Il dolore cronico colpisce circa il 30 % della popolazione e la diagnosi precoce, seguita da una riabilitazione precoce e individualizzata, rappresenta quindi una priorità. Habilita è in grado di offrire un percorso diagnostico-riabilitativo personalizzato per ogni paziente, allo scopo di ridurre il dolore e migliorare la qualità di vita. Si basa su una prima valutazione neurologica specialistica, eventuali controlli successivi e l'impostazione di un programma terapeutico personalizzato, sia farmacologico sia riabilitativo. Quest’ultimo si avvale di tecniche che comprendono: rieducazione motoria, massoterapia, Tecar-terapia, terapia ad Onde d’Urto, idrokinesiterapia, magnetoterapia, laser terapia e vibrazioni meccano-sonore. Ne parliamo con il dottor Roberto Casale, direttore Scientifico del gruppo Habilita e responsabile dell'Ambulatorio del Dolore Cronico di Habilita Poliambulatorio San Marco Bergamo, che ci spiega cosa sia e quali caratteristiche ha il dolore cronico disabilitante.

«Il dolore cronico disabilitante è riconosciuto come tale dalle associazioni internazionali ed è stato anche oggetto di una riunione alla Commissione Europea in cui è stato sancito, anche a livello Comunitario, come si debba considerare una malattia cronica disabilitante» afferma il dottor Casale. «Si tratta di un passo importante: riconoscere il dolore non più come sintomo, ma come patologia cronica disabilitante e come un parametro vitale è infatti un concetto diverso, di maggior cultura, quasi “ecologico”. Come accennato, l’approccio più tradizionale è la terapia farmacologica. Purtroppo però il dolore cronico conosce diversi meccanismi e una terapia farmacologica basata su di un unico farmaco a volte può non essere efficace e spesso il trattamento farmacologico deve essere combinato» osserva il dottor Casale. «Ad esempio la terapia con oppiacei è usata sin dai dai tempi degli antichi greci, ma solo oggi ne conosciamo meglio i meccanismi e sappiamo che non funziona sempre (così come non funziona sempre l'antibiotico). Infatti il 15-18 per cento dei pazienti, a seconda delle statistiche, non risponde a questa terapia, verosimilmente per una differente componente genetica».

Non solo farmaci: l’importanza della riabilitazione nel controllo del dolore e della disabilità associata
La gestione della disabilità che il dolore cronico porta con sé deve vedere i bisogni del paziente al centro dell’attenzione del medico riabilitatore. Questa figura può identificarsi di volta in volta con il fisiatra, il neurologo o con un terapista del dolore: l’importante è che il medico riabilitatore abbia una grande conoscenza dei meccanismi che sono alla base del dolore e delle possibili strategie riabilitative per il suo controllo e per la riduzione della disabilità. «Habilita nei suoi istituti ha stabilito delle linee guida ben precise che il personale, specializzato nel dolore, deve seguire. A questo proposito a Bari, al congresso nazionale 2016 della SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione), abbiamo presentato i risultati di un’inchiesta nazionale sul dolore in riabilitazione che ha evidenziato come più del 50% dei pazienti che si presentano a una visita riabilitativa riferisce un dolore e di questi almeno il 60% soffre di un dolore cronico» continua il dottor Casale. «Per noi che lavoriamo in ambito riabilitativo è certamente importante ridurre il dolore, ma lo è ancora di più permettere al paziente di ridurre la disabilità, recuperare autonomia e migliorare la propria partecipazione. Ci sono dolori che nonostante un’intensità relativamente bassa portano con sé una grave disabilità, mentre dolori d'intensità maggiore possono essere meno disabilitanti».

Un ambulatorio ad hoc nel cuore di Bergamo
Habilita, per rispondere alla disabilità legata al dolore cronico, ha attivato un ambulatorio specifico, diretto dal dottor Casale, Medico specialista in Neurologia, Anestesia e Medicina del Dolore. In questo ambulatorio, situato presso il Poliambulatorio San Marco Bergamo, il paziente è al centro di un’attività di cura e riabilitazione che prevede un’integrazione tra farmaci, riabilitazione e trattamenti del dolore non farmacologici, allo scopo di “cucire” attorno al paziente un trattamento il più possibile personalizzato. «Habilita è in grado di offrire un percorso davvero completo che va dalla diagnosi del dolore alla terapia e riabilitazione, avvalendosi di una équipe multidisciplinare, formata da medici e da tutto il personale riabilitativo» sottolinea il dottor Casale. «La presa in carico del paziente con dolore cronico si avvale anche del supporto di un’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), in cui accanto al controllo del dolore vi sono le cure palliative e un’estrema attenzione per il fine-vita».

La rieducazione al centro di un nuovo modello di cura e prevenzione
Il Sistema Sanitario Nazionale ha già approvato una legge che, oltre a facilitare l'uso degli oppiacei, ha sancito che il dolore vada considerato come un segno (o parametro) vitale. Da ciò deriva il diritto di tutti i pazienti a ricevere una valutazione e una gestione del proprio dolore adeguate. In Habilita, nell’Istituto di Neuroriabilitazione ad Alta Complessità di Zingonia, il dolore viene registrato in cartella clinica specificando tipo localizzazione e intensità, per aiutare il medico a capire meglio il dolore di cui il paziente soffre e combatterne la conseguente disabilità. «In ogni caso, la prevenzione è sempre la prima cosa da attuare: la riabilitazione dunque va intesa non solo come ri-abilitare, ma anche come approccio abilitativo. Quando sentiamo dolore dobbiamo rivolgerci a centri di cura specifici, dove non si cura solo il sintomo del dolore ma dove si dà al dolore una connotazione di tipo “ecologico”. In Habilita, oltre a seguire il paziente con le diverse terapie, spieghiamo cosa non si deve fare, come ci si siede, che esercizi possono servire, cosa bisogna fare a casa e che disposizione genetica si ha, per garantire un pacchetto completo di riabilitazione. Per noi riabilitare è rieducare» conclude lo specialista.

RIABILITAZIONE SU MISURA
La riabilitazione deve essere settoriale e individuale. Ognuno di noi ha delle esigenze diverse. Tutti hanno il mal di schiena ma cambiano le caratteristiche fisiche che fanno sì che il nostro il dolore venga avvertito in maniera diversa. A ognuno serve una terapia personalizzata: il mio dolore non è uguale al tuo.

a cura di MARIA CASTELLANO
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