Hanno ragionato con il cuore e, in base alla disponibilità personale, hanno aperto il portafoglio: nel momento più critico della prima ondata della pandemia il 24% degli italiani ha dichiarato di aver fatto una donazione in ambito sanitario e ospedaliero, pari a circa 10 -12 milioni di Italiani. Un dato che supera del 30% il numero delle persone che donano ogni anno a fini di ricerca scientifica, sanitaria e servizi equivalenti. In totale nell’aprile scorso sono stati donati 631 milioni di euro per l’emergenza Coronavirus in Italia, a ospedali, enti no profit, famiglie in difficoltà, protezione civile. Una generosità che ha visto i Bergamaschi in prima linea nell’organizzare, in una vera e propria gara di solidarietà, raccolte fondi e donazioni in denaro ma anche in generi di prima necessità a favore di tutti gli ospedali della Provincia impegnati nella battaglia contro il Covid 19. D’altra parte i bergamaschi sono famosi per la loro generosità nelle tragedie nazionali: sono stati tra i primi nel terremoto del Friuli del 1976, poi in quello dell’Irpinia del 1980, in Abruzzo, nella Marche. E la pandemia ha reso più sensibili gli italiani non solo nei confronti di donazioni occasionali, ma anche verso il testamento e il lascito solidale. Lo rivela una ricerca su “Gli italiani e la solidarietà dopo il Coronavirus” condotta da Walden Lab per il Comitato Testamento Solidale, di cui fanno parte 22 organizzazioni no profit con il patrocinio del Consiglio Nazionale dei Notai.

L’indagine, che ha coinvolto un campione di 1.000 casi rappresentativo dei circa 40 milioni di italiani di età compresa tra i 25 e i 75 anni, mostra che tra gli over 50 l’11% dichiara di aver pensato a un lascito solidale in seguito all’emergenza Covid-19, e sono 2 su 10 gli over 50 che hanno fatto o sono propensi a fare un lascito solidale in favore di un’organizzazione no profit, un totale di quasi 5 milioni e mezzo di persone. L’incremento rispetto al passato è importante: nel 2018 la percentuale di chi prendeva in considerazione l’idea di un lascito solidale era inferiore di ben 8 punti, al 12%. Come dire: la pandemia ha cambiato la nostra visione della vita, ma non in peggio, visto che aumenta l’attitudine a pensare al futuro “degli altri”.

Fare “testamento solidale”, in concreto, significa ricordare nel proprio testamento, in qualità di erede (eredità) o di legatario (lascito), una o più associazioni, organizzazioni, enti”

Parallelamente cresce in modo significativo la percentuale di chi dichiara di avere fatto testamento o di essere orientato a farlo: in 4 anni (dal 2016) si è passati dal 13% al 21%. Il 72% della popolazione italiana adulta (25-75 anni) sa cosa sia un lascito solidale. Tra gli over 50, il segmento di popolazione più orientato all’idea di fare testamento, la crescita è molto netta: nel 2020 ha raggiunto l’80% (nel 2016 la conoscenza del lascito era pari al 55% e nel 2018 al 58%), segno evidente dell’efficacia delle campagne portate avanti in questi ultimi anni dalle principali Onp e dal Comitato Testamento Solidale per colmare il gap culturale registrato nelle precedenti indagini. Peraltro la ricerca ribalta l’immaginario di una terza età distante dalla tecnologia e dalla rete mostrando una popolazione “silver” sempre più a suo agio con il web. Infatti, se aumenta la percentuale di quanti si dichiarano interessati a ricevere informazioni sul lascito solidale (un balzo di ben 6 punti rispetto al 2016 - dal 30% al 36%), internet e i siti delle organizzazioni risultano i canali più “graditi” per saperne di più (14%, contro il 7% del 2016), seguiti da e-mail e newsletter (14%, contro il 5% del 2016).

“Dal 2013, con il Comitato Testamento Solidale siamo impegnati nel fare cultura su questo importante strumento di donazione. L’emergenza coronavirus ha reso gli ambiti dei nostri interventi ancora più critici e il sostegno che le organizzazioni no profit possono dare a tante cause sociali dal contrasto della povertà alla lotta alla fame, dalla cura delle persone con malattie e degenerative e disabilità, alla ricerca scientifica, dalla salvaguardia dell’ambiente alla difesa dei diritti umani è oggi ancora più decisivo “dice Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro. “Predisporre un testamento solidale è una scelta di cui tante persone parlano apertamente con i propri familiari, non è necessario disporre di grandi patrimoni e si può valutare di destinare a un’organizzazione no profit anche una piccola somma per aiutare gli altri”.

Ma come si può fare un lascito? Fare testamento solidale significa lasciare i propri beni, o anche solo una parte, a uno o più enti benefici. Non è necessario lasciare ingenti patrimoni, perché per sostenere il lavoro quotidiano di associazioni impegnate nelle più importanti cause umanitarie e scientifiche, anche un piccolo contributo può fare la differenza. 

22 organizzazioni insieme per i più deboli
Del Comitato Testamento Solidale fanno parte 22 organizzazioni no profit: ActionAid, AIL, AISM, Associazione Luca Coscioni, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Fondazione Cenci Bolognetti, Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Mission Bambini, Progetto Arca, Unicef, Università Campus BioMedico di Roma, UICI e Vidas. I principali obiettivi del Comitato sono: garantire cibo, salute e istruzione a milioni di bambini; aiutare le persone con disabilità a integrarsi; fornire servizi socio sanitari adeguati e sostenere la ricerca scientifica contro malattie come la leucemia e la sclerosi multipla. 

A cura di Lucio Buonanno