Globalmente l’anemia è un problema di enorme rilevanza sociale, economica e di salute pubblica. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità interessa oltre un miliardo e mezzo di persone nel mondo (circa una persona ogni 4). Frequente nei Paesi in via di sviluppo, l’anemia è un problema importante anche in Europa e in Italia.

Una riduzione anormale dell’emoglobina nel sangue
Con il termine “anemia” si intende la riduzione al di sotto dei livelli di normalità della concentrazione dell’emoglobina nel sangue periferico. Per diagnosticarla basta un semplice esame del sangue, l’emocromocitometrico, che misura i livelli di emoglobina e una serie di altri dati che riguardano le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. I livelli normali di emoglobina variano in base all’età, al sesso e all’origine etnica. Sono state proposte diverse soglie per definire la presenza di anemia, che oscillano attorno ai 13 grammi ogni decilitro cubo (g/dL) per l’uomo, 12 g/dL per la donna in età fertile e a 11 g/dL per i bambini in età prescolare e per le donne in gravidanza.

Non ne esiste un solo tipo
Esistono diversi tipi di anemia, causati da diverse malattie e condizioni. Alcune forme di anemia sono molto comuni, altre molto rare. Alcune sono di entità lieve e hanno poco o nessun impatto sulla vita di una persona. Altre sono invece gravi e possono persino essere pericolose per la vita se non trattate in modo aggressivo. In alcuni casi parliamo di anemie acquisite, cioè sviluppate dopo la nascita, In altri casi di anemie ereditarie, cioè trasmesse per via genetica. Le anemie possono essere classificate secondo vari criteri. Sulla base dell’emoglobina nel sangue si distinguono:
> anemia lieve (sopra i 10 g/dL), anemia;
> anemia moderata (compresa tra 10 e 8 g/dL);
> anemia grave (inferiore a 8 g/dL).
Sulla base del volume corpuscolare medio dei globuli rossi (MCV) si parla di:
> anemia microcitica (MCV<80 fL);
> anemia normocitica (MCV compreso tra 80 e 94 fL);
> anemia macrocitica (MCV>94 fL)
e Il meccanismo che le ha generate, detto “patogenetico”, ci permette di distinguere tra:
> anemie da ridotta produzione di globuli rossi;
> anemie da eccessiva distruzione di globuli rossi;
> anemie da aumentata perdita di globuli rossi.

La causa? Nella maggior parte dei casi è la carenza di ferro
La causa in assoluto più frequente dell’anemia è la carenza di ferro: costituisce il 30-50% di tutte le forme. Questa condizione si può verificare a causa di un’alimentazione povera di ferro o di ripetuti sanguinamenti.

Spossatezza, mancanza di fiato, mal di testa tra i sintomi più comuni
I globuli rossi, grazie all’emoglobina che contengono, svolgono il fondamentale ruolo di trasportare l’ossigeno raccolto a livello del circolo polmonare a tutti i tessuti dell’organismo. L’anemia comporta pertanto una riduzione della capacità del sangue di legare e trasportare l’ossigeno che, a seconda della gravità e di altri fattori concomitanti, può portare alla carenza di ossigeno nei tessuti periferici (ipossia tissutale). I sintomi dell’anemia dipendono proprio dall’ipossia tissutale e dai meccanismi cardio-respiratori che l’organismo mette in atto per contrastare l’anemia. Il sintomo più comune è l’astenia, cioè una sensazione di spossatezza. Altri sintomi sono la faticabilità (limitata resistenza allo sforzo fisico), la dispnea (mancanza di fiato), la cefalea (mal di testa), l’insonnia, i crampi notturni, la difficoltà alla concentrazione, le palpitazioni (percezione del battito cardiaco). Poiché il colore rosso del sangue dipende dal suo contenuto in emoglobina e il colorito della pelle e delle mucose è influenzato dal sangue che circola in superficie, il segno più tipico delle anemie è il pallore della cute e delle mucose. È ben visibile nella congiuntiva palpebrale, nel padiglione auricolare, nella mucosa delle labbra, nel letto ungueale (che traspare guardando le unghie) e sul palmo delle mani (con mani calde). Possono essere presenti tachicardia (battito cardiaco accelerato) e tachipnea (aumentata frequenza della respirazione).

Donne, giovani, bambini e malati cronici i più a rischio
Persone di tutte le età, etnie e livello socio-economico possono sviluppare un’anemia a un certo punto della vita. Tuttavia, le persone più suscettibili sono le donne in età fertile, i bambini, le persone affette da malattie croniche e i malati oncologici.

Prevenzione e cura: dall’alimentazione alle trasfusioni
La prevenzione consiste innanzitutto in una alimentazione ricca di ferro, acido folico e vitamine del complesso B, elementi necessari per la produzione dei globuli rossi. È importante anche la prevenzione, la diagnosi e il trattamento precoce di tutte quelle condizioni che possono portare allo sviluppo di un’anemia. Il trattamento si concentra sulla causa responsabile dell’anemia. Per esempio, molte anemie che derivano dalla carenza di ferro, possono essere curate modificando le abitudini alimentari. In altri casi sono necessarie terapie farmacologiche o chirurgiche. Nei casi più gravi è necessario ricorrere alla trasfusione di sangue. Il medico di medicina generale svolge un ruolo primario nella prevenzione, nella diagnosi e nel trattamento dell’anemia. Caso per caso potrà avvalersi della consulenza di uno o più specialisti quali ematologo, gastroenterologo, ginecologo e specialista in medicina trasfusionale.

Attenzione ai sintomi:
i campanelli d’allarme più comuni sono spossatezza, limitata resistenza allo sforzo fisico, mancanza di fiato, mal di testa, insonnia, crampi notturni, difficoltà di concentrazione e palpitazioni”

Acura della dottoressa Anna Falanga
Direttore del Dipartimento interaziendale Medicina Trasfusionale ed Ematologia della provincia di Bergamo (DMTE) e del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (SIMT) ASST Papa Giovanni XXIII