Circa tre milioni di persone in Italia soffrono di insufficienza renale cronica. Di queste almeno 50 mila sono già in dialisi, trattamento che aiuta a depurare l’organismo intossicato dalle scorie che il rene non è più in grado di eliminare. Prima di arrivare a questo, durante l’insorgenza o lo sviluppo della malattia, è possibile intervenire e rallentarne il decorso con una corretta strategia di prevenzione che parte dall’alimentazione.

Se il rene non “filtra” più scorie e sostanze tossiche
Si parla di malattia renale cronica quando i nostri reni non sono in grado di eliminare con l’urina tutte le scorie e le sostanze che, se si accumulano nel nostro organismo sopra alcuni limiti, possono diventare tossiche e produrre effetti negativi a lungo termine. Queste sostanze sono la creatinina, l’azoto, ma anche il potassio e il fosforo, se superano i limiti fisiologici. Inoltre quando un rene si ammala non è più in grado di svolgere la sua funzione al 100% e non è più in condizione di svolgere altri compiti, come il controllo della produzione di globuli rossi e il controllo del metabolismo del calcio e del fosforo, essenziali questi ultimi per il benessere dell’osso. Anche se spesso “sottovalutato”, il rene è un organo fondamentale per la nostra vita e la sua funzione va molto oltre la semplice produzione di urine.
Le cause dell’insufficienza renale possono essere diverse: non solo le malattie specifiche del rene come alcune glomerulonefriti (malattie di natura infiammatoria che interessano i reni) possono contribuire a danneggiare in modo irreparabile i reni, ma anche e soprattutto alcune patologie diffuse tra la popolazione, come il diabete e la pressione alta e infine alcune malattie autoimmuni, come il lupus e la artrite reumatoide.

La prevenzione
Fondamentale per limitare le probabilità di arrivare alla diagnosi di insufficienza renale e soprattutto per allontanare lo spettro della dialisi è la prevenzione. Come fare? Bisogna tenere sotto controllo alcuni campanelli d’allarme e mettere in atto una serie di buone abitudini. Prevenire l’insufficienza renale è possibile se si curano le malattie che possono indurre un danno renale, come diabete, ipertensione arteriosa, lupus, artrite reumatoide, infezioni urinarie ricorrenti etc. Inoltre, è importante seguire una dieta bilanciata (in particolare ipoproteica e a basso contenuto di sale), bere molta acqua, fare attività fisica regolare, tenere sotto controllo la pressione arteriosa e non sottovalutare segnali quali cambiamento di colore o odore delle urine oppure edemi agli arti inferiori. In caso di dubbi, è bene chiedere un consulto al medico per esami specifici.

Il peso dell’alimentazione
Anche l’alimentazione incide moltissimo sul buon funzionamento dei reni. Ad esempio, una dieta troppo ricca di proteine contribuisce a peggiorare il problema. Un apporto contenuto di sostanze proteiche, invece, allontana lo spettro della dialisi migliorando la qualità della vita. Per i pazienti con insufficienza renale l’ideale, quindi, sarebbe costruire una dieta ad hoc, super personalizzata, che esclude le proteine non nobili, come quelle presenti nella pasta o nel pane, e privilegia invece quelle “nobili” contenute nella carne e nel pesce. Attenzione però, non è necessario eliminare completamente i carboidrati né ci si deve affidare al “fai da te”: in commercio esistono dei prodotti medici speciali, cioè pane e pasta oppure biscotti e grissini che sono privi di proteine (aproteici). Sulla base della quota proteica che il paziente deve introdurre, sarà il medico a calcolare la composizione della dieta. La prescrizione della dieta è competenza dello specialista nefrologo che conosce questi specifici prodotti alimentari e gli eventuali fattori di correzione che possono essere necessari caso per caso. In altri termini lo specialista nefrologo deve conoscere e utilizzare non solo i farmaci, ma anche gestire questo aspetto nutrizionale fondamentale. La preparazione della dieta idonea per ciascun paziente, infatti, deve tenere conto di molti fattori clinici, degli esami di laboratorio e delle abitudini alimentari del paziente, che sono diverse a seconda dell’età del malato, della sua attività e della sua capacità di adattarsi a un nuovo regime dietetico. Ma è al paziente che spetta il compito più importante: deve essere costante nel seguirla e capirne i vantaggi, deve sapere che ha un’arma per rallentare l’evoluzione della malattia renale. Un corretto approccio alla malattia non può prescindere da un’alimentazione personalizzata, qualsiasi siano le abitudini del paziente, che deve essere studiata su misura per ogni stadio della insufficienza renale contribuendo così al benessere del malato e spesso anche alla diminuzione dell’uso di farmaci. E questo vale anche per chi deve iniziare a sottoporsi alla dialisi: se il paziente segue una dieta con apporto proteico controllato, arriverà a questa terapia dialitica senza malnutrizione e con un buon bilanciamento di calcio e fosforo, a tutto vantaggio del suo stato di salute generale.

Dieta ad hoc per i vegetariani
Nel caso in cui il paziente sia vegetariano, il programma alimentare a base di proteine vegetali viene completato dalla introduzione di preparati appositi a base di aminoacidi essenziali e chetoanaloghi che completano il fabbisogno della dieta mantenendo basso il livello proteico totale.

A cura della DOTT.SSA CRISTINA ROBBA
Specialista in Nefrologia
Nefrologa Responsabile dell’Ambulatorio di Nutrizione Clinica Policlinico San Marco Zingonia e Nutrizionista di Smart Clinic