“Sei troppo grassa”, “sei pelle e ossa”, “non sei abbastanza attraente”, “hai troppa cellulite”, “ma quella non si vergogna ad andare in giro così”. Sono solo alcuni esempi di affermazioni che, sempre più spesso, oltrepassano il limite, mettendo in atto una nuova forma di bullismo verbale definita “body shaming”, un fenomeno sempre più diffuso negli ultimi anni sul web e sui social network. «Si tratta di un atteggiamento di critica, derisione, umiliazione e valutazione degli altri, ma anche di se stessi, esclusivamente sulla base di canoni fisici ed estetici. Ad esserne vittima sono per lo più adolescenti, non solo perché maggiormente esposti ai social media, ma anche per la fase delicata di passaggio e trasformazione fisica, sessuale, cognitiva, psicologica e sociale che si trovano ad attraversare» osserva la dottoressa Pamela Tassetti, psicologa e psicoterapeuta.

Dottoressa Tassetti, perché il fenomeno del body shaming è cresciuto così tanto negli ultimi tempi?
La società odierna ci bombarda quotidianamente con modelli di corpi ideali che non tollerano imperfezioni e che devono essere costantemente mantenuti e migliorati. Questi modelli rischiano di generare aspettative irrealistiche e insostenibili sui modi in cui si dovrebbe apparire per sentirsi desiderati e accettati dall’altro. Come mi mostro all’esterno, come mi vedono gli altri rischia di assumere un valore maggiore rispetto a chi sono e cosa so fare, con la conseguenza di prendersi meno cura della propria parte interiore, dei propri bisogni e desideri più profondi. Questo fenomeno è inevitabilmente amplificato dal web e dai social network, che diventano sia veicoli di questi modelli di perfezione sia il terreno in cui il body shaming ha modo di manifestarsi ed esprimersi in un microcosmo in cui si è tutti connessi, esposti ed “esibiti” anche se virtualmente.

Quali sono le conseguenze che può avere soprattutto sugli adolescenti e i più giovani?
Le parole che rivolgiamo a noi stessi e agli altri incidono inevitabilmente sul livello di autostima, cioè sulla considerazione e valutazione di sé e degli altri. L’utilizzo di espressioni negative (“guarda come sono/sei grassa!”) può ferire e spegnere il desiderio di mostrarsi per come si è realmente, disincentivando la persona a coltivare la propria autenticità. Si possono provare vergogna e senso di colpa, inadeguatezza, ansia, rabbia, una cascata di stati d’animo connessi al timore di sentirsi rifiutati che possono rappresentare un fattore di rischio, da non sottovalutare, per l’insorgenza di ritiro sociale, di disturbi legati al tono dell’umore, di disturbi del comportamento alimentare (la cui presenza sta diventando sempre più massiccia, con un’età di esordio sempre più bassa sia nel genere femminile sia in quello maschile). Il cibo, infatti, può diventare il mezzo più immediato che si ha a disposizione per tenere a bada le emozioni spiacevoli derivanti dalle critiche e dai disprezzamenti subiti. La persona può mettere in atto comportamenti alimentari disfunzionali: diete restrittive con un controllo ossessivo di cibo e corpo, fame emotiva (spiluccare in continuazione, mangiare di nascosto cibi ritenuti “proibiti”, mangiare di notte…), problematiche che possono sfociare in una patologia oppure restare sottosoglia, compromettendo in entrambi i casi la salute della persona. Il fenomeno del body shaming ricopre, quindi, un ruolo significativo nell’innesco di comportamenti disfunzionali che possono compromettere la salute fisica e mentale di chi ne è vittima. Pertanto, è importante parlarne, per conoscerlo e per sapervi rispondere con le opportune strategie.

Come si può aiutare i ragazzi a non cadere vittime di questi meccanismi?
Poiché spesso chi vive il problema non ne è, fin da subito, consapevole, è importante che genitori, insegnanti, amici sappiano cogliere i campanelli d’allarme citati prima e chiedano aiuto a professionisti esperti del settore. Fondamentale sarebbe avviare un lavoro di rete, in primis tra medico di base, psicoterapeuta, nutrizionista e famiglia in modo che possano accompagnare i ragazzi e le ragazze in un percorso di sana valorizzazione di sé e delle proprie possibilità, per arrivare a sentirsi amabili, per ciò che sono, dentro e fuori. 

A cura di Elena Buonanno
con la collaborazione della dott.ssa Pamela Tassetti
Psicologa e Psicoterapeuta
A Bergamo e Azzano San Paolo