Un metodo alternativo per trattare i disturbi specifici dell’apprendimento, con la compagnia di simpatici amici a quattro zampe.
Sono sempre più frequenti diagnosi di DSA, ovvero i Disturbi Specifici dell’Apprendimento che vedono coinvolti bimbi e adolescenti. Ma definiamo meglio questi disagi neurobiologici che, a seconda della difficoltà della persona, sono classificati in dislessia, disgrafia, discalculia e disortografia. È fondamentale sottolineare che i DSA sono disturbi, non malattie e vanno considerati come un “funzionamento” che accompagna il bambino lungo tutto l’arco della vita. Non essendo classificati come malattie, non ci sono cure vere e proprie per “guarire” dai DSA, ma esistono sì una serie di esperienze, tecniche e strumenti compensativi che possono rendere la persona completamente autonoma e allo stesso livello dei coetanei che non presentano questi disturbi. Di fatto, il bambino con DSA ha semplicemente una difficoltà in uno o in più ambiti legati alle capacità di calcolo, lettura, comunicazione o scrittura. Ma in tutto questo, come si inseriscono gli animali? Ce lo spiega il dott. Simone Migliorati, Pedagogista e fondatore del metodo animaLETTURA.

Dott. Migliorati, perché la relazione con l’animale può essere efficace nell’attività con bimbi con DSA?

L’animale, utilizzando forme di comunicazione diverse rispetto a quelle di lettura/scrittura, non si accorge della difficoltà del bambino o dell’adolescente, che viene considerato quindi una persona, senza mai essere giudicata o etichettata. Pensate a quanto può essere già terapeutico per la persona vivere esperienze in un ambiente realmente non giudicante e dove la finalità non è correggere l’errore, ma permettergli di associare ad attività che solitamente generano frustrazione (proprio a causa del disturbo) emozioni che invece sono nutrienti e divertenti. Di fatto, la presenza dell’animale permette di rompere ciò che tecnicamente chiamiamo “corto circuito emozionale”, ossia l’emergere di un’emozione negativa insieme alla competenza cognitiva che stiamo richiamando.

Come funziona questo meccanismo?

Provate a pensare a un’azione che proprio non vi riesce bene, a una determinata capacità che la società vi richiede e non possedete in maniera spiccata. Ecco… Ora immaginate la vostra sensazione corporea ed emotiva nel momento in cui siete obbligati a compiere l’azione che genera questo disagio. Se, per esempio, non amate parlare in pubblico, immaginatevi su un palcoscenico a parlare davanti a una platea di cento persone. Come vi sentite mentre lo immaginate? Cosa vi comunica il corpo? Cuore e frequenza respiratoria che ritmo hanno? La sensazione che state sperimentando è quella che pervade una persona con DSA quando le si chiede di leggere, scrivere, parlare o fare di conto. Alcune delle parole che i bimbi e i ragazzi che incontro utilizzano più spesso per descrivere come si sentono in quel momento sono: frustrazione, ansia, depressione, rabbia, demotivazione… Pensate ora a quanto possa essere invece piacevole potersi cimentare in un’attività che magari agita e genera frustrazione, ma che, con la presenza dell’animale che per sua natura crea momenti ludici e liberi da pregiudizi, vi permette di divertirvi, lasciarvi andare, focalizzando l’attenzione non tanto su ciò che è faticoso, quanto piuttosto stimolando la diffusione di “emozioni potenzianti”. L’animale è in ascolto senza focalizzarsi sugli errori, ha davanti a sé semplicemente una persona e come tale la osserva e ci interagisce.

E’ una sorta di “allenamento emotivo”.

Esattamente, sperimentarsi in un contesto mediato dall’Umano nella relazione con l’Animale può essere paragonato per il bambino o il ragazzo all’andare in palestra per allenarsi, quindi una sorta di allenamento emotivo che permette di associare sensazioni piacevoli ad attività generalmente percepite come difficoltose. Provate a ripensare di parlare davanti a cento persone, ma di avere questa volta il “vostro corpo” dalla vostra parte, con un battito cardiaco e una frequenza respiratoria più tranquilli. Questo probabilmente non significa che inizierete a parlare davanti a platee di persone in maniera disinvolta e l’azione continuerà forse a crearvi un po’ di difficoltà, ma associare una sensazione piacevole a un’azione frustrante permette di affrontarla in maniera molto più efficace, sperimentando proprio una sensazione di possibilità.
L’animale in ascolto rende il tutto più piacevole e semplice, creando una relazione che va ben oltre il piano cognitivo, come se si potesse arrivare con semplicità a creare un’alleanza volta alla massimizzazione delle risorse, anziché attenta ai soli limiti.

A cura di Sara Carrara
con la collaborazione del dott. Simone Migliorati
Pedagogista e fondatore di animaLETTURA