L’actigrafia è uno dei principali esami diagnostici per lo studio del sonno. Esame semplice e non invasivo, viene effettuato con un particolare strumento detto actigrafo, che ha la forma e la dimensione di un normale orologio da polso. Ma in quali casi in particolare può essere utile? Ce lo spiega il dottor Alberto Lerario, neurologo.
Dottor Lerario, a che cosa serve l’actigrafia?
L’actigrafia è un metodo convalidato per misurare oggettivamente l’attività motoria media durante il sonno, e in quanto tale, può essere più utile dei diari del sonno nella valutazione dei pazienti affetti da alcuni tipi di disturbi del sonno. L’actigrafo è composto da sensori molto sensibili al movimento che permettono di distinguere periodi con presenza o assenza di movimento. Gli actigrafi clinicamente convalidati, infatti, generalmente vengono forniti con un software che utilizza un algoritmo per classificare i dati di movimento come “sonno” o “veglia”. Oltre a identificare le fasi di sonno e veglia, registra anche altri dati, come la temperatura corporea periferica e i livelli di rumore e luce circostanti, consentendo così di valutare anche l’ambiente in cui si dorme.
In quali casi, in particolare, può essere utile?
L’utilizzo principale degli actigrafi validati (la maggior parte dei dispositivi di utilizzo comune non sono validati e non possono essere utilizzati per la diagnosi o il trattamento dei disturbi del sonno) è quello di misurare oggettivamente i cicli sonno-veglia in pazienti con:
> disturbi del ritmo sonno-veglia circadiano, come il disturbo della fase sonno-veglia ritardata o il disturbo del lavoro a turni;
> insonnia. L’actigrafia può essere utilizzata per confermare o escludere un sonno insufficiente;
> monitoraggio della risposta al trattamento. L’actigrafia di follow-up può essere molto utile per misurare oggettivamente la risposta al trattamento e migliorare l’educazione del paziente sottoposto a terapia cognitivo comportamentale per insonnia.
Quali fasce di età interessa?
In generale i risultati sono più accurati negli adulti sani. Il dispositivo è utilizzabile anche per i minorenni: in questo caso genitori e operatori sanitari dovrebbero essere inclusi nella discussione relativa allo scopo dell’actigrafo e alla sua cura. Nei bambini solitamente si posiziona il dispositivo alla caviglia, se possibile.
I dati raccolti con l’actigrafia devono essere interpretati con cautela poiché i dispositivi si basano su misure indirette del sonno e alcuni dispositivi sono più accurati di altri.
Come si svolge l’esame?
Basta indossare l’actigrafo come un orologio sul polso non dominante.
Quanto dura?
In generale l’actigrafia dovrebbe essere utilizzata per una o due settimane per monitorare l’attività sia durante i giorni lavorativi sia quelli non lavorativi. Il periodo di registrazione dovrebbe escludere le vacanze e i viaggi, a meno che lo scopo dell’utilizzo dell’actigrafia non sia quello di monitorare la sindrome da jet lag frequente.
Bisogna seguire una preparazione particolare?
I dispositivi sono relativamente facili da usare e richiedono pochissima preparazione. Ai pazienti devono essere fornite istruzioni scritte sull’uso e la cura dell’actigrafo. Dovrebbe essere inoltre fornito un registro per segnare le attività svolte. Se rimosso, il dispositivo actigrafico deve essere riposizionato sullo stesso polso. La resistenza all’acqua deve essere annotata e affrontata in modo appropriato con il paziente. Se viene utilizzato un sensore di luce, i pazienti devono assicurarsi che gli indumenti non coprano il sensore.
Ci sono controindicazioni?
Ci sono poche controindicazioni per l’actigrafia nei bambini o negli adulti. Raramente, i pazienti possono sviluppare irritazione cutanea locale o ipersensibilità ai materiali nel dispositivo.
A cura di Elena Buonanno
con la collaborazione del dott. Alberto Lerario
Specialista in Neurologia
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