Un alleato, in caso di difficoltà fisiche o psicologiche, per mantenere l’autonomia.
Lavora nell’ambito della prevenzione, della promozione della salute e del miglioramento della qualità della vita di persone che, per malattie o problemi fisici e psicologici, si trovano in condizioni di difficoltà temporanea o permanente. È il terapista occupazionale, professionista sanitario della riabilitazione ancora poco diffusa da noi, nonostante abbia alle spalle un secolo di storia. «La terapia occupazionale promuove la salute e il benessere della persona attraverso l’occupazione, intesa come insieme delle attività quotidiane per lei significative» sottolinea Renata Canova, terapista occupazionale. «A livello mondiale esordisce nel periodo della Prima Guerra: si riscontrò un recupero più rapido e positivo in pazienti (soldati mutilati di guerra) che venivano impegnati in attività. Dunque l’“impiego” svolto in chiave terapeutica gettò le basi per la delineazione di una nuova figura riabilitativa già all’inizio del secolo scorso. Oggi grazie alle numerose dimostrazioni scientifiche che confermano e riconoscono la sua importanza stiamo gradualmente assistendo all’apertura di servizi di terapia occupazionale all’interno di sempre più strutture ospedaliere e ambulatori diffusi sul territorio».

Qual è lo scopo della terapia occupazionale?
L’obiettivo della terapia occupazionale è rendere la persona più autonoma possibile nello svolgimento delle attività di vita quotidiana (mangiare, lavarsi, vestirsi, tenere meglio la penna per scrivere, allacciarsi le scarpe etc.), conservando e possibilmente migliorando le capacità funzionali residue. Si lavora per il mantenimento delle funzioni motorie e cognitive, favorendo il reinserimento domestico, sociale e lavorativo. Compito del terapista occupazionale è anche quello di rendere gli ambienti accessibili e sicuri in base alle necessità della persona, per fare in modo di diminuire il più possibile il livello di dipendenza dai familiari. Per raggiungere questi scopi il terapista si serve di attività espressive, ludiche e manuali. Si tratta di un concetto chiave perché è proprio attraverso il fare che la persona potrà raggiungere i propri traguardi. Generalmente le occupazioni vengono suddivise in: cura personale, lavoro o studio, tempo libero.

Come si diventa terapisti occupazionali?
Attraverso un corso di laurea triennale in professioni sanitarie all’interno delle facoltà di Medicina e Chirurgia, al termine del quale è previsto un esame di stato che abilita alla professione. Questo è sufficiente per lavorare come libero professionista o dipendente. È comunque possibile proseguire gli studi attraverso la laurea magistrale, i master di primo e secondo livello o corsi di perfezionamento.

Le tappe della professione in Italia
Nel nostro Paese alcune delle tappe fondamentali nell’affermazione della professione di terapista occupazionale sono state: la nascita dell’AITO nel 1977 (Associazione Italiana Terapisti Occupazionali); l’emanazione del Decreto Ministeriale 136/97 che ha riconosciuto il profilo professionale della terapia occupazionale e l’inaugurazione dei primi corsi universitari nel 2001. Ultimo ma solo in termini cronologici, da quest’anno è finalmente entrato in vigore l’Albo delle professioni sanitarie (per alcune di esse già esistente), la cui iscrizione è obbligatoria per ogni professionista abilitato e che, tra i vantaggi, ha quello di bloccare chi eserciti una qualunque professione sanitaria in maniera abusiva.

Esistono corsi di laurea vicino a Bergamo?
Ad oggi in Italia è possibile iscriversi a questo percorso di laurea in poche città. Vicino a Bergamo il corso è presente presso le Università di Milano e di Pavia. Durante i tre anni di formazione sono previste lezioni frontali e molte ore di tirocinio, principalmente in ospedale, fin dal primo anno. Ovviamente all’inizio il compito dello studente è osservare. Man mano il tirocinante acquisisce competenze, è compito dei tutor guidare il futuro terapista nello sviluppo di un adeguato approccio con il paziente e nel progettare con lui o lei e i suoi familiari il percorso riabilitativo idoneo.

In quali contesti opera il terapista occupazionale?
Il terapista occupazionale opera nell’ambito della prevenzione, cura e riabilitazione delle persone affette da malattie e/o disordini fisici e psichici con difficoltà sia temporanee sia permanenti. Lavora quindi in diversi contesti (neurologico, geriatrico, pediatrico, ortopedico, reumatologico, cure palliative) e di conseguenza in diversi luoghi (ospedali, case di riposo, ambulatori, domicilio e scuole). Insieme al medico, al logopedista, al fisioterapista, all’infermiere, allo psicologo, all’educatore, all’assistente sociale e all’OSS/ASA rappresenta un tassello importantissimo all’interno dell’equipe riabilitativa. Non solo, nell’ottica di abbattimento delle barriere architettoniche e della progettazione di ambienti accessibili, può collaborare anche con architetti, ingegneri e geometri.

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione della Dott.ssa Renata Canova
Terapista Occupazionale
Valle Seriana