Scarsa resistenza allo sforzo, insonnia e difficoltà a concentrarsi. Chi non prova almeno uno di questi disturbi quando arriva la bella stagione e le temperature si alzano? Non sempre, però, si tratta di una risposta del nostro organismo al caldo estivo: possono infatti essere anche i sintomi caratteristici dell’anemia da carenza di ferro, nota anche come anemia sideropenica. L’anemia sideropenica è la forma di gran lunga più frequente di anemia, specie nei Paesi Occidentali, dove colpisce soprattutto le donne in età fertile e gli anziani.

Sintomi differenti e di diversa gravità

I sintomi dell’anemia sideropenica variano da persona a persona e con il grado di anemia (che riduce la capacità di trasportare l’ossigeno ai tessuti) e di carenza di ferro. Il ferro, infatti, è essenziale oltre che per la produzione dell’emoglobina - alla quale si lega l’ossigeno - anche per la produzione di energia a livello cellulare. I sintomi più frequenti sono rappresentati da debolezza, affaticabilità e scarsa resistenza allo sforzo che, con l’aggravarsi dell’anemia, può diventare mancanza di fiato (detta dispnea) a fronte di sforzi anche limitati come ad esempio una camminata o salire le scale. Altri disturbi spesso segnalati dai pazienti con anemia sideropenica interessano l’ambito neurologico e sono rappresentati da mal di testa, difficoltà a concentrarsi, irritabilità e difficoltà a prendere sonno, che si può associare alla sindrome delle gambe senza riposo, nella quale il paziente ha un desiderio irrefrenabile di muovere gli arti inferiori durante la notte. Altri sintomi, infine, possono essere la perdita di capelli o la secchezza della cute.

Anche la sola carenza di ferro, pur in assenza di anemia, merita un approfondimento clinico e terapeutico poiché può essere associata a sintomi e può precedere lo sviluppo di anemia

Diagnosi semplice ma spesso in ritardo

I sintomi determinati dall’anemia sideropenica sono aspecifici e frequentemente lievi o sfumati e ciò spesso porta a ritardarne la comunicazione al proprio medico e l’avvio del percorso di diagnosi e cura.
Nella maggior parte dei casi, la diagnosi di anemia sideropenica è semplice e si basa su pochi esami di laboratorio quali l’emocromo (che evidenzia una ridotta concentrazione di emoglobina e del volume dei globuli rossi), il dosaggio del ferro nel sangue (ossia la sideremia), che risulta ridotto, della proteina che trasporta il ferro nel sangue (la transferrina), che risulta aumentata, e della proteina che funge da riserva del ferro nel nostro organismo (la ferritina), che è di norma ridotta. L’interpretazione dei risultati di tali esami e la diagnosi di anemia sideropenica sono di norma agevoli tuttavia, nei quadri più complessi, come ad esempio in presenza di stati infiammatori, è utile fare riferimento a un centro di ematologia o a un centro con esperienza nel trattare questi stati patologici, come ad esempio i centri trasfusionali.

Un problema che riguarda un terzo della popolazione mondiale
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’anemia un gravissimo problema sanitario a livello planetario. Si stima che coinvolga circa un terzo della popolazione mondiale e, nella forma sideropenica, rappresenta una delle malattie con i maggiori costi per perdita di produttività e per il numero di persone colpite.

La terapia: non solo ripristinare il ferro ma individuare la causa della carenza

Una volta posta diagnosi di anemia sideropenica è sempre necessario avviare una terapia per correggere la carenza di ferro. La correzione della carenza di ferro può essere effettuata efficacemente attraverso diversi prodotti contenenti ferro che ripristinano il normale contenuto di questo elemento nell’organismo. Nelle forme più lievi il supporto di ferro avviene con prodotti da assumere per bocca, mentre nelle forme più gravi e nei casi in cui i farmaci per via orale non sono ben tollerati e determinano disturbi gastrointestinali, il ferro deve essere somministrato per via endovenosa. La terapia per via endovenosa viene oggi eseguita con farmaci di ultima generazione estremamente sicuri ed efficaci e deve essere effettuata in centri specializzati, di norma ambulatori ospedalieri. Per un corretto trattamento dell’anemia sideropenica però è fondamentale anche identificare le cause responsabili della carenza di ferro. Queste sono numerose e di diversa tipologia:
> nei giovani in genere i fattori responsabili sono una dieta povera di alimenti ricchi di ferro, un’attività fisica-sportiva molto intensa, disturbi del ciclo mestruale;
> nelle persone con più di 40 anni: spesso è legata a patologie che si associano a sanguinamento ginecologico nelle donne e dell’apparato gastrointestinale negli uomini (che possono essere il primo sintomo di una patologia tumorale) o a un ridotto assorbimento del ferro assunto con la dieta come avviene ad esempio in alcune malattie infiammatorie gastrointestinali o per l’assunzione di farmaci (ad esempio i farmaci che inibiscono la produzione di acido nello stomaco) o per un’infezione da Helicobacter.

L’importanza di affidarsi a centri specializzati

La corretta diagnosi delle cause di anemia sideropenica e l’identificazione del trattamento più opportuno richiedono in genere esperienza e un percorso diagnostico-terapeutico ben organizzato e collaudato: per ottenere la miglior cura è pertanto raccomandabile rivolgersi a centri specializzati. 

A cura del Dott. Giovanni Inghilleri
Direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale
ASST Bergamo Est