Dott.ssa Lagrotta, possiamo definire in poche parole le cure palliative?

L’OMS definisce le cure palliative come un approccio che migliora la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie che si trovano ad affrontare problematiche associate a malattie inguaribili, attraverso la prevenzione e il sollievo della sofferenza per mezzo di un’identificazione precoce e di un trattamento del dolore e di altre problematiche di natura fisica, psicologica, sociale e spirituale. Cicely Saunders, madre della moderna medicina palliativa e fondatrice del Movimento Hospice, definì il dolore totale come uno stato di sofferenza fisica ed esistenziale che coinvolge la sfera fisica, psichica, socioeconomica e spirituale.

Come viene percepito il dolore da parte del paziente terminale?

Il paziente in fase terminale non percepisce il dolore solo fisicamente ma anche spiritualmente, perché si chiede come mai proprio a lui/lei sia capitata quella malattia che lo sta portando alla morte e prova rabbia, inquietudine, angoscia, depressione; prova anche un dolore che riguarda la sfera socioeconomica perché non può più lavorare e svolgere tutte quelle attività quotidiane che lo facevano appartenere a un contesto sociale. 
Le cure palliative affermano la vita e considerano la morte come un evento naturale, non l’accelerano né ritardano. Non hanno a che vedere con l’accanimento terapeutico, l’eutanasia o il suicidio assistito, bensì provvedono al sollievo dal dolore e da altri sintomi disturbanti, integrano agli aspetti sanitari gli aspetti spirituali, psicologici e sociali dell’assistenza al malato e ai familiari, offrono un sistema di supporto alla famiglia sia durante le fasi della malattia sia durante il lutto, possono essere applicate in fase precoce di malattia in combinazione con le misure che tendono a prolungare la vita come, per esempio, la chemioterapia e la radioterapia.

A chi vengono offerte le cure palliative?

Nonostante quello che si pensi abitualmente, le cure palliative non sono rivolte solo ai malati oncologici in fase terminale, ma anche a tutti quei malati che sono giunti alla fase terminale di una malattia cronica ed evolutiva quindi affetti da patologie neurologiche, respiratorie, epatologiche, nefrologiche, cardiologiche o degenerative. Le cure palliative si rivolgono anche a quei pazienti che ancora ricevono terapie attive, volte al controllo della malattia stessa, con il fine di migliorarne la qualità della vita; in questo caso si parla di cure palliative precoci. Sempre secondo l’OMS, per cure palliative precoci si intende l’integrazione tempestiva nel percorso di cura di una patologia cronico degenerativa ad andamento progressivo delle cure palliative, finalizzate a un controllo dei sintomi di malattia, avendo come obiettivo quello di migliorare la qualità di vita del paziente e dei familiari. Questa tipologia di cure palliative può essere somministrata sin dalle prime fasi della malattia e, nel caso in cui vengano somministrate insieme a trattamenti curativi, vengono denominate cure simultanee.

Dott.ssa Lagrotta, ci parli del progetto avviato presso l’Ospedale Bolognini di Seriate nell’ambito delle cure simultanee

Nel mese di maggio, presso l’ospedale Bolognini di Seriate è stato avviato un progetto finalizzato alla prevenzione e al trattamento dei sintomi disturbanti e del “dolore totale” in quei pazienti affetti da patologie cronico degenerative ad andamento progressivo e, purtroppo, inesorabile. Il progetto, voluto dalla Direzione dell’ASST Bergamo EST, ha mosso i primi passi presso l’UOC di Otorinolaringoiatria, diretta dal dottor Davide Thomas Panciera. Il paziente affetto da patologia oncologica otorinolaringoiatrica, infatti, prova sia dolore fisico nello svolgere le più semplici funzioni fisiologiche (deglutire, parlare, mangiare), sia dolore psicologico perché comprende di non essere più quello/a di prima; sperimenta il dolore sociale perché orecchio, naso, bocca sono organi che ci mettono in relazione con l’altro; sperimenta il dolore spirituale perché sente tutta la sua vulnerabilità e la perdita dei legami con gli altri. Scopo della creazione dell’ambulatorio di cure simultanee è la realizzazione di un modello organizzativo mirato a garantire la presa in carico globale sia del paziente ricoverato che del paziente ambulatoriale, al fine di garantire una continuità assistenziale tra ospedale e territorio, quando si rende necessaria l’integrazione tra terapie attive e palliazione.

Si può quindi parlare di un “nuovo” modello terapeutico?

Le cure simultanee rappresentano un innovativo modello terapeutico assistenziale il cui scopo è la presa in carico precoce del paziente al fine di ridurre i sintomi disturbanti, aumentare la consapevolezza di malattia, garantire assistenza al paziente e al caregiver. L’attività dell’ambulatorio di cure simultanee è andata rapidamente e progressivamente estendendosi alle altre unità operative di ambito chirurgico e medico e in un futuro prossimo si prefigge di raggiungere tutti i presidi dell’ASST Bergamo Est avvalendosi del teleconsulto e di avviare programmi di formazione per diffondere la cultura delle cure palliative e simultanee. Crediamo fortemente che “quando non c’è più niente da fare, c’è ancora molto da fare”. 

A cura di Sara Carrara
con la collaborazione della Dott.ssa Mariavittoria Lagrotta
Specialista in Anestesia e Rianimazione
Libero Professionista; Ambulatorio Cure Simultanee Ospedale Bolognini di Seriate ASST Bergamo Est