La scintigrafia è un esame di medicina nucleare che si basa sulla somministrazione, per via endovenosa, di radio farmaci che vengono captati dall’organo che si intende analizzare. La scintigrafia viene utilizzata per lo studio di diversi organi o parti del corpo (ossa, cuore, fegato, mammella, reni, tiroide ecc.) e consente di precisare l’effetto della malattia sul funzionamento dell’intero organo o di parti limitate di esso. Per questo è utilizzata nello studio e nella ricerca di tumori.
Come si svolge?
La scintigrafia è un esame indolore. Al paziente viene introdotto, per via endovenosa, un radiofarmaco; al raggiungimento del momento ideale di osservazione (diverso per organo e malattia), il paziente viene posto sotto un’apparecchiatura detta gamma-camera che rileva il segnale emesso per radiazione dagli organi in esame. L’insieme dei segnali viene elaborato da una workstation o server dedicato e, quindi, rappresentato con una mappa della funzione studiata (ad esempio perfusione del miocardio, funzione escretoria del rene, distribuzione dei recettori per la somatostatina ecc.).
Quanto dura?
La durata della scintigrafia è variabile – da 25 minuti (come per la scintigrafia tiroidea) ad alcune ore (ossa total-body e cuore in singola giornata) – in base alla complessità dell’esame e alle caratteristiche dell’organo preso in esame. In alcuni casi specifici, nelle 24 ore successive, possono essere prescritti controlli.
Come ci si prepara?
Non tutte le scintigrafie sono eseguite nello stesso modo o richiedono la medesima preparazione. Per alcune, ad esempio, viene richiesta la sospensione di farmaci che possono risultare interferenti con l’esame, ma questo viene stabilito dal medico curante o indicato nelle istruzioni specifiche condivise pre-esame. Per alcune ore prima dell’esame può essere utile anche il digiuno da cibo – non dall’acqua che è al contrario sempre concessa –, ma non è sempre indispensabile. Ad esempio, la scintigrafia ossea può essere eseguita anche non a digiuno.
Ci sono controindicazioni?
Trattandosi di un esame di medicina nucleare, dopo l’esecuzione della scintigrafia – per motivi di radioprotezione – è sconsigliato essere accompagnati da persone minori di 18 anni o da donne in età fertile, in particolare se in stato di gravidanza. È indispensabile essere accompagnati, invece, nel caso in cui il paziente venga sot-
toposto a una terapia ansiolitica per limitare la sensazione di claustrofobia, al fine di evitare che si possa mettere alla guida dopo l’esame. Un accompagnatore è inoltre necessario in caso di soggetti non auto-sufficienti (compresi i minori) o con barriere linguistiche o cognitive.
Scintigrafia tiroidea
La scintigrafia tiroidea è un esame non invasivo che si basa sulla somministrazione endovenosa di un radiofarmaco che viene
captato dalle cellule tiroidee, consentendo una mappa della funzionalità ghiandolare. La scintigrafia tiroidea consente di valutare la funzionalità della tiroide e di evidenziare l’eventuale presenza di tessuto tiroideo in sedi anomale (tiroidi ectopiche). Definisce inoltre le caratteristiche funzionali dei noduli tiroidei (noduli caldi o freddi) eventualmente presenti. Durante la scintigrafia tiroidea al paziente viene somministrato per via endovenosa un radiofarmaco che viene captato dalle cellule tiroidee. Dopo circa 20 minuti dalla somministrazione, il paziente viene posizionato sul lettino della gamma-camera, che rileva il segnale emesso. L’insieme di tali segnali viene elaborato da una workstation o server dedicato che ricostruisce una mappa morfo-funzionale della tiroide.
A cura di Ivana Galessi