Mantenere viva la fiamma della passione in una relazione non è sempre facile. Può infatti accadere che l’entusiasmo della novità venga meno con il passare del tempo e lo stabilizzarsi della relazione possa provocare un calo del desiderio e della libido. 
Questo fenomeno, che può riguardare sia le donne sia gli uomini, a lungo andare può minare il naturale equilibrio della coppia, mettendone a rischio la stabilità.
Scopriamo allora come riconoscerlo e affrontarlo insieme al dottor Massimo Masserini, psicologo, psicoterapeuta e sessuologo clinico.

Dottor Masserini, quando il calo della libido in una coppia può diventare preoccupante?

Quando persiste per più di sei mesi e causa un disagio significativo della sfera sessuale. Questa sintomatologia può evolvere in quelli che vengono identificati dal Manuale Diagnostico-Statistico dei disturbi mentali (DSM – V) quali disturbo da desiderio sessuale ipoattivo e disturbo da avversione sessuale. Nel primo caso la persona presenta un ridotto interesse per l’intimità e l’attività sessuale, nel secondo caso vi è una vera e propria avversione ed evitamento nei confronti della sessualità. Questa condizione può essere situazionale se compare in determinati contesti o con un partner specifico o generalizzata se si manifesta in tutte le circostanze e con tutti i partner.

Ma quali sono le cause?

Non è semplice identificare i fattori poiché in genere il disturbo ha un’origine multifattoriale. Tra le motivazioni fisiologiche più comuni vi sono squilibri ormonali o malattie croniche (come uremia, diabete o insufficienza epatica) o neurologiche (sclerosi multipla e disfunzione del midollo spinale). Per la donna, in particolare, il calo dell’interesse sessuale può essere legato a cause organiche quali la presenza di dolori durante il rapporto sessuale (dispareunia) o la contrazione involontaria della parete vaginale che rende impossibile la penetrazione (vaginismo). La diminuzione del piacere può anche essere associata a fattori di natura psicologica. L’atto sessuale è spesso legato a un aspetto prestativo (legato alla prestazione), che può provocare preoccupazioni sulla durata dell’atto, sulla mancanza di competenze sessuali e sulla capacità di provocare piacere al proprio partner. Anche la paura di gravidanze o di contrarre malattie sessualmente trasmissibili possono influenzare negativamente il desiderio sessuale. Non deve inoltre essere sottovalutata la dimensione relazionale: una comunicazione reciproca non efficace, conflitti di coppia e la scarsa variabilità degli stimoli sessuali possono provocare una drastica riduzione della libido. Infine, possono incidere fattori esterni o situazionali, come eccessivo stress, problematiche lavorative o eventi avversi.

Quali sono quindi gli step per risolvere il problema?

Nel caso in cui il disturbo si dimostri particolarmente invalidante sia per la persona sia per la coppia sarà necessario rivolgersi a un medico per verificare l’eventuale presenza di problematiche di natura organica. Se non vi sono difficoltà fisiologiche o biologiche sarà necessario approfondire la dimensione psicologica e relazionale del disagio. In questi casi è buona prassi rivolgersi a uno specialista (sessuologo clinico o terapeuta specializzato): attraverso la consulenza si potranno comprendere più approfonditamente le cause del disagio e mettere in atto le strategie necessarie a ritrovare il proprio benessere psicofisico.

In generale, c’è qualcosa che i partner possono fare per riaccendere la passione?

> Migliorare la relazione di coppia dal punto di vista affettivo, relazionale e comunicativo.
Una condivisione adeguata dei propri pensieri e proprie difficoltà aiuta i partner ad acquistare reciprocamente la fiducia. Attraverso un dialogo aperto si potranno inoltre individuare gli stimoli sessuali appropriati per ciascuno. Se la coppia ha figli è molto utile creare una “serata della coppia”, allontanando i figli per ricreare l’intimità perduta nella routine familiare.
> Comprendere le dinamiche relazionali e rispettare sempre lo spazio privato dell’altro. È necessario garantire e richiedere la propria autonomia e trovare il giusto equilibrio tra identità individuale e di coppia. Rispettare i confini personali del partner è molto importante, poiché gli permetterà di vivere con maggior serenità il rapporto di coppia, anche da un punto di vista intimo. L’intesa di coppia si raggiunge solamente attraverso una soddisfazione e un rispetto reciproci; prevaricare il partner o annullare se stessi per l’altro non può che avere esiti negativi per la coppia.
> Coltivare la consapevolezza di sé e del proprio corpo.
La dimensione prestativa dell’atto sessuale può impattare in maniera negativa sulla percezione dello stesso. Il piacere va in secondo piano ed emergono preoccupazioni che non permettono di vivere l’esperienza con serenità. Lavorare sulla consapevolezza e sull’autostima è fondamentale per correggere le proprie convinzioni disfunzionali e approcciarsi alla dimensione dell’intimità con meno timore.
Poiché nella sessualità la dimensione individuale e quella di coppia sono fortemente intrecciate, prendersi cura di sé e delle proprie emozioni è un passo importante per la costruzione di un’intesa funzionale.
> Accettare i momenti difficili. Eventi non prevedibili possono creare disagi che influiscono negativamente sulla dimensione intima di uno o di entrambi i partner, minando la solidità della coppia e rompendo il funzionale equilibrio che si è creato in anni di relazione. In queste situazioni è necessario dare tempo al tempo ed essere accoglienti con noi stessi e supportivi nei confronti del partner.
> Mantenere accesa la fiamma. È utile e “salutare” cambiare le solite routine e sperimentare qualcosa di nuovo e diverso, utilizzare la creatività per spezzare l’abitudine e coinvolgere il partner cercando di esaudire, sempre con rispetto, le reciproche fantasie sessuali.

A cura di Giulia Sammarco
con la collaborazione del Dott. Massimo Masserini
Psicologo e Psicoterapeuta, Sessuologo clinico
MindFit Clinic Bergamo