Una figura sempre più chiave nel passaggio da medicina d’attesa a medicina d’iniziativa.
Nei prossimi dieci anni otto milioni di persone avranno almeno una malattia cronica grave. Nel 2030, potrebbero arrivare a quattro milioni e mezzo gli ultra 65enni che vivranno soli, e di questi, 1,2 milioni avrà più di 85 anni. Il potenziamento dell’assistenza domiciliare e della residenzialità fondata sulla rete territoriale di presidi sociosanitari e socioassistenziali, oggi ancora privilegio per pochi con forti disomogeneità a livello regionale, non è più procrastinabile anche in funzione di equilibri sociali destinati a scomparire, con la progressiva riduzione di persone giovani all’interno dei nuclei familiari. Se oggi ci sono 35 anziani ogni 100 persone in età lavorativa, nel 2050 ce ne saranno quasi il doppio: 63. La Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha calcolato che per far fronte nell’immediato al bisogno di salute sul territorio delle persone con patologie croniche e non autosufficienza, oltre ai medici di medicina generale per quel che attiene alla diagnosi e alla terapia, servono per almeno 31mila infermieri (uno ogni 500 persone con queste caratteristiche, che in Italia sono oltre 16 milioni).

L’infermiere di famiglia e comunità (IFeC) è il responsabile della gestione dei processi infermieristici in ambito comunitario: attraverso la prossimità, la proattività e l’approccio multiprofessionale promuove un’assistenza di natura preventiva, curativa, riabilitativa e palliativa differenziata per bisogno e fasce d’età, con interventi orientati a garantire risposte eque ai bisogni di salute della popolazione di uno specifico ambito territoriale di riferimento. Sostiene e coordina il percorso dell’assistito attraverso l’informazione, l’educazione e la promozione del self care, la presa in carico pro attiva, sviluppando un percorso assistenziale definito con gli altri professionisti, al fine di promuovere, attraverso il lavoro di rete, l’integrazione tra la persona assistita, la sua famiglia e i diversi interlocutori e servizi presenti nel sistema salute territoriale.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’IFeC è il professionista competente nella promozione della salute e della prevenzione, compresa la presa in carico dal punto di vista infermieristico, delle persone nel loro ambiente familiare e di vita, nella gestione partecipativa dei processi di salute individuali e della comunità. L’obiettivo è mantenere, e migliorare nel tempo, l’equilibrio e lo stato di salute della famiglia, nella comunità, aiutandola a evitare o gestire le minacce alla salute. Oggetto dell’assistenza dell’IFeC è quindi l’intera comunità, di cui fanno parte la rete dei servizi sanitari e sociosanitari, le scuole, le associazioni e i vari punti di aggregazione, che vede la famiglia come unità di base.

Le competenze necessarie a questo professionista sono di tipo relazionale, gestionale, clinico ed educativo. L’ infermieristica di famiglia e di comunità facilita il passaggio dal paradigma della medicina d’attesa a quello della medicina di iniziativa e l’evoluzione dal focus sulla malattia all’orientamento alla persona e al contesto di vita. L’IFeC può fare la differenza nella personalizzazione delle cure, nel rafforzamento della capacità di cura della famiglia, delle reti della comunità e dell’integrazione del team territoriale, nel potenziamento della continuità delle cure e nella diffusione del caring professionale. Ne consegue il mantenimento della capacità dell’utente di gestire in autonomia il proprio problema salute, con un aumento della qualità di vita soprattutto nei gruppi fragili e cronici e diminuzione di ripetuti ricoveri in strutture e accessi incongrui al pronto soccorso.

“Secondo me la missione delle cure infermieristiche in definitiva è quella di curare il malato a casa sua (...) intravedo la sparizione di tutti gli ospedali e di tutti gli ospizi. (...) ma che cosa serve parlare ora dell’anno 2.000?” 
Florence Nightingale
Infermiera inglese conosciuta come “la signora con la lanterna”, considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna.

A tutte le professioni sociosanitarie è richiesto un cambiamento delle modalità di lavoro che consiste nell’aprirsi una costante comunicazione e condivisione delle informazioni cliniche, nelle capacità di scambiare dati in tempo reale, nella disponibilità alla gestione di responsabilità condivise in un modello di continuità delle cure.

Dopo il Patto per la salute 2019-2021 in cui si parla di assistenza infermieristica di famiglia e comunità valorizzata, Regione Lombardia con i DGR XI/2672, XI/3377 e XI/3525 nel potenziare le cure primarie e territoriali attiva e definisce i criteri per l’assunzione di infermieri di famiglia. Attualmente nella provincia di Bergamo gli IFeC sono dipendenti delle ASST, Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest e il loro numero è quantificato in base al numero dei cittadini del territorio dell’ASST di competenza. Molti di loro hanno partecipato ad un corso regionale di formazione, con i colleghi delle altre province lombarde e ora stanno svolgendo attività di supporto territoriale per l’emergenza Covid. Per esempio l’effettuazione dei tamponi Covid domiciliari per le persone che non hanno possibilità di muoversi da casa, preceduta da un colloquio telefonico; durante la visita domiciliare viene svolto anche un monitoraggio della situazione del cittadino, che può essere ricontattato o rivisto a distanza di ore o giorni.

È una grandissima svolta per la professione infermieristica e per la cittadinanza: l’IFeC è l’ anello di congiunzione tra l’ utente e tutte le offerte territoriali, il sostegno a cui la persona può fare riferimento perché sa di poter ottenere una risposta alla sua richiesta. È un percorso da costruire: conoscenze, competenze, creatività, resilienza e consapevolezza di fare la differenza nella vita e nella salute delle persone. 

Il percorso di studi e formazione
La formazione dell’IFeC è individuata a livello accademico in percorsi post lauree come la laurea magistrale, dottorato e master di primo e secondo livello. L’ associazione infermieri di famiglia e comunità (AIFeC) ha prodotto nell’ aprile del 2019 un position paper di concerto con le Univesità di Torino e del Piemonte Orientale.

A cura di Sonia Gibellini
Infermiera di famiglia e comunità Consigliere OPI Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bergamo