Andrea ha 30 anni e lavora come disegnatore presso una piccola azienda di Caravaggio. Ha deciso di raccontare la sua storia, tra esercizi di sollevamento pesi e dolori, per testimoniare come i segnali che il nostro corpo ci invia non vadano trascurati e come in qualche caso possano essere risolti in modi che non ci aspetteremmo. Già, proprio così. Tormentato da un dolore persistente al gluteo, Andrea le prova tutte: massaggi, farmaci di diverso tipo. Ma il dolore non passa. Finché, grazie a un osteopata e a un odontoiatra (sì, proprio un dentista!), riesce a trovare la soluzione al suo problema.

Nel 2017 Andrea, che dall’età di 9 anni aveva praticato nuoto agonistico, si ritrova in sovrappeso e decide di praticare crossfit da autodidatta in casa per rimettersi in forma. Utilizza degli “allenamenti a circuito” senza attrezzi. Con il tempo sente il bisogno di aggiungere qualche peso e attrezzatura da palestra per rendere più efficace l’allenamento e quando trova un’occasione compra una panca regolabile, un bilanciere e circa 140 kg di pesi con cui comincia a prendere confidenza. «Sempre da autodidatta mi sono documentato sugli allenamenti in modo da poterli gestire autonomamente: mi allenavo 6/7 giorni a settimana, alternando sedute da due ore e mezza a sedute da un’ora nel garage di casa, estate e inverno, con le dovute precauzioni» racconta Andrea. «Ho anche curato l’alimentazione fino ad arrivare in un anno a 74kg (perdendo circa 19kg). In quel momento ero arrivato a un massimale di squat di 120 kg, di panca piana 100 kg e un massimale di stacco da terra di 140 kg».

Motivato dai risultati a luglio 2018 Andrea decide di iscriversi in palestra: i pesi a casa non sono più sufficienti e si sta appassionando al mondo del powerlifting (sport da competizione in cui l’atleta esegue nove alzate nella giornata, tre di squat, tre di panca e tre di stacco da terra). «Un giorno in palestra, testando dei massimali per organizzare le schede di allenamento, ho cominciato a sentire un dolore al gluteo destro che mi ha seguito per un anno circa. Gli allenamenti in ottica powerlfting prevedono di lavorare con percentuali di carico dal 70-80% del massimale in su, generando un forte stress alla struttura muscolo scheletrica e soprattutto al sistema nervoso centrale, per cui inizialmente non mi sono preoccupato troppo» ricorda Andrea. «Nei mesi successivi ho continuato a svolgere gli allenamenti nonostante il dolore pensando che comunque col tempo sarebbe passato, che fosse solamente un sovraccarico che il corpo avrebbe eliminato abituandosi ai carichi alzati, ma così non è stato. Ho sfruttato le ferie estive per prendermi una pausa dallo sport e così facendo il dolore è sparito, ma una volta tornato in palestra nel giro di due settimane è tornato a presentarsi come prima». Andrea prova a ridurre i carichi e correggere le esecuzioni degli esercizi fino che a dicembre 2018, durante un esercizio di stacco da terra, il dolore si ripresenta più forte del solito e si protrae anche durante le giornate successive, al di fuori dell’allenamento. «A questo punto ho consultato il medico che mi ha prescritto una risonanza magnetica al bacino, dalla quale non è emerso alcun problema, e una cura con farmaci miorilassanti e antinfiammatori che ha avuto un rapido effetto, ma che non risolveva completamente il mio problema. A gennaio 2019, appena ripresi gli allenamenti ricominciano lievemente i dolori. Decido di rivolgermi all’osteopata Davide Pavanelli (osteopata di alcuni “colleghi” di palestra e della squadra di pallavolo Volley Bergamo): dopo alcune manipolazioni ed esercizi da fare a casa la situazione si sblocca, il dolore è meno forte anche se persistente. L’osteopata mi consiglia anche di fare una visita posturale e gnatologica perché durante le alzate la mandibola rimane serrata per lo sforzo quindi una malocclusione avrebbe potuto essere causa dei miei disturbi. Una manovra di “reset della mandibola” produce un effetto positivo immediato e in attesa della visita gnatologica comincio ad allenarmi con un pezzo di legnetto del ghiacciolo tra i molari del lato destro della bocca, riscontrando anche qui un miglioramento della situazione.

Quando arrivo nello studio del dottor Maurizio Maggioni, odontoiatra specializzato in gnatologia e posturologia, ho dei massimali di squat di 150kg, di panca piana di 110kg e di stacco da terra di 155kg. Dopo aver valutato la mia situazione l’odontoiatra mi analizza e misura grazie a una pedana stabilometrica e un caschetto che legge l’ascensione del mio capo e del mio collo e verifica, con un arco facciale, che ci sono gravi interferenze di alcuni denti che mi spostano la mandibola. Estrae i quattro ottavi (i cosiddetti denti del giudizio) e realizza un bite personalizzato; una placca studiata appositamente che mi rialza l’occlusione e mi obbliga a stare in quella posizione specifica, consumando meno energia e dandone di più per il mio esercizio; unica cosa la devo mettere almeno un’ora prima di allenarmi e gareggiare. Continuo gli allenamenti, aumentando i pesi e sentendo sempre meno dolore. Le visite posturali regolari confermano il miglioramento del mio assetto. Dopo circa sei mesi con il bite finalmente raggiungo con soddisfazione l’obbiettivo che mi ero posto entro fine anno: 170kg di squat, 120kg di panca e 200kg di stacco da terra, con un peso corporeo di circa 84kg!»

A cura di Lella Fonseca 

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