Nato poco più di quarant’anni fa in ambito sportivo per favorire il recupero in seguito a contratture muscolari o traumi, oggi il kinesio taping viene sempre più spesso utilizzato anche per i non sportivi come terapia contro il dolore, per contrastare gonfiori di diversa origine, nella riabilitazione di patologie muscolo-scheletriche. Capiamo meglio di cosa si tratta e in quali casi può essere indicato insieme al dottor Paolo Valli, fisioterapista-osteopata.

Dottor Valli, in cosa consiste il taping?
Il kinesio tape, chiamato anche in altri modi (taping neuromuscolare, taping kinesiologico) è un nastro elastico adesivo sviluppato nel 1979 dal dottor Kenzo Kase. Non contiene principi attivi farmacologici e possiede caratteristiche peculiari in termini di elasticità, tensione, ritorno elastico, peso e trama. Si tratta di una vera e propria metodologia di utilizzo che può supportare - non si sostituisce - a un lavoro mirato e specifico di riabilitazione.

In che modo agisce?
L’applicazione sulla pelle del kinesio taping si basa su un principio per cui, offrendo opportuni stimoli e perturbazioni all’epidermide, si produrrebbe un’informazione verso il sistema nervoso locale e centrale in grado di determinare una risposta di inibizione degli impulsi nocicettivi (dolorosi) e l’attivazione o modulazione della tensione muscolare. Sull’epidermide, infatti, sono presenti recettori nervosi, in grado di comunicare con le strutture sottostanti e con i muscoli in seguito a stimoli esterni.

Come si applica?
Il nastro viene applicato in modo da determinare micromovimenti locali e provocare la sua azione grazie alla formazione delle tipiche pieghe durante il movimento, motivo per cui è fondamentale ricercare il movimento muscolare e articolare prima di posizionarlo. Il sollevamento delle pliche cutanee dovrebbe a livello teorico decomprimere le strutture sottostanti e migliorare la circolazione a causa di un aumento dello spazio sottocutaneo.

Quanto deve essere tenuto per avere risultati?
La durata della sua applicazione va dai tre ai cinque giorni (anche in base al tipo di utilizzo o di pratica sportiva) e il numero di applicazioni varia in base all’andamento clinico-terapeutico.

In quali casi può essere utile?
> In caso di edema (gonfiore) per agevolare il drenaggio linfatico: viene applicato sulla cute, tagliato a forma di ventaglio. In questo modo il cerotto determina una serie di convoluzioni della pelle, simili a piccole onde, che vanno ad agire sul flusso linfatico come pompe di drenaggio, favorendo così il riassorbimento dell’edema.
> Nel recupero sportivo: è un utile supporto per la cura delle problematiche muscolari (contratture, stiramenti etc.), per le patologie tendinee (tendiniti, fasciti), per gli esiti traumatici (distorsioni, contusioni etc.).
> Per il dolore: si usa spesso per problemi di mal di schiena acuti o cronici, mal di collo o colpi di frusta, dolori locali, ect.. Si può utilizzare su qualsiasi articolazione o parte del corpo senza particolari controindicazioni e con effetti anche molto rapidi.
> In ambito riabilitativo: la letteratura scientifica è spesso controversa rispetto ai risultati. Quello che è certo è che, da solo, non può essere considerato una cura efficace ma deve essere sempre abbinato a un adeguato percorso di cura che preveda, oltre alla valutazione, esercizi specifici e terapie associate.

Favorendo il drenaggio linfatico, il taping si può rivelare un alleato anche contro pesantezza e gonfiore alle gambe e cellulite

Ogni trattamento di un disordine muscolo - scheletrico deve soppesare l’utilizzo del taping in base alla patologia di cui la persona soffre, in base alle sue caratteristiche, alle sue aspettative e alla reale efficacia che questo strumento ha sulla condizione clinica. È poi fondamentale la competenza dell’operatore che applica il taping: qualora, infatti, l’applicazione non sia corretta non solo è possibile che non si ottenga l’effetto desiderato, ma c’è la possibilità che l’effetto sia addirittura dannoso. 

A cura di Giulia Sammarco
con la collaborazione del dott. Paolo Valli
Fisioterapista-Osteopata
Docente di Clinica dell’Apparato Osteoarticolare - Università degli Studi di Milano-Bicocca Corso di Laurea in Fisioterapia
Direttore Generale IRO Medical Center