Tutto quello che c’è da sapere sulla terapia KeNuT, con uno schema nutrizionale antinfiammatorio per la cura di pazienti in sovrappeso. Come funziona? E come renderla sicura? Ne parliamo con la dottoressa Cristina Robba nefrologa e nutrizionista.

Che cosa è la dieta chetogenica?

KeNuT, acronimo inglese di Ketogenic Nutritional Therapy, è un termine utilizzato per definire le diete chetogeniche, ovvero quelle terapie dietetiche nelle quali l’apporto di carboidrati non supera i 30-50 grammi al giorno e l’apporto calorico è fornito da proteine ad alto valore biologico e da un ridotto, ma indispensabile, apporto di grassi. Fino a qui, nulla di nuovo. A gennaio, però, un gruppo di ricercatori ha pubblicato sul prestigioso Journal of Endocrinological Investigation un articolo per puntualizzare le indicazioni alla prescrizione di questa dieta, oltre che per riassumerne e spiegarne il meccanismo d’azione.

Come funziona, quindi, nello specifico?

Quando l’apporto di carboidrati è drasticamente ridotto nell’alimentazione, il nostro organismo è in grado di produrre glucosio a partire da proteine, grassi, tramite due processi chiamati glicolisi e gluconeogenesi, ai quali seguono cambiamenti ormonali che fanno rilasciare acidi grassi dal tessuto adiposo. Questi acidi grassi vengono poi trasformati dal fegato in corpi chetonici, che diventano così una vera e propria fonte energetica per l’organismo, in quanto i nostri muscoli, il cuore e il cervello sono in grado di utilizzarli come un ottimo carburante.

Si tratta di una dieta sicura?

La chetosi è fisiologica in molti momenti della nostra vita. Nel caso specifico della KeNuT si tratta di una chetosi nutrizionale o terapeutica, nulla che assomigli alla chetoacidosi del diabete. Infatti, durante l’utilizzo di una dieta chetogenica i valori di glicemia restano sempre nei limiti di norma, così come il pH del sangue. I pazienti che possono beneficiare di una terapia dietetica chetogenica sono pazienti obesi o in sovrappeso con comorbidità, come il diabete non insulino dipendente, o sovrappeso associato a obesità viscerale (con abbondanza di grasso nell’addome) ma, soprattutto, è indicata in donne affette da policistosi ovarica e recentemente è stata indicata anche nel trattamento della psoriasi. Si tratta di uno schema nutrizionale antinfiammatorio.

Quali sono state le indicazioni dei ricercatori sulle modalità dei pasti da effettuare?

Nel lavoro pubblicato è stato ribadito che le diete KeNuT, per essere sicure, devono essere effettuate con quelli che sono chiamati meal replacement, ossia pasti precostituiti con adeguato apporto di proteine ad alto valore biologico, pochi carboidrati e pochi grassi. L’utilizzo dei pasti sostitutivi si è dimostrato vincente rispetto alla sola eliminazione dei carboidrati e all’apporto di proteine, sia in termini di perdita di peso, sia per evitare la resistenza alla perdita di peso, ma soprattutto per garantire l’apporto corretto di micro e macronutrienti. Non solo, i ricercatori hanno evidenziato che i pazienti che utilizzano i pasti precostituiti hanno un microbiota intestinale più sano rispetto a coloro che utilizzano proteine animali. Inoltre, i prodotti confezionati in singole dosi non ammettono errori nel conteggio dei corretti apporti di carboidrati e diminuiscono alcuni stimoli sen-
soriali collegati al pasto, permettendo un miglior controllo delle calorie introdotte, senza fatica e con un’ottima riduzione del senso di fame. Il paziente che ha indicazione a effettuare questa terapia nutrizionale utilizzerà i pasti precostituiti, 4 o 5 al giorno a seconda di quanto indicato dal medico specialista, accompagnati da due abbondanti porzioni di verdura e abbondante apporto idrico. Dopo qualche settimana di dieta con i meal replacement, si riprende l’introduzione di prodotti freschi ai pasti principali, che saranno composti da proteine animali con verdure. Ottenuto l’80% della perdita desiderata, si inizia la graduale reintroduzione di carboidrati, che dovranno essere assolutamente a basso indice glicemico.

Qual è la durata media di una dieta di questo tipo?

Generalmente tra le 8 e le 12 settimane, tuttavia la durata può essere maggiore se lo specialista lo consente. Si tratta, infatti, di una dieta alla quale sottoporsi dopo visita medica specialistica, l’esecuzione di esami del sangue o altri accertamenti prescritti. Nonostante le conclusioni del lavoro scientifico che esprimono il massimo consenso di come queste diete siano sicure ed efficaci, si tratta comunque di una terapia nutrizionale, e l’indicazione al suo utilizzo deve essere effettuata da uno specialista. Vi sono infatti controindicazioni assolute, come ad esempio il diabete tipo 1 (insulino dipendente) o l’insufficienza renale o l’utilizzo di alcuni farmaci.

Cosa affiancare alla terapia nutrizionale?

Riassumendo, possiamo definire le KeNuT con i pasti precostituiti una opportunità terapeutica per un gruppo di pazienti con sovrappeso ed obesità, ma è corretto anche ribadire che oltre alla dieta è indispensabile effettuare un vero e proprio cambio di stile di vita, prevedendo anche l’associazione alla dieta di una adeguata attività fisica, da sempre cardine di una vita più salutare.

A cura di Ivana Galessi
con la collaborazione della Dott.ssa Cristina Robba
Specialista in Nefrologia, Responsabile dell’ambulatorio di Nutrizione Clinica 
Policlinico San Marco, Zingonia (BG),
Smart Clinic Le Due torri, Stezzano (Bg)