Affrontare la fine di una relazione, breve o lunga che sia stata, può essere un’esperienza straziante. Ci si ritrova immersi in un mare disordinato di emozioni quali dolore, rimpianto, sollievo, rabbia, rimorso e tristezza, all’interno del quale è possibile sentire profondamente la mancanza dell’altra persona. Per far fronte a questa situazione, molti esperti delle relazioni hanno riconosciuto nel “21 giorni di NO CONTACT”, un valido strumento per poter guarire il proprio cuore, ricominciare a guardare avanti e, perché no, forse anche fare in modo che la propria assenza possa portare il/la partner a rivalutare la fine della relazione.

Ma in cosa consiste esattamente la regola del 21 giorni di NO CONTACT?

Come si può intuire dal nome, questa strategia consiste nell’evitare ogni tipo di comunicazione con il/la proprio/a ex partner, sia essa
telefonica, via e-mail o messaggi. Da evitare è anche il controllo ripetuto sui social media o andare nei posti, almeno durante il periodo di NO CONTACT, in cui è molto facile imbattersi nel/la proprio/a ex. L’idea alla base di questa regola consiste nel fatto che il processo di lutto per una relazione finita richieda del tempo. In particolare, si ritiene che siano necessari almeno 21 giorni per superare la fase iniziale di shock e rifiuto, per poi passare a quella in cui si elabora la perdita della persona. In questo modo, chi ha subito la rottura ha la possibilità di concentrarsi su sé stesso/a e iniziare a ricostruire la propria vita. Alcuni studi hanno dimostrato come la durata effettiva di questa strategia dipenda da persona a persona, e che un periodo che va dai 30 ai 60 giorni possa costituire un buon punto di partenza”

Quali sono le strategie per non “ricascarci”?

L’esperienza del NO CONTACT può essere molto difficile e potrebbero capitare delle volte in cui si ha la sensazione che, durante il processo di rielaborazione, ci sia un senso di vuoto tale per cui si sia tentati di ricontattare l’ex.
Secondo uno studio condotto nel 2022, per evitare questa situazione si può ricorrere a diverse strategie, come:
> tenere un diario: quando si avverte l’impulso di chiamare l’ex, si consiglia di prendere un quaderno dove annotare i pensieri e le emozioni di quel momento per elaborare meglio ciò che si prova;
> passare più tempo con amici e familiari: secondo l’American Psycological Association, le reti sociali sono un ottimo modo per poter affrontare le situazioni stressogene e trovare sollievo, in particolar modo durante i periodi di difficoltà;
> trovare nuovi Hobby e/o iniziare nuovi progetti: la fine di una relazione può essere un’ottima opportunità per reinvestire in sé stessi. Pensare a ciò che si ama, trovare nuove passioni o acquisire nuove abitudini possono essere delle ottime basi su cui ricostruire la propria felicità e autostima;
> tenere lontano il telefono: quando annoiati, si tende a scorrere, quasi fosse un automatismo, le pagine dei social network. In questi casi, è molto facile cadere nella tentazione di andare a curiosare dov’è o cosa sta facendo l’ex;
> chiedersi da dove deriva il desiderio di ricontattare la persona: “Perché sento il bisogno di risentirla/o? Cosa spero di ottenere?” Queste sono solo alcune delle domande che ci si dovrebbe porre quando si sente l’impulso di ricontattare l’ex. Molto spesso può capitare che ci si renda conto di come non esista una ragione valida per rompere il NO CONTACT. Se però le risposte a queste domande continuano a spingere verso il desiderio di ricontattare la persona, conviene prendersi del tempo per sé stessi e cercare di empatizzare con le proprie difficoltà.

Qual è lo scopo della regola dei 21 giorni di NO CONTACT?

Non ci sono ricerche scientifiche che sostengono la teoria in base alla quale la regola dei 21 giorni può essere un modo efficace per far sentire la propria mancanza
al/la proprio/a ex partner. È possibile però che ciò accada, dal momento che un improvviso silenzio potrebbe portare l’ex a iniziare a chiedersi che fine ha fatto l’altra persona. Questa situazione potrebbe far emergere sentimenti di nostalgia, rimorso o perfino gelosia, tali per cui l’ex partner potrebbe decidere di riallacciare i ponti e, magari, tornare sui propri passi. Purtroppo, come già accennato, tutte queste idee sono frutto di speculazioni. D’altro canto, nel 2017 è stato condotto uno studio in cui si sono esaminati gli effetti della regola dei 21 giorni sulle emozioni e sul comportamento degli ex partner. Dai risultati è emerso come questa strategia abbia ridotto i sentimenti di rabbia, tristezza e solitudine dei partecipanti alzando al contempo i loro livelli di autostima e di speranza per il futuro. Inoltre, molti di questi non erano più propensi a ricontattare l’ex partner. Questa ricerca, però, presenta dei limiti quali il numero ridotto del campione di studio e la mancanza di dati relativi ai risultati sul lungo periodo.

Quindi, in conclusione, quanto è efficace la regola dei 21 giorni?

La regola dei 21 giorni è un metodo che può essere utile per le persone che stanno cercando di superare la fine di una relazione. Evitando di comunicare con il proprio ex partner per almeno 21 giorni, si può avere quel tempo e quello spazio necessario per elaborare le proprie emozioni e iniziare a “guarire”.

A cura di Sara Carrara
con a collaborazione del Dott. Antonio Marasco
Psicologo Clinico e Sessuologo, esperto di Terapia Narrativa e Terapia centrata sulla soluzione studio HUMANS, Brescia