L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria autoimmune cronica che provoca dolore, gonfiore, rigidità delle articolazioni, in particolare di mani e piedi. Si stima che in Italia ne soffrano tra le 200.000 e le 300.000 persone, in particolare donne. Solitamente, compare per la prima volta tra i 35 e i 50 anni, ma può insorgere ad ogni età. Oggi, grazie non solo a diagnosi sempre più precoci e a nuovi farmaci ma anche a rimedi non farmacologi come la terapia occupazionale, l’impatto negativo della patologia sulla vita di tutti i giorni può essere notevolmente ridotto. «La Terapia Occupazionale può aiutare, in chi soffre di artrite reumatoide, a identificare diverse strategie per riuscire a svolgere, nel più alto grado di autonomia possibile, le diverse attività della vita quotidiana, a cominciare dalle più piccole come truccarsi, allacciare i bottoni della camicia, utilizzare il coltello etc.» spiega Renata Canova, terapista occupazionale.

Dottoressa, in che modo la terapia occupazionale può aiutare i pazienti a mantenere il più possibile la funzionalità dell’articolazione delle mani?
Durante la fase iniziale della malattia si attuano quelli che sono chiamati “compensi preventivi”, ossia atteggiamenti volti a facilitare i gesti per non sottoporre le articolazioni a un eccessivo stress. Inoltre, dopo le dovute valutazioni, si sceglie l’ortesi più adatta al paziente per garantire un sostegno fisico per polso e/o dita durante l’esecuzione delle varie attività. Una strategia generale applicabile a diverse situazioni quotidiane è quella di ingrandire le “prese”. Manipolare degli oggetti piccoli comporta movimenti del polso e delle piccole articolazioni della mano che possono favorire le deformità come le “dita a colpo di vento”, cioè la deviazione ulnare delle dita lunghe. Utilizzando invece oggetti più grandi le dita rimangono più parallele e il polso mantiene una posizione neutra. Alcuni utensili utili per chi soffre di artrite reumatoide sono facilmente reperibili nei comuni supermercati, mentre altri accorgimenti sono subito applicabili senza spendere un centesimo.

La Terapia occupazionale promuove l’autonomia e la partecipazione della persona nelle attività della vita quotidiana e sociale in tutti i suoi aspetti (scuola, lavoro, tempo libero)”

Ci può fare degli esempi concreti?
Nell’ambito dell’abbigliamento, ad esempio, è utile prediligere le cerniere, il velcro e i vestiti elasticizzati, cercando di evitare i bottoni. Se il cursore della cerniera è molto piccolo si può applicare un anello recuperato da un portachiavi: infilandovi la punta del dito sarà più facile alzare e abbassare la zip. Per ridurre i movimenti fini necessari a infilare e allacciare le scarpe con l’aiuto, ad esempio, di un calzascarpe e con dei lacci elastici al posto delle classiche stringhe. In bagno, invece, si può optare per un dentifricio dispenser (quindi senza tappino da svitare) e per uno spazzolino elettrico: aiuta a mantenere il polso e la mano più fermi durante l’igiene orale e tendenzialmente ha un manico più grosso degli spazzolini manuali. Anche il rasoio elettrico è preferibile rispetto alle sottili lamette manuali. Lo stesso ragionamento, con prodotti sempre reperibili tranquillamente al supermercato, vale per altri oggetti di uso quotidiano come spazzola, pettine e tagliaunghie. In cucina, infine, è importante limitare lo spostamento di pesi. Bisogna ragionare su quali sono gli attrezzi e le pentole che si utilizzano maggiormente e raggrupparle in un unico punto a portata di mano: aprire e chiudere tante volte pensili e cassetti non favorisce la corretta economia articolare. Se il manico delle posate è sottile, si può farlo ingrandire con del materiale termoplastico o rivolgersi a un tecnico ortopedico per comprare una posata adattata, ricordando che prima di acquistare ogni ausilio è opportuno fare prove per scegliere quello più idoneo. Si possono poi ridurre gli sforzi utilizzando bicchieri e tazze leggeri e imparando a sollevarli con entrambe le mani, coinvolgendo anche il palmo nella presa. Se il tavolo del pranzo è lontano dalla cucina ci si può attrezzare con un piccolo carrello per trasportare le pietanze e le bottiglie.

Se la malattia invece è in fase avanzata?
Durante la fase avanzata della patologia la limitazione articolare della persona potrebbe essere tale da rendere indispensabile l’uso della carrozzina. Il terapista occupazionale, insieme al paziente stesso e all’équipe riabilitativa, selezionerà il modello più idoneo e i sistemi di postura adeguati in base alle possibilità funzionali e alle necessità della persona. In questo caso quanto detto prima sulle ortesi, sulle prese ingrandite e sugli oggetti più leggeri possibile diventa non più un insieme di consigli preventivi, ma una necessità.

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione della Dott.ssa Renata Canova
Terapista Occupazionale
Valle Seriana