Un nuovo studio americano evidenzia l’importanza delle aree naturali nell’ambiente urbano per la salute degli over 65.
Il verde e il blu migliorano di gran lunga la salute mentale e fisica degli anziani. Secondo lo studio Urban green and blue spaces and general and mental health among older adults in Washington state: Analysis of BRFSS data between 2011-2019, pubblicato di recente sulla rivista scientifica Health & Place da Adithya Vegaraju e Solmaz Amiri dell’Elson S. Floyd College of Medicine della Washington State University, potrebbero essere sufficienti piccole differenze nella disponibilità di spazi urbani verdi (es. parchi, giardini, foreste) e blu (canali, fiumi, laghi e specchi d’acqua) per migliorare la salute mentale e fisica degli anziani.

I risultati dello studio

Lo studio si basa sui dati di un’indagine condotta su oltre 42.000 soggetti di età pari o superiore a 65 anni che hanno vissuto nelle aree urbane dello stato di Washington tra il 2011 e il 2019. Nella loro analisi, le due ricercatrici hanno valutato le condizioni di salute mentale dei soggetti rispetto alla possibilità di accesso agli spazi verdi e blu all’interno delle aree dove risiedevano: il 2% circa degli intervistati ha mostrato segni di grave disagio psicologico e il 19% ha riferito di avere una salute generale discreta o scarsa. Secondo lo studio, avere anche solo il 10% in più di spazio forestale nella zona residenziale in cui si vive sarebbe sufficiente a ridurre il disagio psicologico grave, ovvero i problemi di salute mentale che richiedono cure e interferiscono con la vita sociale, il lavoro o il percorso formativo, e la sua percezione nei soggetti. A tal proposito, la dott.ssa Vegaraju, co-autrice dello studio, ha affermato: «(…) i risultati suggeriscono che la perdita degli spazi verdi e blu urbani dovuta alla rapida urbanizzazione potrebbe non avere solo un impatto ambientale, ma potrebbe avere anche un impatto sulla salute pubblica».

I fattori determinanti

I risultati preliminari di questo studio erano stati precedentemente presentati alla riunione annuale dell’American Academy of Neurology, nell’aprile del 2023. Risultati, questi, che avevano esaminato solo la relazione tra grave disagio psicologico e distanza dallo spazio verde e blu più vicino. Nella versione finale dello studio, le due esperte hanno invece esaminato diverse misure aggiuntive, tra cui la percentuale di spazio verde, di copertura arborea, di area forestale e di spazio aperto, nonché la lunghezza dei sentieri intorno alle zone prese in considerazione. Vegaraju e Amiri hanno poi ampliato le loro analisi, esaminando come queste misure fossero correlate alla salute generale auto-valutata dell’anziano e tenendo conto delle differenze demografiche degli intervistati, tra cui razza e livello di istruzione.

Verde (e blu) come cura

Secondo Vegaraju, le persone anziane sono particolarmente vulnerabili a problemi di salute mentale come la depressione, patologia che può concorrere all’aumento del rischio di declino cognitivo e demenza. Gli anziani, inoltre, sembrerebbero avere anche meno probabilità di ricevere cure per la loro salute mentale: i soggetti in età avanzata che presentano depressione, ansia o problemi di salute mentale sono infatti noti per essere più resistenti agli interventi medici o alla terapia della parola – una forma di consulenza che motiva le persone a condividere le loro preoccupazioni – ovvero i trattamenti di riferimento per queste condizioni. Se l’esposizione agli spazi verdi o blu potesse aiutare a prevenire, ritardare o addirittura curare la precaria salute mentale negli anziani, è necessario considerarla sempre più seriamente. Le esperte pensano quindi che una potenziale soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere gli operatori sanitari affinché forniscano ai pazienti raccomandazioni scritte per trascorrere più tempo all’aria aperta.

Il potere salvifico dei parchi

Amiri, che lavora anche per l’Institute for Research and Education to Advance Community Health, ha poi concluso la presentazione dello studio affermando che sono necessarie ulteriori ricerche per sapere esattamente come l’esposizione agli spazi verdi e blu possa portare a migliori condizioni di salute a tutto tondo. Se si ritiene che l’esposizione agli spazi verdi e blu possa aiutare a rallentare il declino cognitivo nelle persone anziane, quello che per loro sarebbe interessante approfondire è se la maggiore esposizione a questi spazi possa influenzare direttamente anche la comparsa della demenza o se, invece, può farlo indirettamente riducendo i problemi di salute mentale che possono portare tale declino cognitivo. In definitiva, Vegaraju e Amiri auspicano che questa ricerca possa aiutare anche a risolvere le disuguaglianze sanitarie tra gli anziani provenienti da contesti socioeconomici inferiori, che potrebbero essere legate a un accesso ineguale agli spazi verdi e blu nelle aree urbane in cui vivono.

A cura di Sara Carrara