ProgettAzione Cooperativa Sociale, da oltre 20 anni, si occupa di persone con danni cerebrali (GCA) in provincia di Bergamo e Milano, offrendo una filiera articolata di servizi (CDD - Centro Diurno Disabili, RSD - Residenza Sanitaria per Disabili, LaB, Housing Sociale, interventi specialistici) che inizia dal supporto alla dimissione ospedaliera sino al rientro al lavoro e al ritorno alla vita in autonomia. Abbiamo incontrato Claudia Maggio, psicologa psicoterapeuta, Responsabile Area Scientifica presso il Centro Diurno e Centro Residenziale per Gravi Cerebrolesioni Acquisite di ProgettAzione Cooperativa Sociale per conoscere meglio questo mondo e i possibili percorsi clinici e riabilitativi per le persone che hanno subito lesioni cerebrali.

Dottoressa Maggio cosa si intende innanzitutto per GCA?

Si intende un danno cerebrale, di origine traumatica o altra natura, tale da determinare una condizione di coma più o meno protratto (in genere di durata non inferiore alle 24 ore). Le conseguenze possono portare a gravi compromissioni senso-motorie, cognitive e comportamentali.

Cosa è importante per un buon recupero?

La gravità del danno subito ovviamente rimane l’aspetto di maggiore rilevanza, ma a esso si associano altri fattori come l’organizzazione della famiglia prima dell’evento traumatico, la possibilità di accedere a interventi clinico-sanitari, assistenziali e sociali dopo la dimissione, il tipo di ambiente scolastico/lavorativo. Sono importanti anche le risorse economiche della famiglia e della persona colpita da GCA, quelle del territorio e il luogo dove si abita (si pensi che le Regioni si differenziano per quantità e presenza dei servizi). Nella maggior parte dei casi infatti, dopo la fase di ospedalizzazione, permangono conseguenze che rendono necessari interventi a lungo termine. Non tutte le persone colpite da una GCA possono rientrare a domicilio dopo la fase post-acuta, molti devono entrare in maniera temporanea o definitiva in strutture residenziali, come RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) o RSD (Residenza Sanitaria Disabili) o in Nuclei di Accoglienza per Persone in Stato Vegetativo e di Minima Coscienza. Ci sono poi centri diurni come: CDD (Centro diurno per disabili); CSE (Centro Socio Educativo) e SFA (Servizio di Formazione all’Autonomia).

Dopo un GCA è possibile tornare a una vita normale?

In alcuni casi possono essere pensati interventi per un rientro al lavoro e per l’addestramento verso l’autonomia abitativa, ma è difficile che si possa riprendere in mano come prima attività e occupazioni. Le relazioni affettive e sociali (se precedentemente stabili) e la propria storia personale spesso sono il ponte che mantiene una continuità tra un prima e un dopo improvviso e destabilizzante; la rottura completa tra ciò che ci rappresentava e ciò che ci definisce diventa, invece, una ferita insanabile. Ogni nuova situazione, seppure tragica, necessita di una base di partenza su cui definirsi, raccontarsi e ricostruirsi.

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