Vi sentite sempre stanchi, vi affaticate facilmente? Siete più pallidi del solito? Potrebbe essere segno che siete anemici. L'anemia, la cui forma più comune è quella dovuta a una carenza di ferro, è un problema più diffuso di quanto si pensi. Le cause possono essere diverse, così come la terapia. Fondamentale, in ogni caso, anche per prevenirla, è seguire una dieta equilibrata che non metta al bando le proteine animali e assicuri la giusta "dose" di ferro.

Meno ferro, meno ossigeno all'organismo
L'anemia è una condizione in cui si verifica una riduzione dei livelli di emoglobina nel sangue. L'emoglobina è una proteina presente nei globuli rossi che ha il compito di trasportare l'ossigeno dai polmoni a tutte le cellule e organi del nostro corpo. Quando il suo valore si riduce (sotto gli 11 milligrammi per decilitro di sangue) l'organismo ne risente perché va in "carenza" di ossigeno. Ecco allora la comparsa dei segni tipici: stanchezza, affaticabilità e pallore (il colorito della pelle deriva dai capillari e quindi dall'apporto di sangue). In circa il 50% dei casi l'origine dell'anemia è da ricercare in un deficit di ferro, elemento indispensabile per l'organismo, costituente essenziale dell'emoglobina dove si lega all'ossigeno (si parla di anemia sideropenica). Per diagnosticarla bastano dei semplici esami del sangue. In particolare bisogna valutare il volume dei globuli rossi, che in questo tipo di anemia si riducono di volume, il dosaggio della sideremia, cioè il ferro circolante nel sangue, della transferrina, la proteina che trasporta il ferro, e della ferritina ovvero il magazzino in cui si accumula il ferro di riserva per averlo a disposizione qualora dovesse servire per bilanciare eventuali perdite, come succede ad esempio nelle donne fertili durante il ciclo mestruale.

I più a rischio: donne, giovani e anziani
Proprio il ciclo mestruale è una delle cause più frequenti di anemia da carenza di ferro. In genere la quantità di ferro introdotta con una dieta sana ed equilibrata è sufficiente per bilanciare le perdite. Nelle donne in cui il flusso è particolarmente abbondante però la bilancia va in negativo. Altre cause importanti sono sanguinamenti del tratto gastroenterico (ulcera, diverticoli, intestino etc.), una condizione molto frequente negli anziani. Per averne la certezza è sufficiente la ricerca di sangue occulto nelle feci. Nei giovani può dipendere invece dalla celiachia: questa intolleranza permanente al glutine (proteina contenuta nelle farine frumento, segale, orzo etc.), può causare problemi di malassorbimento intestinale di diversi nutrienti, tra cui anche il ferro. Nelle persone che soffrono di celiachia infatti i villi intestinali, cioè le strutture intestinali deputate all'assorbimento delle sostanze nutritive, si alterano in alcuni casi fino ad atrofizzarsi. Infine, anche un'alimentazione non equilibrata può portare a una carenza di ferro.

Il "peso" dell'alimentazione
Diete che escludano completamente proteine animali, per motivi culturali (come nel caso dei vegetariani) o economici, possono esporre al rischio di anemia sideropenica. Il ferro più facilmente assimilabile, infatti, è quello contenuto nella carne (rossa, ma anche bianca). Non serve mangiarne troppa, è sufficiente una o due volte a settimana per garantire il corretto apporto. In alternativa si possono scegliere i legumi, non a caso chiamati la "carne dei poveri". Importante poi è consumare quotidianamente abbondante frutta e verdura (almeno 5 porzioni al giorno). Non solo spinaci come molti pensano, complice anche il cartone animato "Braccio di ferro". Quello degli spinaci, infatti, è un falso mito. Non abbondano di questo minerale più di altre verdure simili a foglia verde. Infine anche un bicchiere di vino rosso a pasto può essere utile.

Una doppia terapia, per ridurre le perdite e aumentare le scorte
Un difetto di ferro, oltre che con un'alimentazione adeguata, si può compensare con una corretta terapia, che agisca da un lato sulla causa specifica (nel caso ad esempio di sanguinamenti intestinali o ulcere) e dall'altra direttamente sulla carenza di ferro, ripristinandone in breve tempo i livelli. Oggi in commercio esistono diversi preparati a base di ferro. Tra questi il migliore per correggere rapidamente il problema (nel giro di qualche settimana) è il solfato di ferro per via orale. Il limite è che può dare nausea, stitichezza, pesantezza, ma si tratta di effetti transitori e modesti soprattutto se viene assunto a stomaco pieno. Una piccola percentuale di pazienti può comunque risultare intollerante. In questi casi l'alternativa è la terapia endovenosa, che però, anche se raramente, può dare reazioni allergiche anche gravi e deve essere quindi valutata attentamente.

Qualche trucco per "ottimizzare" l'assorbimento di ferro
• Condire le verdure con il limone (l'acido ascorbico, ovvero la vitamina C, potenzia l'assorbimento del 50%).
• Tenere a bagno i legumi secchi per 24 ore, cambiando due volte l'acqua, in modo da allontanare l'acido fitico, che blocca l'assorbimento del ferro.
• Usare in cucina erbe aromatiche (prezzemolo, rosmarino, basilico) per insaporire: non solo sono fonti naturali di ferro ma stimolano le secrezioni dello stomaco e aiutano a mantenere elevata l'acidità dell'ambiente gastrico, un altro elemento che consente un migliore assorbimento del ferro.

a cura del Prof. Alessandro Rambaldi
Direttore Dipartimento di Oncologia ed Ematologia 
- PRESSO A.O. PAPA GIOVANNI XXIII BERGAMO -