Lo smartphone è ormai diventato a tutti gli effetti “una parte di noi”, una sorta di prolungamento del braccio. Una parte a cui facciamo molta fatica a rinunciare ma che, se usata in modo eccessivo, può causare danni al nostro benessere psico-fisico. L’essere sempre connessi infatti ha effetti negativi sulla capacità di concentrazione, distraendoci dal “qui e ora”, può rendere più difficile il riposo notturno, può favorire l’aumento di peso e provocare stress e ansia. Questa iperconnessione può anche sfociare in dipendenza, la cosiddetta nomofobia, in fobie come la FOMO (Fear Of Missing Out), ovvero la paura di perdersi una conversazione online ed esserne tagliati fuori, o nel Phubbing (contrazione di “phone” e “snubbing”) cioè l’abitudine di ignorare le persone con cui si è per prestare attenzione al cellulare. Perché allora non approfittare delle vacanze per fare un po’ di digital detox e prendersi una pausa da smartphone, e-mail, Internet? Come fare? Ne abbiamo parlato con la counselor Pia Barbato.

Tanti lo sognano, alcuni lo temono. Perché il digital detox ogni tanto può fare bene?

La Rete moltiplica le nostre esperienze e le nostre relazioni, ma dall’altro lato ci lascia svuotati, tanto che arriviamo al punto di volercene allontanare. Rispetto a soli pochi anni fa non leggiamo solo le e-mail o navighiamo sui siti, ma siamo sempre più presenti nei vari social network, sia per svago sia per lavoro. Di conseguenza, poter fare qualche giorno di digital detox per staccare la spina e ritrovare così sé stessi sarebbe una buona occasione per prenderci cura di noi. Il contatto con i nostri simili e, ancora di più, con la natura, diventa un ottimo antidoto allo stress e ci permette di riconsegnare senso ai piccoli gesti, ci rende coscienti dei nostri ritmi, ci rimette con i piedi per terra, ridandoci vigore fisico e lucidità mentale. Mettere da parte i nostri smartphone favorisce sicuramente il cambiamento di prospettiva, aumenta la creatività e il problem solving.

Ma concretamente come si può fare?

Abbondano i programmi e le vacanze che offrono una disintossicazione da schermo, monitorata quotidianamente. Per esempio ci sono hotel che propongono camere senza connessione, oppure spazi custoditi in cui lasciare gli smartphone per tutta la durata del soggiorno e, addirittura, esi-stono centri in cui non c’è del tutto la connessione! Ovviamente chi decide di intraprendere un percorso di digital detox deve esserne convinto: magari si potrebbe cominciare con gesti semplici, come controllare il tempo trascorso al telefono, prefiggendoci di diminuirlo ogni giorno, oppure individuare piccoli traguardi come non guardare il cellulare l’ora prima di andare a letto. Anzi si potrebbe tenere il cellulare spento durante la notte e accenderlo solo dopo aver fatto colazione o magari una passeggiata mattutina o per fare delle foto o informarci e leggere i quotidiani.

Ma quindi non è necessario rinunciare del tutto al cellulare?

Un’ora al giorno connessi è più che sufficiente, il resto del tempo deve essere dedicato alla connessione con il proprio spirito. Si può approfittarne per iniziare un nuovo libro, cominciare a tenere un diario, praticare la meditazione. Se amate l’avventura, buttatevi in viaggi emozionanti, se siete stanchi, godetevi il dolce far niente. Non esiste una regola, ma solo il nostro benessere.

Meno connessione, più concentrazione… anche a scuola
Diverse scuole italiane hanno provato a coinvolgere i propri studenti in un test di digital detox. In un liceo di Pavia, solo 8 partecipanti su 43 hanno portato a termine la missione di rimanere per 5 giorni di fila senza cellulare. A Vignola e Pavullo, in provincia di Modena, il 71% dei 489 ragazzi coinvolti ha vinto la sua personale sfida di non toccare lo smartphone, ma il periodo di astinenza richiesto era di “soli” 3 giorni. Coloro che hanno aderito ai progetti hanno riscontrato un certo disagio iniziale, ma alla fine hanno scoperto di poter essere più produttivi nello studio e più attenti alla qualità delle loro relazioni.

E se poi, tornati dalle vacanze, si ricomincia come prima?

Il rischio di interrompere le cattive abitudini solo per un periodo è che, quando si torna alla normalità, se non c’è una nuova strategia per superarle in modo definitivo, gli automatismi si riattivano. La vera soluzione sarebbe capire come cambiare e quali sono le modalità di utilizzare la rete in modo corretto: il digital detox non è contro l’innovazione, ma ha come obiettivo il suo uso consapevole. 

A cura di Lella Fonseca
con la collaborazione di Pia Barbato
Counselor Supervisor Trainer
Centro Counseling Integrato Scanzorosciate (BG)