La terapia con aerosol o aerosolterapia è una pratica molto utilizzata non solo nei mesi freddi per curare le malattie respiratorie di stagione, ma anche in primavera in caso di allergia e asma. Attenzione però: l’aerosol non è sempre utile. «L’aerosolterapia deve essere utilizzata solo se c’è un’indicazione medica, altrimenti è inutile e, se associata a farmaci antinfiammatori come i cortisonici, può anche avere effetti collaterali» avverte il dottor Sergio Clarizia, pediatra. Vediamo allora insieme in quali situazioni è opportuno ricorrere all’aerosol e quando, invece, questo rimedio non offre benefici.

Raffreddore e tosse guariscono da soli

La maggior parte delle infezioni di origine virale delle vie respiratorie, come raffreddore e tosse, si risolve da sola nell’arco di qualche giorno. «Non sono necessari farmaci e non è necessaria l’aerosolterapia. Lo stesso vale in caso di influenza: se non si verificano complicazioni, l’aerosol non è indicato» dice lo specialista. «Se il bimbo ha la febbre, quando la temperatura raggiunge i 38,5°, si somministra un farmaco antipiretico e poi si aspetta che passi, giocando, leggendo libretti insieme, raccontando fiabe e… portando pazienza». Cosa fare allora per aiutare il bimbo a respirare meglio quando è raffreddato? «Per liberare il nasino sono sufficienti dei lavaggi con soluzione fisiologica o con soluzione ipertonica. Per aiutare il piccolo a respirare meglio, inoltre, è opportuno che il tasso di umidità nel locale dove gioca e riposa sia compreso tra il 40% e il 60%. Se l’aria è molto secca, si potranno utilizzare gli umidificatori; se invece il tasso di umidità è troppo alto, come può accadere in zone lacustri o marittime, si potrà usare (al bisogno) un deumidificatore».

Antibiotici:
solo se necessari In Italia viene fatto un uso eccessivo di antibiotici, ma il ricorso a questi farmaci quando non necessari è assolutamente da evitare. Oltre a esporre il bimbo ai possibili effetti indesiderati del farmaco, l’abuso di antibiotici è collegato allo sviluppo di batteri resistenti a determinati principi attivi, per cui si rischia di dover ricorrere ad antibiotici sempre più potenti per sconfiggere anche infezioni banali.

Vietato il fai da te!

La confidenza con l’aerosol ha portato molti genitori a farne un uso eccessivo, ricorrendo a questa terapia di propria iniziativa, al comparire dei primi sintomi di un’infezione alle vie respiratorie. «Il fai da te, quando si tratta di farmaci e terapie, è assolutamente sconsigliato. È da evitare sempre, tanto più se riguarda bambini molto piccoli. L’aerosol deve essere utilizzato solo se il pediatra che ha visitato il bimbo lo ritiene necessario o comunica alla famiglia di eseguirlo autonomamente in caso di sintomi ricorrenti. Ed è importante seguire scrupolosamente le sue indicazioni per quanto riguarda i farmaci da nebulizzare, le dosi, la frequenza delle sedute e la durata complessiva della cura» sottolinea il dottor Clarizia. E se il bimbo ha già avuto un episodio simile nelle settimane o nei mesi precedenti, per cui il genitore sa già qual è la terapia da somministrare? «Anche in questo caso non è bene prendere iniziative. Soprattutto per bimbi sotto l’anno è sempre opportuno rivolgersi al pediatra, sia per una diagnosi - non è detto che quello in corso sia lo stesso disturbo avuto in precedenza - sia per ricevere indicazioni corrette sull’eventuale terapia da eseguire».

Asma e broncospasmo? È la cura giusta

Se per i comuni malanni di stagione il ricorso all’aerosol non è giustificato, ci sono invece alcune patologie respiratorie per le quali è la terapia più indicata. «L’aerosolterapia è fondamentale per i bambini asmatici che soffrono di infiammazioni bronchiali e broncospasmo» conferma l’esperto. «Per combattere l’infiammazione dei bronchi vengono nebulizzati antinfiammatori (oggi i più utilizzati sono i cortisonici), mentre per il broncospasmo si ricorre ai broncodilatatori. Con l’aerosolterapia, il farmaco viene nebulizzato, ovvero spezzettato in minuscole particelle che, proprio per le loro dimensioni ridotte, riescono a penetrare nelle vie respiratorie più basse. Il principio attivo viene trasportato proprio dove è necessario e agisce più rapidamente, dato che per via inalatoria il percorso del farmaco è più breve. In questo modo si ottiene un beneficio maggiore e si riducono i potenziali effetti collaterali. Il ricorso all’aerosol è indicato, inoltre, per i bambini che soffrono di laringiti o laringospasmo e nei bambini affetti da malattie croniche, come la fibrosi cistica». Per i bambini che soffrono di bronchite asmatica e devono sottoporsi con una certa frequenza ad aerosolterapia, esiste un altro strumento che permette di somministrare i farmaci per via inalatoria e presenta gli stessi vantaggi dell’apparecchio per aerosol. «Si tratta del distanziatore, un accessorio di forma cilindrica che, applicato alla bomboletta spray che contiene la medicina, trattiene il farmaco nebulizzato, in modo tale che il bimbo lo possa inspirare tramite una mascherina, nell’arco di cinque o sei respiri» conclude il dottor Clarizia.

 

a cura di Viola Compostella
in collaborazione con il dott. Sergio Clarizia