Il momento delle vacanze estive è uno dei periodi più attesi e sognati. Per tutto l’anno siamo stati sottoposti a ritmi frenetici, tanto da risicare spesso al minimo le attività piacevoli e il tempo per se stessi. Per questo si inizia un vero e proprio conto alla rovescia nelle settimane precedenti a una partenza, che sia di pochi giorni o di alcune settimane, che si tratti di un viaggio all’altro capo del mondo o di un po’ di relax a casa, nella speranza di recuperare il tempo perduto. Il fatto che siamo così ansiosi di andare in vacanza vuol dire che lavoriamo troppo? Oppure che non prendiamo spazi sufficienti per noi stessi? O forse ancora che la nostra vita quotidiana non ci soddisfa? E come potersi ritagliare anche durante l’anno un po’ di “spirito da vacanza”? La parola alla dottoressa Tania Fedrici, psicologa.

Dottoressa Fedrici, è esperienza comune arrivare stremati alle vacanze e aspettarle come se fosse un miraggio...
È ormai noto che nella vita quotidiana siamo sottoposti a livelli di stress elevati. Lo stress può essere definito come una risposta fisica e/o psicologica a un evento. Può essere considerato “buono” quando ci consente di superare alcuni ostacoli, come ad esempio un esame o un colloquio di lavoro. Ciò che provoca danni invece è lo stress cosiddetto “cattivo”, che costituisce un grosso pericolo soprattutto se subito per un tempo prolungato. Lo stress lavorativo nello specifico può portare ad alcuni sintomi fisici abbastanza impattanti sulla qualità della vita quali insonnia, emicrania cronica, disturbi gastrointestinali e infine un aumento della pressione arteriosa e delle problematiche cardiache. Anche gli stati emotivi cambiano considerevolmente in situazioni di stress cattivo prolungato. Nello specifico recenti studi sembrano confermare che aumentano ansia percepita, irritabilità e stati depressivi, emerge una significativa difficoltà di concentrazione e anche una discreta perdita della memoria a breve termine. Questi effetti hanno conseguenze impattanti dal punto di vista personale e lavorativo ed è importante sottolineare che una volta innescato un meccanismo fisico o psicologico, come reazione a uno stato di tensione prolungato, possa poi rivelarsi complicato spezzare questo circuito autodistruttivo.

Ma che cosa ci succede quando partiamo per le vacanze estive o più in generale per un viaggio?
Il primo e forse il più importante effetto è una riduzione immediata del livello di stress percepito,accompagnato da una maggiore disponibilità di cura verso noi stessi e delle relazioni interpersonali. È infatti dimostrato da alcune ricerche recenti che anche una breve diminuzione di stress produce un riequilibrio psico-fisico positivo. Si innescano cioè antichi meccanismi infantili nei quali riusciamo a ritrovare un equilibrio tra dovere e piacere, meno invasivo e più benefico, attraverso l’esposizione a dei ritmi di vita più blandi. Se il periodo di vacanza è accompagnato da un viaggio gli effetti benefici sembrano aumentare considerevolmente. Quando ad esempio partiamo per un viaggio alla scoperta di un luogo sconosciuto si attivano tutta una serie di stimolazioni cognitive ed emotive che producono un vero e proprio senso di benessere naturale; per alcune persone può essere la visione del mare, per altre la possibilità di svolgere un’attività che fa stare bene, per altre ancora l’incontro con una nuova cultura diversa dalla nostra. Tutto ciò produce benessere e un abbassamento del livello di stress cronico.

E cosa proviamo invece quando sopraggiunge il momento di ritornare alle normali attività quotidiane? 
Il momento del viaggio corrisponde a una vera e propria interruzione della vita quotidiana e tutto ciò avviene in modo piuttosto brusco. Altrettanto velocemente veniamo catapultati nuovamente nella vita di tutti i giorni e non è raro che alcune persone presentino veri e proprio sintomi psicopatologici quali sbalzi di umore, insonnia, irrequietezza e nervosismo. Il rientro al lavoro produce un aumento della percezione di fatica nello svolgimento delle consuete mansioni lavorative, con una conseguente minore produttività, tanto da rendersi necessari alcuni giorni per la ripresa completa degli stessi ritmi lavorativi antecedenti la sospensione. Nella maggioranza dei casi l’effetto benefico della vacanza resta in circolo mediamente per alcuni mesi prima che i livelli di stress ritornino come in precedenza.

Quali strategie possiamo adottare quindi per uno stile di vita più salutare? 
Il consiglio è quello di pensare di potersi ritagliare un maggior numero di piccole vacanze durante l’anno solare; in questo modo la percezione di interrompere il ciclo negativo dello stress risulta più efficace.

a cura DI ELENA BUONANNO
Con la collaborazione della dott.ssa TANIA FEDRICI
Psicologa e PsicoterapeutaPresso Studio di Psicologia Rebus Casirate d’Adda (Bg)