cura di Claudio Gualdi
con la collaborazione della dott.ssa Elena Tirloni