Quando devo fare il primo consulto? Cosa mi chiederà il ginecologo? Quanti giorni prima dell’appuntamento devo astenermi dai rapporti? Tutto quello che c’è da sapere per affrontare questo momento delicato. 
La visita ginecologica è sempre un momento importante nella vita delle donne, perché valuta lo stato di salute dell’apparato genitale femminile, considerando aspetti che riguardano sia la sfera sessuale, sia quella riproduttiva. La prima visita è ancor più importante poichè si accompagna di solito a un carico emotivo notevole. L’OMS raccomanda di eseguire i controlli ginecologici almeno una volta l’anno a partire dal primo rapporto sessuale. Le visite periodiche hanno l’obiettivo di prevenire i tumori ginecologici, curare le malattie sessualmente trasmesse, affrontare eventuali patologie (come cisti ovariche, fibromi uterini) e i disturbi legati all’apparato riproduttivo (malformazioni genitali, alterazioni del ciclo mestruale e squilibri ormonali). La visita è anche l’occasione per approfondire argomenti come la contraccezione, la vaccinazione contro il papilloma virus, o anti-HPV (raccomandata e gratuita per le ragazze e i ragazzi a partire dagli 11 anni) o altri aspetti legati alla salute riproduttiva di coppia, come l’infertilità.

Come presentarsi alla visita?

Per sottoporsi a una visita ginecologica non è richiesta alcuna preparazione specifica, se non l’accortezza di presentarsi con la vescica vuota. Si consiglia di evitare l’uso di creme vaginali nei giorni precedenti la visita, ma anche di astenersi dai rapporti sessuali nelle ore precedenti l’appuntamento. In preparazione della visita ginecologica, non occorre modificare la propria igiene personale, né depilarsi o comportarsi diversamente rispetto alle proprie abitudini. In caso di altre patologie accertate o sospette,, è utile portare con sé eventuali accertamenti pregressi (ecografie, analisi del sangue, mammografie, Pap-test) soprattutto nei casi di follow-up periodico di patologie specifiche.

Come si svolge la visita?

La prima parte della visita prevede una serie di domande che lo specialista rivolge alla donna per comprendere lo stato generale di salute, eventuali malattie pregresse, lo stile di vita o l’eventuale presenza di malattie ereditarie. Si prosegue poi con l’osservazione dei genitali esterni per controllare la presenza di eventuali alterazioni (gonfiori, arrossamenti o altre
anomalie), della vulva e dell’ingresso vaginale e successivamente con l’esplorazione della vagina e con la palpazione di utero e ovaie. In questa fase della visita, la donna è distesa supina sul lettino ginecologico e con le gambe divaricate posizionate su specifici supporti che facilitano il rilassamento della muscolatura. Ciò permette al ginecologo di introdurre in vagina, senza dolore, un piccolo divaricatore in plastica monouso (chiamato speculum) per distendere le pareti vaginali e visualizzare la vagina, il collo dell’utero
e visualizzare l’eventuale presenza di secrezioni anomale (deponenti per vaginite) o perdite di sangue. In questa fase della visita può essere eseguito il prelievo di cellule del collo dell’utero per l’esecuzione del Pap test (da eseguire ogni 3 anni) o del test per l’HPV, utile per la prevenzione del tumore del collo dell’utero. Una volta estratto lo speculum, si procede con la visita ginecologica utilizzando ambedue le mani: l’una palpa l’addome mentre l’altra esplora la vagina per valutare le caratteristiche dell’utero e delle ovaie (posizione, mobilità, forma e dimensioni). Il tutto viene completato con l’esecuzione dell’ecografia pelvica che, complementare alla visita manuale, permette di dettagliare la presenza di alterazioni dell’apparato genitale, come malformazioni, fibromi uterini, cisti ovariche, polipi, dilatazioni delle tube, endometriosi o altre condizioni che l’esame ecografico consente di visualizzare. L’ecografia è generalmente eseguita per via transvaginale metodica totalmente priva di dolore. Nel caso di necessità di controlli in donne che non hanno avuto ancora rapporti sessuali, l’esame è eseguito per via transaddominale. A completamento della visita ginecologica, il medico effettua la palpazione di entrambi i seni per valutare l’eventuale presenza di grossolane nodularità.  La durata della visita ginecologica varia a seconda dello specialista e dal tipo di controllo. Generalmente dura dai 15 ai 20 minuti, ma può durare più a lungo in caso di situazioni che richiedono maggiore tempo per la diagnosi.

L’importanza del controllo ginecologico.

La visita ginecologica di controllo, se eseguita regolarmente, contribuisce a mantenere in salute la donna perché consente di scoprire alterazioni di natura benigna (ad esempio infezioni vaginali, fibromi uterini, endometriosi, cisti ovariche, irregolarità del ciclo mestruale) o più raramente facilita l’identificazione precoce di malattie di natura maligna come, ad esempio, tumori del collo o del corpo dell’utero. Inoltre, qualora non si desideri una gravidanza, la visita offre l’opportunità di scegliere insieme il più adatto metodo contraccettivo (profilattico, contraccettivi per via orale/vaginale/transdermica, spirali al rame o medicate al progesterone, impianti sottocutanei) e di affrontare eventuali problemi della sfera sessuale o i disturbi tipici della menopausa (risolvibili spesso con la terapia ormonale sostitutiva).

A cura del Dott. Francesco Clemente
Specialista in Ginecologia ed Ostetricia
Vice Direttore U.O. 
Ginecologia ed Ostetricia
Ospedale “Bolognini”, Seriate