Strumentista in sala operatoria alla clinica San Francesco di Bergamo,è un ottimo maratoneta: a Chicago ha registrato l’ottavo miglior risultato tra gli italiani presenti.

C’era anche lui, e neppure troppo lontano (per quanto a minuti) dalla Storia con la S maiuscola. Daniele Schiavetta, 41 anni, domenica 8 ottobre ha portato a termine la maratona di Chicago (Illinois, Stati Uniti) con il tempo di due ore, 43 minuti e 39 secondi. La manifestazione resterà negli annali, però, per lo spettacolo da record del keniano Kelvin Kiptum, che ha polverizzato il record del mondo fermando il tempo a due ore e 35 secondi, quasi un minuto in meno delle 2 ore, un minuto e 19 secondi impiegate da un altro keniano, Eliud Kipchoge, nel precedente primato di Berlino, nel 2022.

Schiavetta non è un’atleta professionista: è infermiere strumentista in sala operatoria, alla clinica San Francesco di Bergamo. Si è appassionato alla corsa una ventina d’anni fa e ora, appena ha un mi-nuto libero, tra casa (ha moglie e tre figli: la famiglia l’ha seguito nella trasferta statunitense) e ospedale, infila le scarpe da running e sgambetta per la provincia. Nel 2022 ha ottenuto due buoni piazzamenti (alle maratone di Milano e Pisa) che gli hanno poi consentito di venire convocato per la maratona di Chicago.

«Sono un runner amatoriale, non lo faccio come professione, non ho sponsor e ho affrontato tutto il viaggio a mie spese e, proprio per questo, raggiungere simili traguardi per me vale il doppio – ha raccontato Schiavetta in un’intervista a PrimaBergamo –. Negli ultimi anni mi sono comunque affidato alla preparazione atletica del mio allenatore Huber Rossi che lavora nel Marathon Medical Center di Brescia del dottor Gabriele Rosa. Questo mi ha permesso di migliorare le mie performance».

Certo, visto che la sua settimana è scandita anche dai turni in clinica, la stanchezza a volte prende il sopravvento. Non vincerà mai le Olimpiadi, certo, ma nel suo piccolo è davvero contento. «Gli americani – ha aggiunto – vivono la maratona con grande attesa e partecipazione e far parte di tutto questo mi ha riempito di orgoglio. Prima e dopo la gara mi hanno trattato come un vero professionista, pur non essendolo. Ci hanno offerto la colazione e il pasto, siamo stati accompagnati alle griglie di partenza... Un’organizzazione impeccabile».

Insieme a quelle di New York, Boston, Londra, Berlino e Tokyo, la maratona di Chicago fa parte delle sei World Marathon Majors, corse che formano una competizione a punti sponsorizzata Abbott e iniziata nel 2006 che considera le sei gare riconosciute come le più importanti del calendario. Il campionato include anche i migliori tempi effettuati durante la maratona dei campionati del mondo di atletica leggera (che si disputa con cadenza biennale, negli anni dispari) e dei Giochi olimpici (cadenza quadriennale, negli anni pari). Il nuovo recordman, oltre a essere evidentemente un fenomeno, ha potuto contare su un paio di scarpe da corsa speciali e innovative realizzate dalla Nike, che ha messo a punto una speciale suola “a mezzaluna” o “a gondola”, come viene definita, che avvolge il piede dalla punta fino al tallone, favorendo appunto il movimento della corsa.

Schiavetta, tesserato dell’Atletica Presezzo, è stato uno dei 46mila partecipanti – tra cui tanti italiani – alla manifestazione di Chicago. Ha registrato il miglior risultato tra tutti i bergamaschi presenti e l’ottavo tra gli italiani. Nel complesso, ha conquistato il 750° posto assoluto e il 102° della fascia maschile tra i 40 e i 45 anni. Ha avuto diversi mesi per preparasi all’evento, per prenotare il viaggio, per organizzare le ferie. «È stata un’esperienza magica per me, per mia moglie ma soprattutto per i miei figli che sono ancora piccoli
e in America ci sono stati per la prima volta». Spera di riuscire a trasmettere la sua determinazione anche ai suoi tre figli: sono ancora piccoli, ma si stanno già confrontando con il mondo dello sport: il maschio a calcio, le femmine con la ginnastica ritmica. «Nello sport non bisogna mai avere fretta. Purtroppo viviamo in una società troppo veloce, in cui i ragazzi vogliono tutto e subito. Invece bisogna avere la pazienza e la costanza di andare avanti». 

A cura di Claudio Gualdi
In questa rubrica gli operatori sanitari (medici, infermieri etc.) si raccontano, facendo conoscere oltre al loro lato professionale la loro attività di artisti, volontari, atleti...
Vuoi raccontare la tua storia su Bergamo Salute? Scrivici su facebook o redazione@bgsalute.it!