Una condizione diffusa, ma ancora poco conosciuta.
Generale senso di debolezza, perdita di resistenza, scarso equilibrio: sono questi i segnali della sarcopenia, una condizione diffusa dopo una certa età, sottostimata e ancora poco conosciuta, che comporta una fisiologica perdita di massa e di forza muscolare. Anche se si tratta di una modifica del corpo del tutto “naturale”, è possibile intervenire per garantire alla persona anziana un buon invecchiamento. Ce ne parla la dottoressa Sara Zazzetta, geriatra.

Dottoressa Zazzetta, innanzitutto cosa si intende per sarcopenia?

Sarcopenia deriva dal greco sarkòs (carne/muscolo) e penia (povertà/mancanza). È una condizione in cui i muscoli si assottigliano e parte delle fibre viene sostituita da tessuto grasso, con una conseguente riduzione della loro forza e resistenza. Recenti studi hanno dimostrato che ai problemi muscolari spesso si associano anche alterazioni di altri organi e sistemi (vascolare, immunitario, ormonale, osseo), oltre che trasformazioni sul piano psico-affettivo e cognitivo.

Si tratta di una malattia o di un processo normale dopo una certa età?

La sarcopenia è un fenomeno naturale, fisiologico, che inizia intorno ai 30-40 anni d’età, ma che mostra un rapido peggioramento dopo i 65, per il quale non esiste una cura risolutiva. Sedentarietà e dieta povera di proteine sono i principali elementi che ne accelerano la progressione, ma l’evoluzione della condizione è favorita anche da malnutrizione, malassorbimento e malattie come tumori, patologie endocrine, gastrointestinali, difficoltà di masticazione.

Come è possibile capire quando ci si trova effettivamente di fronte a sarcopenia?

La diagnosi di sarcopenia richiede un’accurata anamnesi, ovvero la raccolta delle informazioni sulle patologie e sulle abitudini di vita del paziente, e una visita medica, a cui si aggiungono alcuni esami strumentali per stabilirne il grado di severità. Tra i principali si citano:
> la bioimpedenziometria, che è attualmente considerata l’esame più adeguato a quantificare la massa muscolare, rappresentando una valida alternativa alle metodiche più complesse e costose come la DEXA, la risonanza magnetica e la TAC. L’esame, sicuro e della durata di pochi minuti, permette di conoscere la composizione corporea in termini di tessuto grasso, tessuto magro e contenuto d’acqua, dati attraverso cui è possibile determinare la massa muscolare, dato essenziale per la diagnosi di sarcopenia;
> l’esame per valutare la forza muscolare, che viene effettuato attraverso l’hand grip, uno strumento simile a una maniglia che permette di determinale la forza di prensione della mano. Il paziente è invitato a stringere lo strumento con quanta più forza possibile per almeno cinque secondi: minore sarà la forza registrata, maggiore sarà il rischio di sarcopenia;
> l’esame per valutare la performance fisica, che di solito prevede il test della velocità del cammino. Questo test si effettua invitando il paziente a camminare normalmente per una distanza di 5-6 metri e misurando il tempo necessario a percorrere tale tragitto: è indicativo di sarcopenia il risconto di una velocità inferiore a 0,8 metri al secondo, in assenza di altre plausibili cause di difficoltà deambulatoria.
La riduzione della massa muscolare permette, da sola, di porre diagnosi di pre-sarcopenia, mentre se vi è una concomitante alterazione di uno degli altri due esami (test del cammino o della forza di prensione) si parla di sarcopenia; la contemporanea positività dei tre test è invece indicativa di sarcopenia severa.

È possibile intervenire in qualche modo?

Per quanto non esistano vere e proprie cure per la sarcopenia, è possibile rallentarne la progressione con alcuni accorgimenti. È molto importante svolgere un’adeguata attività fisica, praticando per almeno due volte alla settimana esercizi che permettano di sviluppare la forza e la resistenza dei muscoli di tutto il corpo. Anche l’alimentazione è fondamentale: vanno assunti cibi ricchi di proteine come pesce, frutta secca, formaggi, legumi, carne, uova, e devono essere assunte almeno 3-5 porzioni di frutta e verdura al giorno; da evitare invece cibi a elevato contenuto di sale, grassi e zuccheri. Gli studi scientifici più recenti suggeriscono che, per tutelare l’anziano dalla sarcopenia, sia necessario assumere quotidianamente circa 1,2 grammi di proteine per ogni chilogrammo di peso corporeo; tale regola generale deve essere tuttavia adattata al singolo caso previo giudizio medico, per esempio in caso di insufficienza renale. Qualora la dieta non fosse sufficiente, si dovrebbero assumere integratori a base di proteine o aminoacidi a catena ramificata, elementi indispensabili per la costituzione delle proteine stesse e, di conseguenza, per lo sviluppo dei muscoli.

A quali rischi può esporre?

Un anziano sarcopenico è una persona ad alto rischio di fragilità e disabilità. La riduzione della massa muscolare, infatti, porta a un inevitabile calo del livello di attività fisica, peraltro spesso già limitata per l’età, che conduce a una minore resistenza agli sforzi, a scarso equilibrio con tendenza alle cadute, a difficoltà nel compiere le attività della vita quotidiana fino ad arrivare, nei casi più gravi, all’allettamento. 

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione della dott.ssa Sara Zazzetta
Specialista in Geriatria Ospedale Briolini Gazzaniga ASST-Bergamo Est